Escalation di tensione nel Pacifico: la Corea del Nord minaccia attacco nucleare contro
gli Usa
Dopo le minacce di attacco nucleare agli Usa, la Corea del Nord ha trasportato sulla
costa orientale un missile a medio raggio. Lo riferisce l'agenzia sudcoreana Yonhap.
Potrebbe trattarsi di un vettore capace di raggiungere l’isola di Guam. Da parte sua,
Washington ha deciso un approccio più cauto temendo in caso contrario di poter innescare
inavvertitamente una crisi ancora più profonda. Il segretario generale dell’Onu, Ban
Ki-moon, si è detto molto preoccupato per la situazione. Ma quali sono, in questo
momento, le possibilità che dalle minacce si passi ai fatti? Salvatore Sabatino
lo ha chiesto a Francesco Sisci, corrispondente da Pechino per "Il Sole 24
Ore":
R. – Quello
che è chiaro è che rispetto al passato c’è stata un’accelerazione che, da cronista,
direi è stata la maggiore degli ultimi venti anni e dove questa accelerazione potrà
portare, è molto, incerto.
D. – Questo è dovuto anche all’inesperienza del
giovane leader nordcoreano Kim Jong Un?
R. – Potrebbe essere uno degli elementi
di questa destabilizzazione, nel senso che un leader così giovane è in qualche modo
stretto da una cerchia di generali e leader anziani rispetto a cui non ha abbastanza
forza. Questo potrebbe essere un elemento. Un altro elemento, secondo me più importante,
è il ruolo della Cina che in qualche modo ha deciso di aumentare la distanza con Pyongyang,
non abbandonarla certamente, però condizionarne o cercare di condizionare più pesantemente
la sua politica, e non, come è stato finora, subire i condizionamenti di Pyongyang.
D.
– Questa posizione di Pechino può aiutare anche un riavvicinamento con Washington?
R.
– Credo di sì. Anche perché quello che noi abbiamo visto in atto negli ultimi anni
è un forte riavvicinamento tra Pechino e Seul, che operano molto in sintonia sia sulla
questione nordcoreana ma, e questo è l’altro elemento forse più interessante, anche
sulla questione giapponese. Infatti, questo è stato il teatro del riavvicinamento
più importante perché sia Pechino che Seul avevano un’agenda simile, l’una con la
questione delle isole Senkaku, l’altra con le isole Takeshima entrambe contese con
Tokyo.