Udienza generale. Il Papa: donne e giovani, protagonisti della fede in un mondo che
ha bisogno di speranza
Le donne del Vangelo sono state le più pronte a credere alla Risurrezione di Gesù.
Ora, i giovani hanno il compito di diffonderne la speranza in un mondo “invecchiato”
dal male. Si può riassumere così la seconda udienza generale di Papa Francesco, presieduta
mercoledì mattina in Piazza San Pietro davanti a migliaia di persone. Il Papa ha ripreso
la catechesi sull’Anno della Fede, riflettendo sul versetto del Credo che parla della
Risurrezione di Cristo. Il servizio di Alessandro De Carolis:
“Avanti giovani!”.
L’ultima esclamazione di Papa Francesco scatena l’applauso, l’ennesimo, degli oltre
30 mila assiepati nel colonnato del Bernini. L’appello che scalda il cuore dei ragazzi,
e non solo il loro, è lanciato in chiusura di catechesi, con uno dei tipici crescendo
di tono e intensità del nuovo Pontefice. Dopo aver dato atto alla capacità tutta femminile
di accogliere con prontezza il messaggio della fede, come dimostrano i Vangeli, Papa
Francesco affida la propagazione di quel messaggio soprattutto ai giovani, energie
fresche capaci di entusiasmo in un mondo vecchio dentro per via della violenza:
“A
voi dico: portate avanti questa certezza, il Signore è vivo e cammina al nostro fianco
nella vita. Questa è la vostra missione. Portate avanti questa speranza. Siate ancorati
a questa speranza, questa àncora che è nel cielo (...) Portate avanti la testimonianza
che Gesù è vivo e questo ci darà speranza e darà speranza a questo mondo un po’ invecchiato
per le guerre, per il male, per il peccato. Avanti giovani!”.
L’esortazione
ai giovani segue la presa d’atto che Papa Francesco compie, al pari dei suoi predecessori,
nei riguardi delle donne, alle quali viene riconosciuto un “ruolo particolare nell’aprire
le porte al Signore”. In un’epoca in cui – nota – la storia la scrivevano gli uomini
perché le donne, come i bambini, erano ritenute testimoni inaffidabili, sono loro
e non i primi compagni di Gesù a credere per prime alla Risurrezione:
“Gli
Apostoli e i discepoli fanno più fatica a credere. Le donne, no. Pietro corre al sepolcro,
ma si ferma alla tomba vuota; Tommaso deve toccare con le sue mani le ferite del corpo
di Gesù. Anche nel nostro cammino di fede è importante sapere e sentire che Dio ci
ama, non aver paura di amarlo: la fede si professa con la bocca e con il cuore, con
la parola e con l’amore”.
I Vangeli, dunque, rovesciano una secolare mentalità
e con ciò dimostrano, sottolinea ancora il Papa…
“…che Dio non sceglie secondo
i criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori, gente semplice
e umile; le prime testimoni della Risurrezione sono le donne. E questo è bello, e
questo è un po’ la missione delle donne, della mamme, delle nonne. Dare testimonianza
ai loro figli, ai loro nipotini, che Gesù è vivo, è vivente, è risorto. Mamme e donne,
avanti con questa testimonianza!”.
Papa Francesco – che riprende la riflessione
sul “Credo” da dove l’aveva interrotta Benedetto XVI – spiega alla folla che la verità
della fede in duemila anni è stata trasmessa sia a partire dalla professione che ne
hanno fatto i primi protagonisti, sia tramite i racconti dell’“evento della Risurrezione”,
sul tipo di quello delle donne al sepolcro. Tuttavia, osserva, assieme alle luci anche
molte ombre hanno cercato di oscurare questa verità:
“Purtroppo, spesso
si è cercato di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi
credenti si sono insinuati dubbi. Un po’ quella fede all’acqua di rose, come diciamo
noi. Non è la fede forte. Questo per superficialità, a volte per indifferenza, occupati
da mille cose che si ritengono più importanti della fede, oppure per una visione solo
orizzontale della vita”.
Ma “è proprio la Risurrezione – ha affermato Papa
Francesco – che ci apre alla speranza”, alla “felicità piena” e “alla certezza che
il male, il peccato e la morte possono essere vinti”:
“La gioia di sapere
che Gesù è vivo, la speranza che riempie il cuore, non si possono contenere. Questo
dovrebbe avvenire anche nella nostra vita. Sentiamo la gioia di essere cristiani!
Noi crediamo in un Risorto che ha vinto il male e la morte! Abbiamo il coraggio di
'uscire' per portare questa gioia e questa luce in tutti i luoghi della nostra vita!”.
Come
mercoledì scorso, Papa Francesco si è rivolto ai vari gruppi nazionali parlando in
italiano, dopo una sintesi della catechesi offerta di volta in volta da uno speaker
nella lingua di appartenenza dei gruppi. In particolare, il Papa ha salutato i giovani
libanesi che hanno preparato le meditazioni della Via Crucis celebrata al Colosseo
lo scorso Venerdì Santo. Da registrare la presenza, in Piazza, di un gruppo di cattolici
cinesi della diocesi di Tianjin, che ha potuto vivere un momento di comunione con
il nuovo Pontefice. Il quale, da parte sua, rispondendo al calore delle circa 10 mila
persone della diocesi di Milano presenti all’udienza, ha esclamato sorridendo: