Al sistema dell'educazione pubblica serve la scuola paritaria
Il 26 maggio i bolognesi
saranno chiamati a votare un referendum consultivo che chiede agli elettori del solo
comune di Bologna se confermare o meno le "risorse finanziarie pubbliche che vengono
erogate alle scuole d'infanzia paritarie a gestione privata". Da una parte si confrontano
i referendari del "Nuovo comitato articolo 33, schierati per la revoca di tutte
le convenzioni, rafforzati da Sel e da singoli esponenti della base dei 5
Stelle, dall'altro il Comitato per il referendum, guidato dall'economista
bolognese, Stefano Zamagni, appoggiato dal laicato cattolico, con la Federazione locale
delle Scuole materne, la Fism, e da Pd e Pdl. Il Movimento 5
Stelle non si è ancora pronunciato ufficialmente. Per il presidente Zamagni,
"si vuole di fatto cancellare dalla Costituzione l'articolo 118 che introduce il principio
di sussidiarietà". "Va ricordato che il sistema della scuola pubblica si basa su tre
pilastri: statale, comunale e paritario. La legge del 2000 è dell'allora ministro
della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer (Pd); dire oggi che le scuole paritarie
sono private e quindi fuori dal sistema pubblico è sbagliato". "Il Comune, spiega
Rossano Rossi, presidente FISM della Provincia di Bologna, eroga
ogni anno alle scuole materne paritarie un milione di euro, ricevendo dalle stesse
un contributo in termini di posti per l'infanzia pari a 6 milioni". "E' la società
civile che finanzia l'Ente locale e non il contrario". (a cura di Luca Collodi)