Il leader della Corea del Nord ribadisce rafforzamento dell'impegno nucleare
La Corea del Nord annuncia il riavvio del reattore nucleare fermato nel 2007. Il leader
kim Jung, nel discorso ieri alla nazione in occasione della riunione plenaria del
Comitato centrale del Partito dei Lavoratori, ha affermato che gli armamenti nucleari
costituiscono ''un deterrente'' rispetto alla guerra. Pyongyang da giorni minaccia
Stati Uniti e Corea del Sud, impegnati in vaste manovre militari nell'ambito di operazioni
annuali. Il servizio di Fausta Speranza
Kim Jong-un promette di rafforzare l’impegno nucleare assicurando il lancio di
altri satelliti. Con una popolazione allo stremo, parla di “necessità di accelerare
lo sviluppo economico e punta il dito contro i 'nemici', a partire dagli Usa, che
– sostiene - cercano di ''ostacolare il miglioramento economico'' della Corea del
Nord. Da giorni la tensione è molto alta nell’area anche se effettivamente non si
registrano “mobilitazioni su larga scala e riposizionamenti significativi di truppe
nordcoreane”. Washington fa sapere che la Cina ha messo in stato d'allerta le sue
truppe sul confine con la Corea del Nord. Pechino, alleata storica di Pyongyang ma
sempre meno disposta ad assecondarne tutte le mosse, mantiene una forte presenza militare
sul confine nel timore che uno sgretolamento del regime porti ad un massiccio afflusso
di profughi sul suo territorio. Da parte sua la presidente della Corea del Sud, dopo
lo ''stato di guerra'', annunciato sabato da Pyongyang, ha affermato che se c'è una
provocazione contro la Corea del Sud e la sua gente, ci dovra' essere una risposta
forte iniziale senza alcun tipo di considerazione politica''. In particolare
sulla posizione della Cina, ascoltiamo,al microfono di Cecilia Seppia, la riflessione
di Rosella Ideo, docente di Storia politica e diplomatica dell’Asia orientale
all’Università di Trieste:
R. - Direi che la Corea del Nord sta giocando
una partita molto pericolosa. È chiaro che questo è dovuto alle ulteriori sanzioni
che hanno colpito il Paese dopo il terzo test nucleare il 12 febbraio; da allora è
partita questa escalation che veramente sta preoccupando tutti gli osservatori.
D.
- La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato questo invio, da parte della Casa
Bianca, di due bombardieri B2 che possono essere dotati sia di armi convenzionali
sia nucleari. Quindi, in primo piano c’è la presa di posizione degli Stati Uniti,
però ci sono altre potenze che entrano in gioco, come la Cina che non ha per niente
un ruolo neutrale, come molti pensano invece…
R. - È vero! La Cina - tra l’altro
- è quella che può risentire di più di una presenza militare americana aumentata nell’area.
Ed è altrettanto vero che la Cina è l’unico “puntello”, da tutti i punti di vista,
per la Corea del Sud perché gli fornisce energia, beni di consumo, infrastrutture,
aiuti… La Cina, da un certo punto di vista, vuol vedere il gioco degli Stati Uniti,
ma nello stesso tempo, si è sempre comportata calmierando le intemperanze sia degli
Stati Uniti che della Corea del Nord. Però, in termini di potenza internazionale ha
votato le sanzioni seguite al terzo test nucleare del 12 febbraio per dare l’immagine
di essere una potenza responsabile.
D. - Nella Corea del Nord si sta formando
una fazione che combatte il regime, e questa è la prima volta che succede. Che ruolo
potrebbe aver questa “forza politica” in questo caso, ma anche più in generale in
quello che è il regime di Pyongyang?
R. - È una possibile frangia interna,
perché non possiamo parlare di una frangia politica. Teniamo ben presente che proprio
in Corea del Nord esiste un regime di controllo talmente stretto, che la possibilità
che si possa formare un’opposizione vera e propria che abbia la capacità di detronizzare
questo terzo Kim, e quindi di cambiare le regole del gioco interno, è difficilissima.
Bisognerebbe che le Forze armate coagulassero contro il regime di Kim Jong Un, cosa
che non vedo possibile, anzi! Kim Jong Un sta dando queste prove 'muscolari', proprio
per avere l’appoggio delle Forze armate. Ricordiamo anche che tutte queste reazioni
di Kim, sono dovute al fatto che per la prima volta il 21 di marzo, l’Human Rights
Council dell’Onu ha emanato una risoluzione per stabilire una Commissione di inchiesta
che miri a valutare la sistematica violazione dei diritti umani che avviene in Corea
del Nord. Effettivamente si ha una percezione atroce della situazione dei diritti
umani nel Paese, con i campi di concentramento..ecc.
D. - Lei diceva “violazione
dei diritti umani”, ma anche una situazione di povertà e di crisi molto evidente -
che ovviamente riguarda la Corea del Nord - e che in qualche modo limita, allontana
quel processo di riunificazione di cui si parla tanto…
R. - Io direi che in
questi ultimi tempi, l’idea di una riunificazione appare assolutamente lontana. In
questo momento sarebbe qualcosa di disastroso per la ricca e democratica Corea del
Sud.