Via Crucis al Colosseo. Papa Francesco: "La croce: risposta di Dio al male del mondo"
Di fronte al silenzio suscitato dalla morte di Cristo, Papa Francesco usa poche incisive
parole: è la Croce di Cristo che deve parlare all’uomo, Croce che offre la risposta
di Dio al male del mondo, ma che è anche segno d’amore, misericordia e perdono. Alla
sua prima Via Crucis al Colosseo, dove a sorreggere la Croce c’erano una famiglia
italiana, una indiana, un disabile, fedeli della Cina, del Libano, della Nigeria e
del Brasile, il Pontefice ha esortato a camminare sulla via della Croce di tutti i
giorni nell’amore e nel perdono. Il servizio di Tiziana Campisi:
“Una sola parola”:
Papa Francesco lascia questo a chi lo ha seguito al Colosseo nel rito della Via Crucis.
Vuole che nel silenzio della notte della morte di Cristo parli la Croce:
“La
Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. A volte ci sembra
che Dio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha
risposto, e la sua risposta è la Croce di Cristo: una Parola che è amore, misericordia,
perdono”.
Ma la Croce di Cristo è anche giudizio, ha aggiunto il Pontefice:
“Dio
ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato,
non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva (…) La
parola della Croce è anche la risposta dei cristiani al male che continua ad agire
in noi e intorno a noi”.
Eccolo l’insegnamento di Gesù che Papa Francesco
evidenzia: “I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo su di sé
la croce”. Quindi, il Santo Padre ha ringraziato i giovani libanesi che quest’anno
hanno composto le meditazioni ricordando la loro testimonianza al mondo, soprattutto
nei giorni della visita pastorale di Benedetto XVI, nel settembre dello scorso anno:
“E’ stato un segno per il Medio Oriente e per il mondo intero: un segno
di speranza”.
E anche i giovani libanesi, meditando le 14 stazioni della
Via Crucis – lette da Orazio Coclite, Lina Sastri e Carolina Zaccarini – hanno focalizzato
la loro riflessione sulla Croce di Cristo, usando un’espressione di Efrem il Siro
per definirla: la Croce di Cristo è il ponte attraverso il quale gli uomini passano
dalla morte alla vita.
E’ questa la chiave di lettura per comprendere il mistero
della Via dolorosa: Gesù dona la vera vita, la vita eterna, e insegna che la strada
per raggiungerla è quella della sua Passione. Da qui, i parallelismi tra le sue tappe
verso il Golgota e le sofferenze dell’uomo contemporaneo. E così il percorso di Cristo
verso la crocifissione è oggi quello dei popoli del Medio Oriente che soffrono pregiudizi
e ingiustizie, dei cristiani che vivono divisioni, di molti innocenti vittime del
terrorismo. Ma nella Via dolorosa vengono meditati anche i mali odierni - la guerra,
il terrorismo, la violenza - le piaghe e le malattie che affliggono molti.
Nella
via del Calvario del mondo moderno, ci sono poi tanti “‘Pilato’ che tengono nelle
mani le leve del potere e ne fanno uso al servizio dei forti”, molti “deboli e vili”
che, seguendo le correnti di potere, impegnano la loro autorità al servizio dell’ingiustizia
e calpestano la dignità dell’uomo e il suo diritto alla vita”, e ci sono uomini che
credono di poter determinare da soli il bene e il male escludendo Dio “in nome della
ragione, del potere o del denaro”:
(II stazione) (voce Lina Sastri)
"Anche oggi il mondo si piega sotto realtà che cercano di espellere Dio dalla vita
dell’uomo, come il laicismo cieco che soffoca i valori della fede e della morale in
nome di una presunta difesa dell’uomo; o il fondamentalismo violento che prende a
pretesto la difesa dei valori religiosi".
Di fronte a tale realtà, si leva
la preghiera dei giovani libanesi, perché quanti sono smarriti trovino in Dio la verità
e l’amore. E la preghiera è anche per le nuove generazioni che a volte si perdono
nella droga, nelle sette o nelle perversioni.
Ogni stazione è lo spunto per
trasporre nel presente i diversi volti del dolore incontrati da Cristo nel cammino
verso il Calvario. Così l’incontro con Maria (quarta stazione) apre alla riflessione
sui rapporti difficili tra genitori e figli, sulle famiglie, che dovrebbero essere
immagine della famiglia di Nazaret, oasi d’amore, luoghi della presenza di Dio:
(VoceCarolina Zaccarini) "Gesù è aiutato a da Simone di Cirene a portare
la Croce".
Sul mistero della sofferenza si sofferma la quinta stazione:
(Voce
Orazio Coclite) "Dio non vuole la sofferenza e non accetta il male. Lo
stesso vale per l’essere umano. Ma la sofferenza, accolta nella fede, si trasforma
in via di salvezza. Allora noi l’accettiamo come Gesù e aiutiamo a portarla come Simone
di Cirene".
Non manca, nella Via Crucis di quest’anno, il pensiero per
gli ultimi. A renderlo vivo è la Veronica che col suo amorevole gesto rivolto a Cristo,
rinvia alle esigenze dei bisognosi, alle necessità dei deboli, alle attenzioni per
i più piccoli. Ma più volte i riflettori tornano sul Medio Oriente, sulle divergenze
umane e religiose che provocano conflitti e divisioni. E a Dio allora sale l’invocazione
perché saggezza e umiltà possano unire nella verità e nell’amore (IX stazione). Per
i figli delle Chiese Orientali la X stazione è invece un invito a restare nei loro
Paesi per annunciare la Buona Novella. Come Gesù spogliato delle vesti ha accettato
la crocifissione, così, vincendo la paura della persecuzione può venir meno l’emigrazione.
Alla
morte Dio contrappone la vita: gli ultimi tratti della Via Crucis non conducono al
buio eterno, Geù crocifisso insegna che la morte non vincerà, per questo la meditazione
della XII stazione propone una preghiera per quanti promuovono l’aborto e difendono
l’eutanasia, “perché si impegnino nell’edificazione della civiltà della vita e dell’amore”.
Infine,
davanti al sepolcro di Cristo la sintesi del mistero della Passione: le difficoltà,
gli avvenimenti dolorosi, la morte, hanno un volto nuovo se affrontati con una speranza
salda e una fede viva.