Iran, Nord Corea e Siria bloccano trattato sulle armi
Nessuna intesa sul trattato per il commercio delle armi. Iran, Corea del Nord e Siria
hanno impedito il raggiungimento di un consenso per l’accordo e così i lavori, aperti
il 18 marzo e che hanno coinvolto tutti i 193 paesi dell’Onu, si sono chiusi senza
risultati, con “profonda delusione” del segretario generale Ban Ki-moon. Come riporta
l’agenzia Misna, il Messico, sostenuto da diversi Stati africani e latinoamericani,
ha proposto in extremis di modificare le regole della sessione, affinché il testo
fosse adottato anche senza una votazione; una possibilità esclusa in modo assoluto
dal rappresentante russo. Inoltre, la delegazione di Mosca ha fatto sapere che non
supporterà un trattato che non tiene conto della voce della minoranza. Il Kenya, insieme
ad altri Paesi, tra cui la Gran Bretagna, ha chiesto l’invio della bozza del trattato
all’Assemblea generale dell’Onu per l’adozione. Rimane aperta quindi la possibilità
di approvazione da parte di quest’ultima, con la maggioranza dei due terzi. Il Trattato,
che è oggetto di negoziati da sette anni, mira a regolare il controllo di un mercato
che muove ogni anno 80 miliardi di dollari fissando, per la prima volta, standard
internazionali che impongono il rispetto dei diritti umani. I Paesi firmatari si lavoreranno
per impedire che le armi convenzionali siano trasferite in Stati colpiti da embargo
o in cui siano in atto genocidi, crimini di guerra o contro l’umanità. Stando al testo,
dovrebbero essere gli Paesi a valutare se le armi inviate corrano il rischio di essere
utilizzate per “violazioni gravi” o finire nelle mani della criminalità organizzata.
Inizialmente, a opporsi al trattato erano stati Cina, Russia e Stati Uniti, tra i
maggiori esportatori di armi al mondo. Lo scorso luglio, Washington aveva frenato
sull’accordo e il presidente americano, Barack Obama, era stato accusato di agire
a fini elettorali in vista delle elezioni di novembre. Contro il trattato si è infatti
schierata la National Rifle Association (Nra), la potente lobby americana delle armi.
Questa volta però, anche gli Stati Uniti erano vicini alla firmi del Trattato, “un
testo forte, equilibrato e applicabile”, a detta del capo delegazione Tom Countryman.
(V.C.)