Centrafrica: in 4 milioni colpiti dal conflitto. Unicef: la metà sono bambini
E’ necessario stabilizzare rapidamente la Repubblica Centrafricana. E’ l’appello di
Unicef che oggi ha diffuso i dati sulla crisi nel Paese. Quattro milioni di persone
sono state coinvolte, in vario modo, nel conflitto. Due milioni di bambini, secondo
l’agenzia delle Nazioni Unite, non hanno accesso ai servizi sociali di base e sono
esposti alla violenza. Massimiliano Menichetti:
Una settimana
dopo la conquista della capitale Bangui da parte dei golpisti Seleka, le condizioni
di sicurezza, in Centrafrica, ancora non migliorano. Fonti locali riferiscono di violenze
diffuse, furti, chiese saccheggiate, ospedali al collasso. Monsignor Dieudonné Nzapalainga,
arcivescovo di Bangui, chiede che si mantenga la calma e non si fomentino odio e diffidenza.
Mentre l’Unicef denuncia che il conflitto ha colpito oltre quattro milioni di persone
e che due milioni di bambini non hanno accesso ai servizi sociali di base e sono esposti
alla violenza. In questo scenario si cerca, a fatica, di individuare le frange di
saccheggiatori che stanno approfittando del caos. Sul fronte interno nonostante gli
appelli per la ripresa delle attività, del primo ministro di Nicolas Tiangaye, nulla
sembra tornare alla normalità. Parole rasserenanti anche dall’autoproclamato presidente,
Michel Djotodia, che è tornato a garantire il ripristino, al più presto, dell’ordine
costituzionale, mentre il deposto presidente Bozizé ha chiesto asilo politico in Benin,
dopo la fuga in Camerun.
Sulla difficile situazione umanitaria, Massimiliano
Menichetti ha raccolto il commento di Andrea Iacomini portavoce di Unicef-
Italia:
R. – Nelle scorse
settimane, avevamo già segnalato la grave crisi in Centrafrica rimarcando che c’erano
almeno 600 mila bambini che non andavano più a scuola e che gran parte degli aiuti
umanitari erano a rischio di saccheggio. Oggi, questa situazione è esplosa: adesso
sono quattro milioni le persone colpite da quanto accaduto e due milioni sono bambini.
Abbiamo detto con forza alla coalizione di Seleka che è giunto il momento di agire:
chi ha preso il potere, lo scorso fine settimana, adesso deve dimostrare quanto sia
impegnato anche a far rispettare i principi umanitari, i diritti umani, altrimenti
la situazione si farà sempre più esplosiva. Non dimentichiamo che la Repubblica di
Centrafrica è ai primi posti per quanto riguarda la malnutrizione e la mortalità infantile.
E’ un Paese davvero che vive in condizioni disperate. E’ importante che il nuovo governo
si impegni nei confronti dei bambini e di tutte le persone.
D. – Nonostante
la crisi siete ancora presenti in Africa?
R. – Certo, proprio in questi giorni
il nostro direttore regionale dell’Unicef ha detto che è indispensabile avere un accesso
concreto e sicuro alle comunità che sono state colpite dal conflitto. Non mancano
però le difficoltà, questa settimana dal magazzino centrale dell’Unicef sono stati
rubate dieci tonnellate di aiuti di prima necessità, aiuti che di fatto erano destinati
a 30mila persone, le più vulnerabili, in particolare bambini e donne.
D. –
Cosa è stato rubato esattamente?
R. – Kit per l’acqua, zanzariere, coperte,
teli di plastica, farmaci essenziali… Aver rubato dal magazzino tutti questi aiuti
porta grandissimi problemi per tutti, anche per i bisogni dei bambini, che per noi
sono una priorità.
D. – In questo momento, voi riuscite a coprire le zone che
riuscivate a servire?
R. – L’Unicef continua a fornire il proprio aiuto. E’
chiaro che ogni giorno ci sono difficoltà, ma se aumentano le situazioni in cui non
siamo in grado di fornire aiuto, aumentano anche le malattie e il rischio delle epidemie.
Adesso, per noi è urgente intervenire ovunque ci sia necessità. Ecco perché l’appello
dell’Unicef al governo è proprio quello di garantire un accesso libero e sicuro dei
nostri operatori a chi ne ha bisogno e quindi garantire che vengano rispettati i principi
umanitari, i dritti umani e lo Stato di diritto.