Ampia sintesi del briefing di Padre Lombardi sulle cerimonie pasquali
Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha tenuto un briefing
per illustrare le cerimonie pasquali della Via Crucis al Colosseo, della Veglia Pasquale
nella Basilica di San Pietro e della Cappella Papale in Piazza San Pietro il giorno
di Pasqua. Innanzitutto ha dato due informazioni sull’attività del Papa di ieri: dopo
la celebrazione della Messa del Crisma di ieri mattina, Papa Francesco ha chiamato
Benedetto XVI e "ha fatto una lunga e intensa telefonata con il senso della comunione,
dopo il momento della grande celebrazione comunitaria di tutti i sacerdoti". E' stata
- ha detto - "una telefonata molto, molto bella, intensa e significativa", come ha
riferito il segretario, mons. Alfred Xuereb. Poi il Papa è stato a pranzo con sette
sacerdoti, come segno di comunione e di fraternità sacerdotale. Sono sacerdoti impegnati
soprattutto nel campo della carità, del servizio della pastorale - uno era responsabile
della Caritas, un altro si occupa di pastorale con i rom, un altro è un sacerdote
handicappato, che si muove in carrozzella, un altro si occupa di formazione professionale
dei giovani e dei ragazzi, un altro è guida spirituale di molti altri sacerdoti. Il
pranzo si è svolto nell’appartamento del sostituto, mons. Becciu, in Vaticano. "Un
pranzo - ha detto - con una bella conversazione, perché erano sacerdoti che avevano
molte storie da raccontare e molto interessanti sulla loro attività. Quindi il Papa
è stato molto contento di questa occasione di incontro e di scambio con un gruppo
di sacerdoti romani, piuttosto significativo".
Padre Lombardi è poi passato
a riferire delle cerimonie pasquali. La celebrazione di oggi pomeriggio, quella della
Passione del Signore, celebrazione liturgica nella Basilica di San Pietro, alle 17.00,
si svolge secondo lo schema classico della Liturgia: "Segnalo, come momento di particolare
attenzione anche dal punto di vista visivo, l’inizio che è proprio con la prostrazione,
la preghiera silenziosa del Papa prostrato davanti all’altare: un momento molto caratteristico
del Venerdì Santo. Poi anche durante la lettura del Passio, il Papa e tutti che si
inginocchiano al momento della morte di Gesù. All’orazione, l’orazione universale,
viene svolta con il diacono che fa la prima parte della preghiera e il Papa che fa
la seconda. Poi c’è un altro momento molto caratteristico del Venerdì Santo, che è
l’Adorazione della Croce: anche qui il Papa scende dalla sua sede per andare ad adorare
la Croce, che gli viene presentata dal diacono, togliendosi la casula e rimanendo
quindi con il camice e la stola. C’è poi il momento della Comunione. L’omelia, in
questa circostanza, non viene tenuta dal Papa, ma dal predicatore della Casa Pontificia,
padre Cantalamessa.
La Via Crucis - ha proseguito poi padre Lombardi - è come
sempre in mondovisione. Quest’anno i testi sono stati redatti da alcuni giovani libanesi,
sotto la guida del Patricarca Bechara Boutros Rai, iniziativa collegata al viaggio
del Papa Benedetto in Libano, che è avvenuto a settembre, e alla situazione del Medio
Oriente, che - ha sottolineato - "ci tiene così preoccupati e anche attenti alla preghiera.
Quindi i testi di quest’anno riflettono molto sia la tradizione dei Padri e delle
Liturgie orientali, sia la Esortazione 'Ecclesia in Medio Oriente'”.
"Lo schema
della Via Crucis - ha affermato - è quello tradizionale e classico, con XIV Stazioni,
tre cadute… Ogni tanto si usano anche altri schemi più biblici, ma questo è quello
proprio tradizionale". Portano la Croce per la I e l’ultima Stazione il cardinale
Vallini; per la II e la III, due famiglie, una famiglia italiana e una famiglia indiana;
per la IV e la V sono gli operatori dell’Unitalsi, l’Associazione che segue i malati
nei loro pellegrinaggi nelle varie occasioni, che accompagnano anche una persona disabile;
per la VI e la VII Stazione sono due seminaristi cinesi; per la VIII e la IX sono
due frati della Custodia di Terra Santa, che ci sono sempre per ricordare il collegamento
con Gerusalemme e la Terra Santa; per la X e la XI Stazione, abbiamo due religiose
nigeriane, per l’Africa, e due religiose del Libano, per continuare a sviluppare il
contesto libanese mediorientale; nella XII e XIII Stazione ci sono due giovani del
Brasile, in rapporto con la prossima Gmg. Le torce ai lati della Croce sono portati
da due giovani italiani della diocesi di Roma e da due libanesi. Quindi abbiamo la
presenza libanese in varie modi durante la Via Crucis.
Il Papa - ha aggiunto
padre Lombardi - va direttamente al terrazzo del Palatino, dove c’è un gazebo: come
negli ultimi anni già avveniva con i Papi precedenti. Quindi non fa il percorso della
Via Crucis: assiste e l'attende all’arrivo. Alla fine della Via Crucis ci saranno
le parole del Santo Padre. Lettori principali sono, come voce maschile, Orazio Coclite,
giornalista della Radio Vaticana "che è uno storico lettore" - ha aggiunto padre Lombardi
- e Lina Sastri, nota attrice italiana, per la voce femminile. Carolina Zaccarini
presterà la voce per l’annuncio delle Stazioni ed altri avvisi. Le immagini del libretto
della Via Crucis sono di un anonimo francescano di Betlemme del secolo XIX.
La
Veglia Pasquale, che inizia domani alle ore 20.30, è una celebrazione - ha detto padre
Lombardi - "molto ampia e articolata, una delle più complesse e più belle della Liturgia
cristiana in tutto l’anno. Comincia con la Liturgia della Luce nell’atrio della Basilica
e poi la processione, con il cero pasquale acceso, lungo la navata della Basilica,
che dovrebbe essere oscura, con le candele che si accendono gradualmente, mentre procede
la luce. "Purtroppo - ha notato padre Lombardi - ci sono anche sempre tutte le luci
di quelli che fanno le fotografie e che non hanno ancora capito che non dovrebbero
farlo, almeno quella volta durante l’anno…". Poi le luci si accendono tutte quando
il cero pasquale arriva all’Altare Maggiore, e lì c’è il famoso canto dell’“Exultet”.
Quest’anno - ha osservato padre Lombardi - "c’è una semplificazione delle
Letture dell’Antico Testamento": quindi - ha aggiunto - è probabile che la durata
generale della celebrazione sia più breve delle tre ore degli anni precedenti.
Un
momento fondamentale di questa celebrazione - ha ricordato il portavoce vaticano -
è poi la Liturgia dei Sacramenti e dell’iniziazione cristiana: il Battesimo, la Cresima
e l’Eucaristia. Nella notte di Pasqua vi sono dei neofiti, cioè dei catecumeni preparati
al Battesimo, che ricevono dal Papa il Battesimo durante la notte di Pasqua. Non solo
ricevono il Battesimo, ma essendo adulti - nello stesso giorno - ricevono anche la
Cresima e per la prima volta anche la Comunione: quindi sono tre Sacramenti che ricevono
per la prima volta nella notte di Pasqua. Quest’anno i neofiti saranno quattro e sono
un albanese di 30 anni; un italiano di 23; un russo di 30; e uno statunitense di origine
vietnamita, di 17.
Padre Lombardi ha poi parlato della Messa della mattina
di Pasqua, il cui inizio è previsto alle ore 10.15; la durata, di circa un’ora e mezzo,
dà il tempo al Papa di salire alla Loggia per fare poi alle 12.00 la Benedizione “Urbi
et Orbi”. Anche in questo caso la Liturgia è quella classica. All’inizio c’è il
cosiddetto rito del “Resurrexit”, cioè l’annuncio della Resurrezione del Signore,
aprendo un’icona che viene posta vicino all’altare. E’ un rito molto antico. All’inizio
della Messa di Pasqua, il rito penitenziale viene in certo modo sostituito dall’aspersione,
quindi non c’è la recita del Confiteor: il Santo Padre asperge il popolo attingendo
l’acqua dal fonte battesimale, che è vicino all’altare.
"La Messa di Pasqua
- ha precisato padre Lombardi - non è concelebrata: mentre nella Veglia e nella notte
abbiamo i cardinali che concelebrano, un gran numero di concelebranti, alla Messa
di Pasqua no, assistono, sono presenti, ma il celebrante - tradizionalmente - è il
Papa da solo nella Messa pasquale. Non c’è omelia nella Messa pasquale, perché poi
segue il messaggio Urbi et Orbi". "Un elemento di semplificazione che c’è nella Liturgia
della Pasqua di quest’anno - ha aggiunto - è che il Vangelo viene annunciato solo
in latino" e non anche in greco, come spesso si faceva in passato nelle grandi solennità.
Alla Messa di inaugurazione del Pontificato - ha ricoradto - il Vangelo è stato cantato
solo in greco e non in latino; questa volta viene cantato solo in latino e non greco,
anche perché quest’anno non c’è la coincidenza delle Pasque, che invece altre volte
c’è stata e che naturalmente porta diversi elementi anche orientali nella celebrazione.
Per quanto riguarda i saluti nelle diverse lingue, circa una sessantina, padre
Lombardi ipotizza che il Papa sceglierà quest’anno una formula augurale più breve.
"Diciamo - ha sottolineato - che la sinteticità abituale che abbiamo visto di Papa
Francesco probabilmente avrà qualche segnale anche in questa occasione". I cardinali
diaconi per la Messa della Pasqua sono Angelo e Comastri e Raffaele Farina; e protodiacono,
che annuncia la benedizione Urbi et Orbi, è il cardinale Tauran. Quindi lo vedremo
alla Loggia, con gli altri due cardinali diaconi, che hanno già accompagnato il Santo
Padre durante l’Eucarestia. "Per quanto riguarda la durata dell’Urbi et Orbi, negli
ultimi anni era stata sempre entro la mezz’ora. Data la rapidità di Papa Francesco
è probabile che siamo anche quest’anno entro la mezz’ora".
Ad un giornalista
che ha chiesto perché il Papa finora abbia parlato solo in italiano senza usare altre
lingue, padre Lombardi ha detto che siamo ancora nelle prime due-tre settimane del
Pontificato e che dunque ha difficoltà "a dare delle letture o delle interpretazioni
come definitivi". Poi ha aggiunto:"Certamente, come avete visto in occasione dell’udienza
del mercoledì, quello che ha un po’ colpito è che un Papa che è di lingua spagnola,
non ha letto la sintesi in spagnolo… Questo era abbastanza chiaramente per il desiderio
di non fare differenze: si comporta con tutti - anche con quelli di lingua spagnola
- con un criterio che non sia di preferenza per l’uno o per l’altro; quindi usa lo
stesso schema di una sintesi in italiano che poi viene letta da un lettore nella diversa
lingua, evidentemente perché lui non ritiene il caso - o per motivi di preparazione
o di fatica - di fare lui tutte le sintesi nelle diverse lingue". "Ricordo - ha osservato
- che così era anche all’inizio del Pontificato di Papa Ratzinger: c’era stata una
abbreviazione dei saluti di Pasqua o di Natale… Erano stati ridotti molto decisamente
... e poi, sentendo il desiderio dei vari popoli di sentire anche se brevissimamente
un saluto per loro, erano stati riportati al numero precedente. Bisogna anche riconoscere
la possibilità di una ricerca delle vie e delle forme migliori".
Il portavoce
vaticano si è poi soffermato su un’importante trasmissione tv di domani pomeriggio,
che è curata dalla Rai, nella rubrica a Sua Immagine, dal Duomo di Torino, che viene
chiamata “Ostensione televisiva della Santa Sindone”: sarà presente l'arcivescovo
Nosiglia, con un certo numero di handicappati e ammalati. La trasmissione televisiva,
molto ben preparata, sarà abbastanza lunga. Per questa occasione, l’arcivescovo di
Torino ha chiesto un breve messaggio al Santo Padre. Questo messaggio è stato registrato
martedì e, come i videomessaggi normali del Santo Padre anche in altre occasioni,
è piuttosto breve. Siccome è prodotto dal Ctv, sarà a disposizione - una volta che
sia andato in onda - anche da parte del Ctv, per chi lo desidera nella forma televisiva
e il testo sarà a disposizione con embargo domani alle 14.30. E’ un testo piuttosto
breve - ha spiegato - proprio per questa occasione, e che parla della Sacra Sindone
e del suo significato. E’ stata preparata anche un App, per cui su Tablet si può fare
il percorso di studio della Sindone, accessibile da domani.
Per quanto riguarda
l'allestimento dei fiori per il giorno di Pasqua, padre Lombardi ha dato la parola
al rappresentante dei fiorai olandesi che come ogni anno si offrono di abbellire Piazza
San Pietro: i colori principali saranno quelli papali: il bianco e il giallo, espresso
in alcuni fiori, come le rose, rose particolari, con una sfumatura di verde; i gialli
saranno i narcisi, esposti anche sulle scale.
Ad un giornalista che chiedeva
perché il Papa durante le liturgie non canta, padre Lombardi ha risposto che il Pontefice
ha una certa afonia. Sul fatto che non distribuisca la Comunione, ha detto che usava
fare così anche a Buenos Aires, probabilmente per offrire una possibilità di maggiore
partecipazione ai diaconi presenti. "Ieri invece - ha detto padre Lombardi - io ne
sono rimasto colpito, ha dato lui personalmente la Comunione a tutti: quindi ai ragazzi
detenuti e anche agli altri presenti ... quindi mi è sembrato un atto significativo
dell’attenzione molto particolare e specifica che aveva avuto ieri, non solo con la
lavanda dei piedi, ma con l’abbraccio di pace, ma anche nel dare personalmente la
Comunione ai presenti, con un momento di particolare intensità della testimonianza
di comunione e di presenza che voleva dare a questa comunità".
Ad una domanda
sulla processione offertoriale, ha risposto che è semplificata al massimo: vengono
portate le offerte all’altare, ma senza il momento della processione con particolare
evidenza: "Certamente vediamo uno stile di grande semplicità e di grande austerità
anche nel modo di celebrare la Liturgia: anche ieri era particolarmente evidente,
a parte il gesto impressionante della lavanda dei piedi, era una Messa recitata con
molta semplicità".
Padre Lombardi ha poi rivelato che che il Papa farà nei
giorni dopo Pasqua "una piccola cosa che può essere interessante" ma - ha aggiunto
- ve ne darei notizia una volta che poi è avvenuta. Niente di particolarmente straordinario,
ma interessante". Ha quindi precisato che Papa Francesco dovrebbe rimanere nei prossimi
giorni in Vaticano, cioè non andrà a Castel Gandolfo. Quindi ha aggiunto: "Abbiamo
avuto un calendario molto, molto intenso per i mesi dopo Pasqua, con la conferma praticamente
di tutti gli appuntamenti importanti dell’Anno della Fede che erano previsti". "Probabilmente
poi ci si aggiungerà qualche visita alle parrocchie: una è già in calendario. Quindi
è un calendario molto, molto pieno".
Riguardo al rito della Lavanda dei piedi,
a Casal del Marmo con la presenza di due ragazze, padre Lombardi ha dato questa risposta:
"la regola classica della tradizione liturgica è di uomini, pensando ai dodici apostoli
e quindi al fatto che la lavanda dei piedi la fa Gesù, nel Cenacolo, ai suoi dodici
apostoli, che notoriamente erano uomini. Allora in questo senso la tradizione vuole
che siano dodici uomini… La pratica pastorale nella Chiesa dei pastori che hanno l’“odore
delle pecore” - come sappiamo - è che si tiene anche molto in conto la situazione
concreta, diciamo la comunità per cui e in cui si celebra e il significato che questo
gesto, che non è un sacramento della Chiesa, ma è un rito significativo, inserito
anche nella Liturgia, ma che non è codificato da leggi fondamentali della Chiesa,
si possa vivere a seconda del significato pastorale che assume. Tanto è vero, mi pare,
che abbiamo visto anche per il passato delle foto del cardinale Bergoglio, arcivescovo
di Buenos Aires, che fa la lavanda dei piedi con anche delle donne. Quindi non è una
cosa inventata ieri in particolare. Credo che molti di noi, che hanno una certa esperienza
pastorale in diverse situazioni o di gruppi giovanili o altro, hanno usato questa
interpretazione molte volte nel corso della loro vita pastorale. Quindi qui si tratta
di una comunità, dove era ieri il Papa, una comunità piccola, non era la Cattedrale
di San Giovanni con tutta la diocesi di Roma: era una comunità piccola, costituita
in una parte importante da giovani e anche da giovani ragazze, in cui il gesto della
lavanda dei piedi aveva un ruolo molto importante nell’evento e nel suo significato
di presentare e far sperimentare lo spirito di servizio e di amore del Signore a questa
comunità, che è una comunità che capisce le cose anche molto essenziale e semplici,
perché non erano studiosi di Liturgia. In questo senso è stato - mi sembra - del tutto
normale che nel gruppo delle 12 persone che ricevevano la lavanda ci fossero anche
due ragazze, perché è una componente importante - quella delle ragazze - della comunità
che vive la sua esperienza nell’Istituto di Casal del Marmo. Siccome poi il criterio
con cui erano stati scelti questi dodici era proprio di rappresentare anche le diverse
etnie e le diverse componenti presenti nella comunità di Casal del Marmo, in questa
comunità le ragazze sono una parte importante e quindi sarebbe stato strano che non
fossero comprese in questo gruppo. Io non vorrei farne una grande teoria. Dico: è
una lettura pastorale di questo evento che credo che sia assolutamente lecita e anche
presente nella Chiesa e credo che fosse anche quella dell’esperienza dell’arcivescovo
di Buenos Aires".