2013-03-28 11:53:22

Social Forum: in Sud Sudan donne cristiane e musulmane per la pace


Donne cattoliche, anglicane e musulmane insieme per costruire la pace in Sud Sudan. È l’iniziativa promossa dalle missionarie comboniane che sarà presentata domani al Forum sociale mondiale in corso a Tunisi. La racconta all'agenzia Sir suor Cleonice Salvadeo, che fa parte di una delegazione di una trentina di missionari e missionarie comboniane. Per la prima volta, dopo aver partecipato ai Forum gli anni scorsi come semplici ascoltatori, i comboniani hanno deciso di organizzare una serie di eventi sui temi più diversi: dal land grabbing (l’accaparramento delle terre) al lavoro nelle bidonville ai percorsi di pace e riconciliazione. L’esperienza interreligiosa delle donne “Voice of women for peace and faith” è nata nel 2005 a Juba, la capitale del Sud Sudan, lo Stato africano divenuto indipendente nel 2011 dopo oltre vent’anni di conflitto. “Dopo la firma dei negoziati di pace c’era una grande euforia tra la popolazione - spiega la religiosa -. Ci siamo rese conto che le donne potevano dare un grande contributo alla pace. Abbiamo lavorato molto per il referendum che ha sancito l’indipendenza grazie alle donne, il 63% dei votanti. Ma la situazione è ancora delicata, con zone dove ci sono ancora conflitti con il Sudan per il controllo dei pozzi petroliferi”. La missionaria comboniana, che ha vissuto nella capitale Juba tanti anni ma ora si è spostata a Nairobi, in Kenya, descrive “un Paese da ricostruire completamente: quando sono arrivata a Juba non c’erano strade asfaltate, ora c’è perfino l’aeroporto. Però bisogna ancora creare una cultura del lavoro tra i giovani: molti sono nati nei campi per rifugiati e sono abituati all’assistenzialismo”. Il gruppo di donne - circa una cinquantina - sta organizzando nelle zone più a rischio del Sud Sudan una serie di workshop, coinvolgendo le donne delle aree rurali, compresi i capi dei villaggi. “In questo modo - spiega suor Salvadeo - mobilitiamo le donne impegnate nelle chiese e nelle moschee per superare il tribalismo e creare una cultura di pace. Le donne capiscono che loro sono le prime vittime dei confitti, quindi si danno da fare per sensibilizzare gli altri e cambiare la mentalità”. Sono state inoltre avviate campagne a favore della scolarizzazione femminile, contro la violenza sulle donne e le discriminazioni. Ad esempio, nonostante la costituzione garantisca alle donne l’eredità in caso di morte dei mariti, è pratica diffusa, in Sud Sudan e in molte zone dell’Africa, negare alle vedove questo diritto, con conseguenti e gravi problemi di emarginazione sociale se non si risposano o non lavorano. (R.P.)







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