Social Forum: in Sud Sudan donne cristiane e musulmane per la pace
Donne cattoliche, anglicane e musulmane insieme per costruire la pace in Sud Sudan.
È l’iniziativa promossa dalle missionarie comboniane che sarà presentata domani al
Forum sociale mondiale in corso a Tunisi. La racconta all'agenzia Sir suor Cleonice
Salvadeo, che fa parte di una delegazione di una trentina di missionari e missionarie
comboniane. Per la prima volta, dopo aver partecipato ai Forum gli anni scorsi come
semplici ascoltatori, i comboniani hanno deciso di organizzare una serie di eventi
sui temi più diversi: dal land grabbing (l’accaparramento delle terre) al lavoro nelle
bidonville ai percorsi di pace e riconciliazione. L’esperienza interreligiosa delle
donne “Voice of women for peace and faith” è nata nel 2005 a Juba, la capitale del
Sud Sudan, lo Stato africano divenuto indipendente nel 2011 dopo oltre vent’anni di
conflitto. “Dopo la firma dei negoziati di pace c’era una grande euforia tra la popolazione
- spiega la religiosa -. Ci siamo rese conto che le donne potevano dare un grande
contributo alla pace. Abbiamo lavorato molto per il referendum che ha sancito l’indipendenza
grazie alle donne, il 63% dei votanti. Ma la situazione è ancora delicata, con zone
dove ci sono ancora conflitti con il Sudan per il controllo dei pozzi petroliferi”.
La missionaria comboniana, che ha vissuto nella capitale Juba tanti anni ma ora si
è spostata a Nairobi, in Kenya, descrive “un Paese da ricostruire completamente: quando
sono arrivata a Juba non c’erano strade asfaltate, ora c’è perfino l’aeroporto. Però
bisogna ancora creare una cultura del lavoro tra i giovani: molti sono nati nei campi
per rifugiati e sono abituati all’assistenzialismo”. Il gruppo di donne - circa una
cinquantina - sta organizzando nelle zone più a rischio del Sud Sudan una serie di
workshop, coinvolgendo le donne delle aree rurali, compresi i capi dei villaggi. “In
questo modo - spiega suor Salvadeo - mobilitiamo le donne impegnate nelle chiese e
nelle moschee per superare il tribalismo e creare una cultura di pace. Le donne capiscono
che loro sono le prime vittime dei confitti, quindi si danno da fare per sensibilizzare
gli altri e cambiare la mentalità”. Sono state inoltre avviate campagne a favore della
scolarizzazione femminile, contro la violenza sulle donne e le discriminazioni. Ad
esempio, nonostante la costituzione garantisca alle donne l’eredità in caso di morte
dei mariti, è pratica diffusa, in Sud Sudan e in molte zone dell’Africa, negare alle
vedove questo diritto, con conseguenti e gravi problemi di emarginazione sociale se
non si risposano o non lavorano. (R.P.)