2013-03-28 11:07:35

Messa in Coena Domini. Il Papa inizia il Triduo Pasquale nel carcere minorile di Casal del Marmo


Con la Messa in Coena Domini, che ricorda l'istituzione dell'Eucaristia e del sacerdozio, inizia oggi il Triduo Pasquale. Il Papa si recherà nel pomeriggio nel Carcere minorile romano di Casal del Marmo per presiedere la celebrazione eucaristica. Grande l'attesa dei giovani detenuti, circa 50, che parteciperanno al rito: tra di essi ci sono anche 11 ragazze. Papa Francesco laverà i piedi a 12 giovani di nazionalità e confessioni diverse. Ad animare la celebrazione saranno i “Volontari Casal del Marmo” che da anni lavorano nel carcere. Benedetta Capelli ha intervistato Annalisa Marra, da 5 anni volontaria nel penitenziario:RealAudioMP3

R. - L’attività dei volontari di Casal del Marmo è principalmente quella di essere una presenza con i ragazzi quando le attività sono ferme; parliamo principalmente dei giorni festivi. Infatti noi operiamo principalmente la domenica mattina, durante le festività di Pasqua, Pasquetta, Natale e la notte di Capodanno. Il nostro è proprio un compito di presenza con il ragazzo.

D. - Quindi voi conoscete bene i ragazzi che sono ospitati a Casal del Marmo. La notizia dell’arrivo del Papa, come è stata presa?

R. - Per alcuni con molta sorpresa e gioia, per altri anche con molta curiosità, nel senso che molti di loro - soprattutto quelli non cattolici - si sono chiesti chi fosse il Papa. Invece è stata presa molto bene e gioiosamente dai ragazzi italiani. Non se lo aspettavano, e sono rimasti molto stupiti da questo, perché un Papa che entra in un carcere non è una cosa che avviene tutti i giorni. E’ importante per loro perché a noi volontari chiedono sempre: “Quanto vi pagano per venire qui?”. Nel momento in cui scoprono che nessuno ci paga e che tutto è fatto a titolo gratuito, apprezzano molto questo gesto, così come ovviamente hanno apprezzato molto il gesto del Papa che sceglie loro per lavare i piedi. Un gesto di umiltà, loro si sentono vicini a quello che poi è il mondo reale, non si sentono emarginati.

D. - C’è qualcosa che secondo te i ragazzi vogliono dire a Papa Francesco?

R. - Sulla scia dell’esperienza della precedente visita in carcere di Benedetto XVI, quello che alla fine loro chiederanno è di pregare per loro, perché sembrano così lontani dal mondo cattolico, però alla fine quello che chiedono è sempre una preghiera per loro.

D. - Quanto è importante la fede tra di loro?

R. - È importante come segno di speranza. Loro durante la giornata sono sempre attivi, ma arriva un certo punto in cui la porta si chiude e rimangono da soli. E questo durante la giornata è un momento che arriva abbastanza presto: dalle 18, 18:30 fino alle 8 del mattino sono completamente da soli con il loro compagno di cella. Ed è in quei momenti che fanno di più appello all’unico Dio... Quindi loro hanno sempre bisogno - comunque - di un appoggio di fede, di speranza e di pensare che al di là di tutto c’è qualcuno che pensa a loro e che li perdona.

D. - Questi ragazzi tendenzialmente che tipo di reati hanno compiuto? Perché si trovano in carcere?

R. - Tendenzialmente i reati più comuni sono lo spaccio e i furti. È vero, nel momento in cui una persona compie un reato sta sbagliando anche ai danni di qualcun altro. Però, io credo che tutti questi ragazzi debbano avere l’opportunità di cambiare. A volte nella loro vita si ritrovano a compiere un reato proprio perché probabilmente non hanno avuto qualcuno che gli ha fatto vedere cos’è il bene e cos’è il male, cosa è giusto e cosa e sbagliato. Quello che noi, anche come volontari, cerchiamo di testimoniare loro è che c’è qualcosa che va al di là dei soldi e che comunque si può aver tranquillamente una vita normale anche facendo dei sacrifici e che tutti ce la possiamo fare.

D. - Questa esperienza di volontariato secondo te è anche un modo per evangelizzare nel carcere?

R. - Sì. Noi nasciamo come un’associazione cattolica. Ovviamente trovandoci a contatto anche con ragazzi di altre religioni, cerchiamo di non evangelizzare - se intendiamo l’evangelizzazione andare lì con il Vangelo in mano e spiegarlo - ma di mostrare uno spirito di solidarietà, di rispetto degli altri, allora sì quello avviene.







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