Iraq: Patriarca caldeo e leader cristiani promuovono un piano di pace
Impedire "interventi stranieri" in materia di politica interna e promuovere la ricostruzione
della "casa irakena" attraverso la "partecipazione attiva di tutte le componenti del
mondo politico". È questo l'appello che il patriarca caldeo Mar Louis I Sako ha rivolto
giovedì mattina al presidente del Parlamento Usama Abdu'l Aziz al-Nujayfi, in un incontro
ufficiale al quale hanno partecipato - oltre al Patriarca caldeo - tutti i principali
leader delle Chiese cristiane. Il faccia a faccia si inserisce all'interno di una
serie di iniziative promosse dai vertici della minoranza religiosa, per rilanciare
il processo di pace e di autonomia nel Paese arabo, a 10 anni dall'invasione statunitense,
in questo periodo di avvicinamento alla Pasqua. Come riferisce il sito baghdadhope
ripreso dall'agenzia AsiaNews, mercoledì mattina il Patriarca caldeo e i capi delle
confessioni cristiane di Baghdad hanno incontrato i vertici del governo, guidati
dal premier sciita Nouri al Maliki e dal ministro dell'Ambiente, il cristiano Sargon
Lazar. Al centro dei colloqui, il piano di "riconciliazione nazionale" elaborato -
nei giorni scorsi - dai capi cristiani, durante una serie di incontri dedicati alla
pastorale. Rivolgendosi al premier al Maliki, il patriarca caldeo Mar Louis I ha ricordato
il Vangelo, il cui Gesù afferma che "il più grande tra voi sia il mio servitore".
"Lei - ha aggiunto il Patriarca - è il più grande tra noi in quanto a responsabilità,
ed è quindi suo dovere prendere l'iniziativa per la riconciliazione, come farebbe
un buon padre, per il bene dell'Iraq e degli irakeni". Il piano di pace cristiano
è stato proposto anche al presidente della Repubblica, ai vertici della regione autonoma
del Kurdistan e, questa mattina, al presidente del Parlamento. Oltre alla fine delle
"ingerenze" esterne, il piano prevede altri tre punti principali: risoluzione dei
contrasti mediante il dialogo, evitando di "usare i media per provocare e minacciare",
in special modo in vista delle elezioni; riaprire i dossier che riguardano i detenuti
"nel territorio di competenza, rilasciando gli innocenti"; istituire una commissione
per il dialogo che dia attuazione concreta al piano di pace. (R.P.)