2013-03-28 11:19:17

Abdellah Redouane: messaggi significativi da Papa Francesco per il dialogo con l'islam


Continuare nel cammino verso l'unità della Chiesa e proseguire il dialogo con le altre religioni, in particolare con l'Ebraismo e con l’Islam. Sono tra i primi propositi espressi da Papa Francesco. La Chiesa cattolica, ha detto, è consapevole della responsabilità “che tutti portiamo verso questo mondo”, noi “possiamo fare molto” per il bene dei poveri, per favorire la giustizia e per la pace. Quale l’impressione di questi primi giorni di pontificato nel mondo musulmano? Adriana Masotti ha sentito il dott. Abdellah Redouane, segretario generale del Centro Islamico Culturale d’Italia che ha sede a Roma:RealAudioMP3

R. - La mia impressione è che Papa Francesco ci abbia già dato messaggi molto significativi in termini di gesti e di parole. Ha nominato i musulmani che pregano l’unico Dio misericordioso e, attraverso i gesti, nel salutare la delegazione in qualche modo è andato oltre il protocollo per dare un abbraccio caloroso, fraterno. Personalmente, in questo abbraccio, ho sentito tutta la dimensione umana della persona, la sua umiltà, perché siamo tutti credenti umili davanti a Dio.

D. - Come lei ha accennato, all’udienza con i rappresentanti delle altre religioni, il Papa ha detto che nella presenza degli islamici vede la volontà di crescere nella stima reciproca per il bene dell’umanità. Voi come valutate tutto questo?

R. - Siamo assolutamente sostenitori della posizione del Papa, perché per noi è l’unica strada che può aiutare cristiani, musulmani ed altri, a camminare insieme sulla strada della pace e della cooperazione, guardando verso la stessa direzione, verso Dio.

D. - Papa Francesco ha tracciato quasi un programma di ciò che gli uomini di tutte le fedi - quindi anche cristiani e musulmani - possono fare insieme: rispetto per il Creato, aiuto ai più poveri, favorire la giustizia e la pace, ma soprattutto tener viva nel mondo la sete dell’Assoluto…

R. - Sono delle indicazioni molto importanti, il segnale è molto forte. Adesso è necessario che tutti convoglino in questa strada. Penso a tutte le altre fedi, in particolare a quelle monoteiste dell’islam e dell’ebraismo.

D. – In lei e nella sua comunità come sono risuonate le parole del Papa quando ha detto: “Saluto i musulmani che adorano Dio unico vivente e misericordioso e lo invocano nella preghiera”. È un riconoscimento, in fondo, di un altro islam rispetto a quello che tante volte in Occidente suscita timore, perché confuso con altri elementi come l’integralismo, ad esempio…

R. - Penso che questa mano tesa ai musulmani abbia avuto veramente un'eco molto, molto positiva nella comunità islamica, in particolar modo in quella italiana che è quella che conosco meglio. Mi giungono delle informazioni anche dal mondo islamico all’estero, dove sono molto fiduciosi che si possa lavorare molto bene con Papa Francesco. Penso che non sia più un auspicio, ma che il Papa abbia già iniziato e bisogna che gli altri gli diano una mano per aiutarlo in questa direzione, in particolar modo la comunità cattolica e cristiana in tutto il mondo. In una parola posso dire che con Papa Francesco si aprono nuovo prospettive proficue che promettono di superare l’immobilismo fatto di sospetto, di diffidenza… Penso che oggi Papa Francesco ha aperto una strada; bisogna seguirlo.

D. - Per conoscere un po’ di più il mondo islamico - mi riferisco in particolare all’Italia – può dirci in che modo le comunità musulmane lavorano per i poveri, per la pace?

R. - Penso che abbiamo le stesse sfide. Sappiamo che con questa crisi economica, che tocca tutti ma in particolar modo i musulmani che nella stragrande maggioranza sono immigrati, gli effetti negativi si fanno sentire pesantemente. Di conseguenza, bisogna assolutamente elaborare programmi per alleggerire le sofferenze delle persone. Per il momento non abbiamo - come comunità - delle organizzazioni come la Caritas, ma ogni luogo di culto cerca di aiutare i poveri non soltanto della comunità, ma dell’Italia. La solidarietà tra i musulmani è un obbligo religioso: coloro che hanno di più devono aiutare coloro che non hanno nulla. Dunque il background religioso ci spinge alla solidarietà e alla cooperazione. Vorrei dire che sono molto fiducioso e che spero che, nei prossimi mesi, si metta in moto questo treno al quale Papa Francesco ha dato il via libera per andare insieme nella giusta direzione.







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