Abdellah Redouane: messaggi significativi da Papa Francesco per il dialogo con l'islam
Continuare nel cammino verso l'unità della Chiesa e proseguire il dialogo con le altre
religioni, in particolare con l'Ebraismo e con l’Islam. Sono tra i primi propositi
espressi da Papa Francesco. La Chiesa cattolica, ha detto, è consapevole della responsabilità
“che tutti portiamo verso questo mondo”, noi “possiamo fare molto” per il bene dei
poveri, per favorire la giustizia e per la pace. Quale l’impressione di questi primi
giorni di pontificato nel mondo musulmano? Adriana Masotti ha sentito il dott.
Abdellah Redouane, segretario generale del Centro Islamico Culturale d’Italia
che ha sede a Roma:
R. - La mia
impressione è che Papa Francesco ci abbia già dato messaggi molto significativi in
termini di gesti e di parole. Ha nominato i musulmani che pregano l’unico Dio misericordioso
e, attraverso i gesti, nel salutare la delegazione in qualche modo è andato oltre
il protocollo per dare un abbraccio caloroso, fraterno. Personalmente, in questo abbraccio,
ho sentito tutta la dimensione umana della persona, la sua umiltà, perché siamo tutti
credenti umili davanti a Dio.
D. - Come lei ha accennato, all’udienza con i
rappresentanti delle altre religioni, il Papa ha detto che nella presenza degli islamici
vede la volontà di crescere nella stima reciproca per il bene dell’umanità. Voi come
valutate tutto questo?
R. - Siamo assolutamente sostenitori della posizione
del Papa, perché per noi è l’unica strada che può aiutare cristiani, musulmani ed
altri, a camminare insieme sulla strada della pace e della cooperazione, guardando
verso la stessa direzione, verso Dio.
D. - Papa Francesco ha tracciato quasi
un programma di ciò che gli uomini di tutte le fedi - quindi anche cristiani e musulmani
- possono fare insieme: rispetto per il Creato, aiuto ai più poveri, favorire la giustizia
e la pace, ma soprattutto tener viva nel mondo la sete dell’Assoluto…
R. -
Sono delle indicazioni molto importanti, il segnale è molto forte. Adesso è necessario
che tutti convoglino in questa strada. Penso a tutte le altre fedi, in particolare
a quelle monoteiste dell’islam e dell’ebraismo.
D. – In lei e nella sua comunità
come sono risuonate le parole del Papa quando ha detto: “Saluto i musulmani che adorano
Dio unico vivente e misericordioso e lo invocano nella preghiera”. È un riconoscimento,
in fondo, di un altro islam rispetto a quello che tante volte in Occidente suscita
timore, perché confuso con altri elementi come l’integralismo, ad esempio…
R.
- Penso che questa mano tesa ai musulmani abbia avuto veramente un'eco molto, molto
positiva nella comunità islamica, in particolar modo in quella italiana che è quella
che conosco meglio. Mi giungono delle informazioni anche dal mondo islamico all’estero,
dove sono molto fiduciosi che si possa lavorare molto bene con Papa Francesco. Penso
che non sia più un auspicio, ma che il Papa abbia già iniziato e bisogna che gli altri
gli diano una mano per aiutarlo in questa direzione, in particolar modo la comunità
cattolica e cristiana in tutto il mondo. In una parola posso dire che con Papa Francesco
si aprono nuovo prospettive proficue che promettono di superare l’immobilismo fatto
di sospetto, di diffidenza… Penso che oggi Papa Francesco ha aperto una strada; bisogna
seguirlo.
D. - Per conoscere un po’ di più il mondo islamico - mi riferisco
in particolare all’Italia – può dirci in che modo le comunità musulmane lavorano per
i poveri, per la pace?
R. - Penso che abbiamo le stesse sfide. Sappiamo che
con questa crisi economica, che tocca tutti ma in particolar modo i musulmani che
nella stragrande maggioranza sono immigrati, gli effetti negativi si fanno sentire
pesantemente. Di conseguenza, bisogna assolutamente elaborare programmi per alleggerire
le sofferenze delle persone. Per il momento non abbiamo - come comunità - delle organizzazioni
come la Caritas, ma ogni luogo di culto cerca di aiutare i poveri non soltanto della
comunità, ma dell’Italia. La solidarietà tra i musulmani è un obbligo religioso: coloro
che hanno di più devono aiutare coloro che non hanno nulla. Dunque il background religioso
ci spinge alla solidarietà e alla cooperazione. Vorrei dire che sono molto fiducioso
e che spero che, nei prossimi mesi, si metta in moto questo treno al quale Papa Francesco
ha dato il via libera per andare insieme nella giusta direzione.