Messa del Mercoledì Santo. Il Papa: chi sparla degli altri è come Giuda
Il tradimento di Giuda paragonato al pettegolezzo, al parlare male degli altri. E’
la riflessione fatta da Papa Francesco nella breve omelia tenuta nella “Casa Santa
Marta” in Vaticano, a commento del Vangelo del Mercoledì Santo. Poi, a sorpresa, il
Papa si è recato nella Basilica di San Pietro a salutare i dipendenti vaticani riuniti
per la Messa presieduta dal cardinale Angelo Comastri alla vigilia del Triduo pasquale.
Il servizio di Sergio Centofanti:
Il Vangelo del
Mercoledì Santo presenta il tradimento di Giuda per 30 denari. Uno dei Dodici, uno
degli amici di Gesù, uno di quelli che gli erano più vicini – sottolinea il Papa –
parla con i capi dei sacerdoti trattando il prezzo del tradimento. “Gesù è come una
mercanzia: è venduto”. Capita “tante volte anche nel mercato della Storia … nel mercato
della nostra vita – ha proseguito - quando noi scegliamo i 30 denari e lasciamo Gesù
da parte, guardiamo il Signore che è venduto. E a volte noi – afferma il Papa - con
i nostri fratelli, con i nostri amici, tra noi, facciamo quasi lo stesso”. Accade
"quando chiacchieriamo l’uno dell’altro”. Questo è vendere, e “la persona di cui chiacchieriamo
è una mercanzia, diventa una mercanzia. E con quanta facilità - esclama - noi facciamo
questo! E’ la stessa cosa che ha fatto Giuda”. Il Papa quindi aggiunge: “Non so perché,
ma c’è una gioia oscura nella chiacchiera”. A volte cominciamo da parole buone, ma
poi all’improvviso arriva la chiacchiera e comincia quello che il Papa definisce “spellare
l’altro”. Ma “ogni volta che chiacchieriamo, ogni volta che ‘spelliamo’ l’altro –
ricorda il Pontefice - facciamo la stessa cosa che ha fatto Giuda”. Questo, dunque,
l’invito: “mai parlare male di altre persone”. Giuda, quando ha tradito Gesù “aveva
il cuore chiuso, non aveva comprensione, non aveva amore, non aveva amicizia”. Così,
anche noi quando spettegoliamo non abbiamo amore, non abbiamo amicizia, tutto diventa
mercato: “vendiamo i nostri amici, i nostri parenti”. Allora - esorta il Papa – “chiediamo
perdono perché lo facciamo all’amico, ma lo facciamo a Gesù, perché Gesù è in questo
amico, in questa amica. E chiediamo la grazia di non ‘spellare’ nessuno, di non chiacchierare
di nessuno”. E se ci accorgiamo che qualcuno ha dei difetti – conclude il Papa – non
facciamoci giustizia con la nostra lingua, ma preghiamo il Signore per lui, dicendo
“Signore, aiutalo!”.
Il Papa si è poi recato nella Basilica di San Pietro
dove ha salutato i dipendenti vaticani riuniti per la Messa presieduta dal cardinale
Comastri, ringraziandoli per il lavoro svolto per la Santa Sede:
"Voglio
ringraziarvi per questo e chiedervi di pregare per me: ne ho bisogno perché io sono
anche un peccatore, come tutti. E voglio essere fedele al Signore. Pregate per me.
Vi auguro Buona Pasqua. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca, come
Mamma buona. Grazie tante!“.