La Lega Araba autorizza la fornitura di armi ai ribelli siriani
Secondo ed ultimo giorno di lavori a Doha, in Qatar, per la Lega Araba. Ieri l’opposizione
siriana ha incassato il sì dell’organizzazione alla fornitura di armi ai ribelli mentre
la Nato ha declinato l’invito a schierare i missili anti-missile Patriot a protezione
delle aree liberate nel nord della Siria. Il servizio di Marina Calculli:
La Lega Araba
riunita ieri a Doha ha concesso ad ogni paese membro di fornire aiuto anche militare
ai ribelli anti Bashar al-Asad. D’altra parte il seggio del presidente siriano, sospeso
da novembre 2011, è stato concesso ieri al capo dell’opposizione politica in esilio
al-Katib. Simbolicamente il summit si è aperto sostituendo la bandiera della Repubblica
Siriana con quella della rivoluzione siriana. Tutti d’accordo tranne Baghdad e Algeri.
Il Libano, invece, si è astenuto dal testo della risoluzione. E tuttavia, mentre la
Siria si spacca in due, anche politicamente dunque, gli aspetti controversi non mancano.
In serata 70 oppositori del regime di Damasco hanno indirizzato alla Lega una lettera
in cui rinnegano un governo dominato dalle forze islamiste e, soprattutto, una tutela
araba e regionale della Siria. Dall’interno del paese, invece, l’Esercito Siriano
Libero ha già dichiarato di non riconoscere il governo in esilio. Ieri intanto nel
nord di Damasco una bomba o forse un colpo di mortaio lanciato da mano ancora incerta
ha provocato la morte di decine di civili e militari. A Homs le truppe lealiste hanno
ripreso lo storico quartiere di Bab Amr, uno dei cuori pulsanti dell’opposizione antigovernativa.
Dunque
nel Paese proseguono le violenze, ieri il leader dimissionario della coalizione siriana
al Khatib, durante il suo intervento a Doha, ha parlato di pericolo rappresentato
dalle armi chimiche presenti nel Paese. Su questo aspetto, Salvatore Sabatino ha
intervistato la collega Susan Dabbous:
R. – Questo
è un tema profondamente serio e drammatico. Dal Libano, anche dalla Turchia, è possibile
vedere ospedali che prendono in cura profughi siriani che portano sul corpo i segni
di armi non convenzionali. Ovviamente, in questi casi perdersi nella definizione “tecnica
di arma chimica” o “armi con agenti chimici” è puramente retorico, perché l’utilizzo
di sostanze deturpanti è assolutamente assodato. Per cui, ovviamente, Kathib che ha
uno sguardo umano sulla questione ha fatto leva proprio su questo, mentre la comunità
internazionale sta intraprendendo una ricerca, un’indagine per vedere se si stratta
delle cosiddette armi chimiche. Era la famosa "linea rossa" che aveva tracciato Obama
e che, però, anche in questo caso sembra non essere, alla fine, così definitiva.