Un presepe pasquale allestito alla Porziuncola di Assisi
In occasione dell’ormai prossima festa della Pasqua di Resurrezione del Signore presso
la Porziuncola ad Assisi è stato allestito per la prima volta un “presepe pasquale”.
Il progetto si inserisce nella tradizione inaugurata a Greccio, nella valle reatina,
dove in occasione del Natale del 1223 San Francesco volle rappresentare la natività
di Gesù. Ma come è nata l’idea? Paolo Ondarza lo ha chiesto all’artista che
l’ha realizzata, padre Massimo Lelli, prefetto della Basilica di Santa Maria
degli Angeli in Porziuncola:
R. – E’ nata
sull’onda dell’Anno della Fede. Nasce perché sono un francescano e come francescano
ho nel sangue il desiderio di San Francesco: quello di rappresentare e in qualche
modo poter vedere con gli occhi del corpo, la povertà e così anche la vita di Gesù.
L’ho realizzato attraverso personaggi in resina; 30 cm è la dimensione delle statue,
e le scenografie sono fatte con polistirolo e gesso: un materiale molto povero.
D.
– Cosa viene rappresentato in questo “presepe pasquale”?
R. – Sono 11 scene
della vita di Gesù: alcune scene molto articolate, affollate, altre invece molto semplici.
Il Natale, il battesimo di Gesù, l’incontro di Gesù con la Samaritana, la moltiplicazione
dei pani con l’entrata a Gerusalemme, l’Ultima Cena, tutte le scene dalla Passione:
quindi la salita al Calvario, il Calvario e infine la Resurrezione.
D. – In
che cosa il presepe pasquale si distingue dalle sacre rappresentazioni che siamo abituati
a vedere durante la Settimana Santa?
R. – Sicuramente, il presepe pasquale
è rappresentato da personaggi statici, realizzati con materie plastiche, mentre nelle
sacre rappresentazioni si cerca di far partecipare attivamente le persone. La rappresentazione
sacra solitamente viene messa in scena in alcuni paesi è più simile all’esperienza
di San Francesco a Greccio, che lì inventò il presepe vivente.
D. – Ma come
Francesco d’Assisi viveva la Pasqua?
R. – Sicuramente con grande entusiasmo,
anche se lui secondo lui la festa delle feste era il Natale: l’incarnazione di Gesù.
Ma certamente, sappiamo che l’incarnazione di Gesù non trova senso né significato
se non nella Pasqua, nella sua morte e resurrezione. San Francesco ha voluto vivere
in modo forte, intenso questa esperienza quando è andato alla Verna, a meditare la
Passione di Cristo: quindi per lui la Pasqua è molto importante, è fondamentale!
D.
– L’idea di un “presepe pasquale” suona molto originale: intendete inaugurare una
tradizione?
R. – Speriamo! Anche se di lavoro per realizzarlo ce n’è molto.
Ce lo auguriamo, perché qui in Umbria sono molto sentite sia la tradizione del presepe
che le espressioni artistiche intorno alla Pasqua.
D. – Ed è immaginabile pensare,
un giorno, ad un “presepe pasquale” anche nelle case?
R. – Perché no? Tanto
più che bisogna un po’ rinvigorire la fede anche attraverso queste semplici esperienze
che però possono essere efficaci soprattutto per i bambini, affinché conoscano in
modo più profondo la vita di Gesù.
D. – Arte, devozione e spiritualità si fondono,
nel “presepe pasquale” …
R. – Certamente. Anche perché abbiamo voluto accompagnare
queste scene con la lettera “Porta fidei” di Benedetto XVI, come omaggio al servizio
che ha svolto nella Chiesa. Quindi mentre visitiamo il “presepe pasquale” possiamo
leggere stralci di questa Lettera che servono per meditare la scena che stiamo osservando.