Siria. Vescovo di Aleppo: Papa Francesco ci sostiene nel vivere il dramma della guerra
La testimonianza del nuovo Papa Francesco ha dato nuova forza alla popolazione siriana
martoriata da oltre due anni di guerra. Mons. Jean- Clément Jeanbart, arcivescovo
metropolita di Aleppo per la Chiesa greco-melchita, afferma all'agenzia AsiaNews che
"con i suoi discorsi Francesco ci aiuta e ci indica la via per affrontare il dramma
che stiamo vivendo. Egli ci rammenta che viviamo per Cristo e dobbiamo fare di tutto
per restare vicini a Gesù, che è l'unico che ci può salvare". Il vescovo aggiunge
che "ad Aleppo, ma anche nel resto della Siria vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli
hanno scritto nel loro cuore questo messaggio e ognuno cerca di realizzarlo e diffonderlo
nelle proprie diocesi, parrocchie e famiglie". La decisione della fede è così forte
che oltre 2mila siriani, sfidando le bombe e il rischio attentati, hanno partecipato
ieri alla messa per la Domenica della Palme celebrata nella cattedrale greco-melchita
della Vergine Maria ad Aleppo. "La funzione è stata commovente - racconta il prelato
- la Chiesa era stracolma di persone giunte da diverse parti della diocesi, nonostante
il clima di guerra e violenza che ha colpito la nostra città". Mons. Jeanbart confessa
di aver incentrato la sua predica per la Domenica della Palme proprio sulle parole
del Papa: "Ho ricordato ai fedeli che Cristo è con noi in questo dramma e non ci lascerà,
la sua pace verrà". Per il prelato, la violenza, la guerra e il radicalismo islamico,
non hanno impedito alla gente di sperare e di convertire il proprio cuore. "In Siria
- afferma - i musulmani non possono convertirsi al cristianesimo, se lo fanno rischiano
la vita. Tuttavia, nei giorni scorsi un uomo mi ha confessato che vuole diventare
cristiano e vorrebbe essere battezzato. Questa è una eccezione nella nostra comunità,
ma è un segno forte della potenza di Gesù e del messaggio cristiano". Terza città
del mondo arabo per numero di cristiani, circa 300mila, dopo Beirut e il Cairo, Aleppo
è in stato di assedio da quasi otto mesi. Ribelli islamici ed esercito siriano si
sono divisi quartieri centrali e parte della periferia, utilizzando le abitazioni
e palazzi come trincee. L'aviazione di Bashar al-Assad ha completamente distrutto
il centro storico, patrimonio dell'Unesco, costringendo migliaia di persone alla fuga.
Di recente a Khan al-Assal, a pochi chilometri dalla città, sarebbero state lanciate
armi chimiche sulla popolazione civile. (R.P.)