Il ministro Severino: a Casal del Marmo, attesa e speranza tra i ragazzi per la visita
del Papa
C’è attesa al Carcere minorile romano di Casal del Marmo per la visita di oggi del
Papa. Il Ministero della Giustizia afferma che la celebrazione della “Messa in Coena
Domini” sarà un momento di riservata preghiera, che coinvolgerà soltanto Papa Francesco,
i 46 ragazzi ospiti della struttura, la guardasigilli Paola Severino e la responsabile
del Dipartimento per la Giustizia Minorile Caterina Chinnici. Sull’atmosfera a Casal
Del Marmo Alessandro Guarasci ha sentito il ministro Severino:
R. - Una grande
concentrazione nella preparazione sia da parte di tutto il personale sia da parte
dei ragazzi. Io sono andata a fare una piccola visita, un sopralluogo, anche per verificare
lo stato d’animo, e devo dire che c’è un clima di aspettativa e di speranza veramente
straordinario.
D. - Come ha trovato i ragazzi? Ci sarà magari qualche sorpresa
per il Papa?
R. - Io credo che tutto avverrà in maniera molto spontanea, così
come credo sia nel desiderio del Papa. Io mi sono raccomandata che nulla venisse preparato
in maniera artificiosa. E credo che la spontaneità dei ragazzi sarà la testimonianza
migliore e il dono migliore per un Papa, che ha mostrato un’immediata attenzione per
coloro che soffrono di più; tra essi ci sono sicuramente questi ragazzi che sono spesso
stranieri, che sentono molto la mancanza e la lontananza delle famiglie e che hanno
come famiglia coloro che lavorano nel carcere.
D. - Ad oggi quanto è possibile
recuperare davvero questi ragazzi, che così giovani entrano in una prigione?
R.
- Ci sono delle storie straordinarie di recupero e delle storie terribili di ricaduta
nel reato. Nella direzione del bene accade spesso che giovani, che rimangono lontani
dalle famiglie di origine, ce la facciano. Purtroppo il modello criminale che assorbono
in famiglia, spesso è quello che li induce a ricadere nel reato. Quindi occorre molta
accortezza nel loro reinserimento sociale, ancora di più di quanta non ne occorra
per i detenuti maggiorenni.
D. - Lei è soddisfatta di quest'anno e più di permanenza
al Ministero di Grazia e Giustizia? Dovevano essere varate le pene alternative e poi
è tutto fallito ed è stata rinviata anche la chiusura degli Opg, gli Ospedali psichiatrici
giudiziari…
R. - Almeno si è segnato l’inizio di un cammino con una traccia
molto profonda. Il decreto salva-carceri intanto ha incominciato a funzionare e a
dare un certo respiro di deflazione della popolazione carceraria. Per quanto riguarda
gli Opg abbiamo avviato un cammino che non si era mai tracciato, con la Sicilia per
esempio, che non aveva mai stipulato una convenzione per il passaggio della Sanità
dal Ministero della Giustizia appunto al Sistema sanitario. Abbiamo ottenuto i finanziamenti
per gli Ospedali psichiatrici giudiziari e le Regioni hanno presentato i progetti.
Insomma si tratta di un rinvio e non di abbandono di una strada, che occorrerà comunque
percorrere. Se guardo il bicchiere mezzo vuoto ovviamente mi rammarico della mancata
approvazione della legge sulle misure alternative alla detenzione. Credo, però, che
l’attenzione che continua a permanere sul fenomeno, il fatto che tante autorità laiche
e religiose continuino ad occuparsi di questo fenomeno, rappresenti un’indicazione
estremamente positiva, nel senso che oggi si tratta di un tema che nell’agenda di
tutti è in cima rispetto agli altri, tra i primi a cui, io spero, si potrà apprestare
il prossimo Parlamento.
D. - Ma, secondo lei, c’è ancora una parte della classe
politica che tenta di emarginare questo problema?
R. - Vedo che l’attenzione
c’è in tutti. Secondo me il tema sociale è quello da approfondire maggiormente. La
gente, infatti, spesso vede il carcere come qualcosa di cui non vale la pena occuparsi,
perché riguarda altri, riguarda persone con le quali non ci si potrà mai, non ci si
vorrà mai identificare. Allora, questo coinvolgimento sociale dell’opinione pubblica
deve rappresentare una tappa ulteriore per l’attenzione al carcere.