2013-03-25 15:46:36

Nozze gay in Francia e Stati Uniti: la politica soffoca un vero dibattito popolare


Aumentano i Paesi che aprono alle nozze gay e cosi anche le manifestazioni popolari contrarie, come accaduto domenica a Parigi, in Francia, dove oltre un milione di cittadini sono scesi in piazza, ed è la seconda volta quest’anno, per fermare il varo definitivo, in Senato, della Legge - già approvata lo scorso mese dall’Assemblea nazionale - che consente i matrimoni omosessuali. Intanto negli Stati Uniti la Corte Suprema apre oggi le udienze per stabilire la legittimità a livello federale delle nozze gay, come sollecitato dal presidente Obama. Roberta Gisotti ha intervistato il dott. Pietro Boffi, sociologo, responsabile del Centro Documentazione del Centro Internazionale Studi Famiglia (Cisf) RealAudioMP3

D. – L’impressione è che le lobby favorevoli alle nozze gay stiano aggirando il consenso popolare, puntando direttamente alle maggioranze parlamentari. Lei, da sociologo – oltre che da cattolico – come valuta questo modo di procedere?

R. – Devo dire che mi ha abbastanza sorpreso. Ho seguito da vicino la vicenda francese: dove, ad esempio, la Chiesa e i cattolici impegnati in politica si sono comportati molto bene. Hanno detto una semplice cosa: “Apriamo il dibattito”: c’è un testo preciso che si chiama “Ouvrons le débat”. Ed hanno richiesto che su una tematica così importante, che attiene alla sfera antropologica, all’essenza più importante dell’umano, si potesse parlarne, discuterne e dibattere. E devo dire che anche le manifestazioni che ci sono state, e le prese di posizione pubbliche, sono state molto composte, molto ordinate, rispettose ed assolutamente non aggressive verso chi la pensa diversamente. Mi sarei aspettato che, appunto, ci fosse una possibilità di discutere approfonditamente, di valutare le ragioni contenute nei vari documenti che si sono susseguiti anche da parte di altre personalità religiose – penso al Gran Rabbino di Francia, Gilles Bernheim … Invece niente di tutto questo! C’è proprio un’accelerazione, proprio per la paura che possano emergere posizioni, tra la popolazione, diverse da quelle discusse in aula della Camera, prima, e del Senato ora, in Francia.

D. – Che dire anche degli Stati Uniti, dove la questione è arrivata alla Corte Suprema che entro giugno, così come richiesto direttamente dal presidente Obama dovrà pronunciarsi sul tema delle nozze gay, in questo caso imponendosi sulla legislazione degli Stati federati?

R. – Sì: gli Stati Uniti hanno un tipo di situazione come dire ‘a macchia di leopardo’. A livello federale c’è il “The Defense of Marriage Act”, che sarebbe la legge che dichiara che non sono possibili matrimoni tra persone dello stesso sesso. Ma livello statale, cioè dei singoli Stati, ci sono state delle legislazioni che hanno riconosciuto esclusivamente nei propri confini il valore del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Quindi si è creata una situazione caotica, perché non appena uno si trasferisce di Stato non è più sposato, e se torna di là lo è, e quindi si pongono gravi questioni patrimoniali, ereditarie … Quindi, è una situazione in grande ‘effervescenza’. E’ noto che ultimamente il presidente Obama ha preso in generale una posizione a favore del tema dei matrimoni omosessuali, e quindi questa questione giuridica, tipicamente americana, legata all’essere una Federazione di tanti Stati, in certa misura autonomi, sta arrivando al nodo.

D. – Auspicando appunto un dibattito popolare, sarebbe utile anche sgomberare il campo dall’identificare chi è contrario ai matrimoni gay con una persona che discrimina la persona gay …

R. – Assolutamente, sì. Ci sono delle premesse da porre, e tra queste quella che non vanno demonizzati né gli uni né gli altri. Ad essere onesti e franchi, veniamo da una lunga stagione in cui davvero ci sono state espressioni anche di violenza e di aggressività e di rifiuto delle persone omosessuali, in tutti i sensi e in tutti i campi. Ora siamo passati quasi dalla parte opposta, per cui chiunque osi sostenere e dire che è contrario a definire ‘matrimonio’ l’unione tra due persone dello stesso sesso - come anch’io sostengo - e che eventualmente i rapporti, le relazioni, le unioni sono altra cosa, di altro genere rispetto a quello che è in essenza il matrimonio, viene subito tacciato di essere una persona che discrimina, quando non si dice che opprime intere classi di persone. Bisognerebbe incominciare a poter discutere liberamente, a vedere su quale fondamento dobbiamo poggiare – appunto – il matrimonio. Questo è vero soprattutto – come sta avvenendo anche in Francia – per la questione della filiazione: cioè, i bambini coinvolti sia nella procreazione più o meno artificiale, nelle adozioni da utero surrogato o in affitto o in prestito, come si usa dire, nell’acquisto – più o meno – di gameti, ecco tutte queste cose entrano in questa vicenda dei matrimoni gay. E bisognerebbe valutarle estremamente bene, mentre invece mi pare che – ripeto - ci sia un’accelerazione molto forte, priva del necessario approfondimento di tali questioni.







All the contents on this site are copyrighted ©.