2013-03-23 17:08:13

Una giornalista italo-argentina racconta l'amore di Papa Francesco per i poveri


C'è un quartiere a Buenos Aires che, dal 13 marzo scorso, è diventato "meta di pellegrinaggio": si tratta di Flores, dove Jorge Mario Bergoglio è nato e cresciuto. In questo quartiere, nella zona sudovest della capitale argentina, vive anche la giornalista italo-argentina di origine sarde, Teresa Fantasia che - al microfono di Alessandro Gisotti - parla del quartiere Flores e dei suoi incontri con il cardinale Bergoglio:RealAudioMP3

R. - E' un quartiere molto bello e adesso abbiamo scoperto in molti questa cosa: abito qui da 32 anni e sapere che (Papa Francesco) nacque a 300 metri da casa mia è stata una grande sorpresa per me. Lo incontravo spesso quando veniva a celebrare la Messa alla Basilica di San José de Flores, a quattro isolati da casa.

D. – Che ricordo ha personalmente di questo uomo?

R. – Così come ha parlato quando si è affacciato dalla Loggia di San Pietro a Roma, così parla sempre, con tanta umiltà e con tanta semplicità. Le sue omelie sono veramente commoventi per questo motivo: lui non alza mai la voce, parla sempre così piano e tranquillo, come un padre che insegna ai figli.

D. – Poi, ovviamente, c’è questo aspetto del suo essere per i poveri, che credo che appunto noi stiamo imparando a conoscere, ma a Buenos Aires era ben noto da sempre...

R. – Lui non viveva nel palazzo dell’arcivescovato ma in un piccolo appartamento, andava spesso in giro a piedi: quando doveva celebrare delle nozze in un altro quartiere gli volevano mandare una macchina ma lui prendeva il treno o l’autobus, andava camminando anche alle “Ville miserie”, le baraccopoli. Si fermava lì a prendere il Mate - una bevanda nazionale – insieme ai cartoneros, ovvero, i poveri. Una volta ha fatto anche la guardia perché volevano demolire le case di una baraccopoli, così è rimasto lì la notte insieme a loro, per resistere e per dargli coraggio.

D. – Lei è figlia di immigrati, proprio come Jorgé Mario Bergoglio è figlio di immigrati italiani e lui questo legame lo manteneva. Cosa può dirci anche su questo?

R. – Dico sempre che faccio parte della generazione dei “bambini delle navi”, dei quali si parla pochissimo: avevo sette anni quando siamo sbarcati a Buenos Aires – il 31 dicembre del ‘48” – come Papa Francesco, anche lui figlio di immigrati. Conosce bene le sofferenze e le discriminazioni che abbiamo sofferto.

D. – C’è stata anche la possibilità di un incontro, proprio sul tema dell’immigrazione in particolare, con l’allora cardinale Bergoglio...

R. – Sì, quando si sono svolte le giornate della Pastoral de Migrantes, organizzata dai padri Scalabriniani; finito questo evento ci ha ricevuto nella sua cappella privata. In quell’occasione gli ho consegnato un dossier sulla storia della Madonna di Bonaria. Ci ha ringraziato tantissimo per questo dossier.







All the contents on this site are copyrighted ©.