Russia e Cina non solo confermano la loro partnership strategica, ma anzi la rilanciano.
Questo il senso degli incontri in corso a Mosca tra le dirigenze dei due Paesi prima
dell’atteso summit della prossima settimana in Sud Africa del Brics, il gruppo delle
economie emergenti. Ce ne parla Giuseppe D’Amato:
“Apprezziamo”,
ha evidenziato Vladimir Putin, che il primo viaggio all’estero in qualità di capo
di Stato sia avvenuto in Russia. “Questo – ha aggiunto il capo del Cremlino - dà il
senso delle nostre relazioni”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il nuovo leader
cinese, Xi Jinping, che ha segnalato “il ruolo sempre più rilevante della Russia sullo
scacchiere” mondiale. I due Paesi, è stato sottolineato, sono in sintonia sulle principali
questioni internazionali e rafforzeranno il loro coordinamento. Energia ed accordi
commerciali sono due capisaldi del “partenariato strategico”, ufficialmente “per un
mondo più giusto”. Decine di accordi sono stati firmati al Cremlino. Manca, però,
quello maggiormente in ritardo, quello cruciale riguardante il prezzo del gas russo
che Pechino si impegnerà a pagare. Gli analisti sono preoccupati, poiché il futuro
gasdotto della Siberia orientale non ha un cliente certo. I politici, però, non condividono
le medesime paure. Pechino ha già dichiarato che non pagherà comunque prezzi “occidentali”
per le forniture russe, come fanno gli europei.