2013-03-22 12:35:14

Il Papa al Corpo diplomatico: non c’è pace senza verità, costruire ponti di dialogo


Lottare contro la povertà materiale e spirituale: è quanto ha detto venerdì scorso Papa Francesco al Corpo Diplomatico, nel suo primo discorso agli ambasciatori presso la Santa Sede dalla sua elezione. Il Pontefice ha inoltre affermato che non c’è vera pace senza verità ed ha ribadito il suo impegno a costruire ponti con tutti gli uomini. Attualmente, sono 180 gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche piene con la Santa Sede. A questi vanno aggiunti: l’Unione Europea, il Sovrano Militare Ordine di Malta e una Missione a carattere speciale: l’Ufficio dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Un ideale “abbraccio del Papa al mondo”. Così, il Santo Padre ha voluto subito sottolineare il significato dell’udienza al Corpo Diplomatico. Un incontro, ha detto, per raggiungere tutti i popoli del mondo con le loro gioie, i drammi, le attese e i desideri. Ed ha osservato come le relazioni tra i Paesi e la Santa Sede “sono davvero un’occasione di bene per l’umanità”:

“E’ questo, infatti, che sta a cuore alla Santa Sede: il bene di ogni uomo su questa terra!”.

Ed ha auspicato che si possa intraprendere un cammino con i pochi Paesi che ancora non intrattengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Papa Francesco ha quindi indicato i punti forti sui quali vuole fondare il suo cammino assieme agli altri:

“Lottare contro la povertà sia materiale, sia spirituale; edificare la pace e costruire ponti. Sono come i punti di riferimento di un cammino al quale desidero invitare a prendere parte ciascuno dei Paesi che rappresentate”.

Il Papa si è così soffermato sui motivi che lo hanno portato a scegliere il nome di Francesco d’Assisi. “Uno dei primi – ha detto – è l’amore che Francesco aveva per i poveri”:

“Quanti poveri ci sono ancora nel mondo! E quanta sofferenza incontrano queste persone! Sull’esempio di Francesco d’Assisi, la Chiesa ha sempre cercato di avere cura, di custodire, in ogni angolo della Terra, chi soffre per l’indigenza e penso che in molti dei vostri Paesi possiate constatare la generosa opera di quei cristiani che si adoperano per aiutare i malati, gli orfani, i senzatetto e tutti coloro che sono emarginati, e che così lavorano per edificare società più umane e più giuste”.

“Ma – ha avvertito - c’è anche un’altra povertà”, “la povertà spirituale dei nostri giorni, che riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi”. Si tratta, ha aggiunto, di ciò che Benedetto XVI “chiama la dittatura del relativismo, che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini”. Un ragionamento che Papa Francesco ha legato all’edificazione della pace testimoniata da Francesco d’Assisi:

“Ma non vi è vera pace senza verità! Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra”.

Uno dei titoli del vescovo di Roma, ha quindi osservato, è Pontefice, “cioè colui che costruisce ponti con Dio e tra gli uomini”:

“Desidero proprio che il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti fra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere ed abbracciare!”.

Il Papa ha voluto ricordare, in tale contesto, anche le sue origini italiane che lo spingono a lavorare “per edificare ponti”. In me, ha detto, è sempre vivo il dialogo tra luoghi e culture fra loro distanti, “tra un capo del mondo e l’altro, oggi sempre più vicini, interdipendenti, bisognosi di incontrarsi e di creare spazi reali di autentica fraternità”. In quest’opera, ha poi soggiunto, è fondamentale anche il ruolo della religione:

“Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri. Per questo è importante intensificare il dialogo fra le varie religioni, penso anzitutto a quello con l’Islam, e ho molto apprezzato la presenza, durante la Messa d’inizio del mio ministero, di tante Autorità civili e religiose del mondo islamico”.

Del resto, ha affermato, “è pure importante intensificare il confronto con i non credenti, affinché non prevalgano mai le differenze che separano e feriscono, ma, pur nella diversità, vinca il desiderio di costruire legami veri di amicizia tra tutti i popoli”. Concludendo il suo intervento, Papa Francesco non ha mancato di ribadire la necessità di “imparare sempre più ad amare” la nostra Terra. Ancora una volta, il pensiero è andato al Poverello d’Assisi che, ha detto, insegna “un profondo rispetto per tutto il creato”, e il custodire l’ambiente che troppo spesso sfruttiamo avidamente.







All the contents on this site are copyrighted ©.