Guatemala: la Chiesa chiede azioni concrete per promuovere la riforma migratoria negli
Usa
Il messaggio per la Via Crucis del Migrante 2013, Giornata che la Chiesa del Guatemala
celebra ogni 16 marzo, ha messo al centro “la piaga delle deportazioni e dell'indifferenza”
di fronte alle migliaia di persone che nel tentativo di migliorare le proprie condizioni
di vita, subiscono violenze e sono vittime di azione xenofobe e discriminatorie. Secondo
il documento pubblicato da mons. Mario Fiandri, vescovo del vicariato apostolico del
Petén, presidente della Commissione episcopale di Pastorale della Mobilita Umana,
ogni ora 14 guatemaltechi emigrano, il che significa circa 330 persone che ogni giorno
cercano migliori opportunità di sviluppo personale e famigliare. Oltre all’insistente
richiesta di politiche concrete da parte del governo per creare adeguate condizioni
socioeconomiche in modo di evitare e contenere il flusso migratorio, il documento
ribadisce l’urgenza della riforma migratoria annunciata dal rieletto presidente statunitense,
Barak Obama e che rappresenta un grande sollievo per circa 12 milioni di migranti
latinoamericani in situazione irregolare e, pertanto, soggette a retate e deportazioni.
“L’intento di sigillare e militarizzare le frontiere statunitensi - si legge nel messaggio
dell’episcopato - non fa altro che riversare il flusso di migranti verso luoghi a
rischio perche controllati da bande di narcotrafficanti e dal crimine organizzato”.
Inoltre, la Chiesa esprime la sua preoccupazione per l’azione spesso inumane e xenofobe
contro le comunità d’immigranti negli USA, vittime d’intolleranza, di discriminazione
e di odio razziale. D’altro canto il messaggio condanna il Messico per le azioni d’intercettazione,
di detenzione e di deportazione d’immigranti, e aggiunge che le deportazioni compiute
dalle autorità messicane sono d’uguale o maggiore proporzione alle attuate via aerea
dagli Stati Uniti. Di fronte a questa continua violazione dei diritti umani, dell’integrità
fisica e della vita dei migranti nel tentativo di sopravvivere, la Chiesa del Guatemala
chiama ai “governi centroamericani perche di forma individuale o collettiva, costituiscano
una lobby che agisca nei settori oppositori alla riforma migratoria” nel Congresso
degli Stati Uniti, premendo particolarmente “sulla chiara influenza elettorale della
comunità ispanoamericana negli USA”. Infine, il messaggio della Commissione di Pastorale
della Mobilità Umana dell’episcopato del Guatemala chiama a sconfiggere l’indifferenza
e intraprendere il cammino della solidarietà, della volontà politica e personale di
offrire all’immigrante accoglienza, ospitalità e carità. (A cura di Alina Tufani)