2013-03-20 09:14:25

Nigeria: dopo gli attentati i missionari e il vescovo di Kano chiedono il dialogo


I missionari sono decisi a restare nel Nord della Nigeria, nonostante l’intensificarsi delle violenze e degli attentati che stanno prendendo di mira anche la minoranza cristiana: lo dice all'agenzia Misna padre Maurice Henry, superiore provinciale della Società missioni africane (Sma), all’indomani dell’attentato di Kano. “Siamo missionari – dice padre Maurice – e non possiamo certo andare via; cerchiamo di evitare le zone rurali più a rischio ma continuiamo a operare in favore della pace e del dialogo interreligioso sia a Kano che nelle città di Gombe e di Jos”. Secondo le testimonianze raccolte dai quotidiani nigeriani, dal Vanguard al Daily Trust, lunedì le vittime dell’esplosione di un’autobomba in una stazione degli autobus a Kano sono state almeno 60. L’attentato è avvenuto a Sabon Gari, un quartiere dove vivono molti commercianti originari del sud della Nigeria a maggioranza cristiana. La strage non è stata rivendicata ma diversi osservatori ipotizzano un coinvolgimento di Boko Haram, un gruppo che sostiene di voler rovesciare il governo del presidente Goodluck Jonathan e imporre la legge islamica in tutto il Paese. Secondo padre Maurice, a partire dal 2009 violenze e attentati hanno spinto migliaia di persone a lasciare le regioni del Nord per trasferirsi in luoghi più sicuri. Dal canto suo mons. John Niyiring, vescovo di Kano, ha detto che “Boko Haram è la sfida più estesa e complessiva alla vita della nazione e alla libertà religiosa in Nigeria”. Nel suo intervento al convegno organizzato dalla Conferenza Episcopale della Nigeria, dal titolo: “Pace e riconciliazione, una prospettiva nigeriana alla luce di Africae Munus”, mons. Niyiring ha sottolineato che “La missione della Chiesa è annunciare il Vangelo di Nostro Signore con le parole e le azioni in ogni contesto e circostanza. La nostra conversazione verte sull’essere cristiani nella Nigeria di oggi della violenza e dell’insicurezza. Viviamo in situazioni di sfida nel nostro Paese: persecuzioni e martirio sono realtà concrete per tanti cristiani nigeriani”. Nonostante questo il vescovo ha concluso ricordando che “la ricca storia della Chiesa dimostra che le difficoltà e le sfide interne ed esterne al cristianesimo possono servire come spinta per un autentico rilancio dei valori evangelici”. (R.P.)







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