Il Papa alle Chiese cristiane e alle altre religioni: dialogo continua, rispetto e
amicizia tra fedi diverse
Tenere viva nel mondo la sete dell'Assoluto. Questa l'esortazione indicata da Papa
Francesco nel discorso rivolto ai rappresentanti delle Chiese e delle comunità ecclesiali,
del popolo ebraico e delle varie religioni, incontrati ieri mattina nella Sala Clementina
in Vaticano. Poco prima, il Pontefice aveva incontrato il Patriarca ortodosso ecumenico,
Bartolomeo I – con cui si è intrattenuto per circa 20 minuti e che più tardi ha ringraziato
come "mio fratello Andrea" – e il Metropolita Hilarion, del Patriarcato di Mosca.
Bartolomeo I e Hilarion hanno donato al Papa due icone mariane. Nell’incontro nella
Sala Clementina, Papa Francesco – che ha espresso la "ferma volontà" di proseguire
il cammino nel dialogo ecumenico – ha poi ricordato lo speciale vincolo spirituale
con il popolo ebraico, l'importanza della cooperazione con i fedeli di altre religioni
e la meta dell’unità tra i credenti in Cristo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Papa Francesco,
rivolgendosi ai delegati delle Chiese Ortodosse e delle Comunità ecclesiali d’Occidente,
ha indicato una prospettiva intima e peculiare, quella tracciata dal suo sguardo proteso
verso Piazza San Pietro in occasione, ieri, della Messa per l’inizio del ministero
petrino:
“Ho riconosciuto spiritualmente presenti le comunità che rappresentate.
In questa manifestazione di fede mi è parso così di vivere in maniera ancora più pressante
la preghiera per l’unità tra i credenti in Cristo e insieme di vederne in qualche
modo prefigurata quella piena realizzazione, che dipende dal piano di Dio e dalla
nostra leale collaborazione”.
Il Pontefice, dopo aver chiesto ai rappresentanti
delle Comunità cristiane una speciale preghiera affinché “possa essere un Pastore
secondo il cuore di Cristo”, ha ricordato che il migliore servizio alla causa dell’unità
tra i cristiani è vivere in pienezza la fede, dando “una testimonianza libera, gioiosa
e coraggiosa”.
“Più saremo fedeli alla sua volontà, nei pensieri, nelle
parole e nelle opere, e più cammineremo realmente e sostanzialmente verso l’unità”.
Il
Papa si è poi rivolto ai rappresentanti del popolo ebraico, al quale – ha detto –
ci lega uno “specialissimo vincolo spirituale”:
“Vi ringrazio della vostra
presenza e confido che con l’aiuto dell’Altissimo, potremo proseguire proficuamente
quale fraterno dialogo che il Concilio auspicava e che si è effettivamente realizzato,
portando non pochi frutti, specialmente nel corso degli ultimi decenni”.
Salutando
i rappresentanti di altre religioni, Papa Francesco si è rivolto in particolare ai
musulmani:
“Apprezzo molto la vostra presenza: in essa vedo un segno tangibile
della volontà di crescere nella stima reciproca e nella cooperazione per il bene comune
dell’umanità”.
La Chiesa cattolica – ha spiegato il Pontefice – è consapevole
dell’importanza del dialogo interreligioso:
“La Chiesa cattolica è consapevole
dell'importanza che ha la promozione dell'amicizia e del rispetto tra uomini e donne
di diverse tradizioni religiose; questo voglio ripeterlo: promozione dell'amicizia
e del rispetto tra uomini e donne di diverse tradizioni religiose. (...) Essa è ugualmente
consapevole della responsabilità che tutti portiamo verso questo nostro mondo, verso
l’intero creato, che dobbiamo amare e custodire. E noi possiamo fare molto per il
bene di chi è più povero, di chi è debole e di chi soffre, per favorire la giustizia,
per promuovere la riconciliazione, per costruire la pace”.
Ma soprattutto
si deve tenere viva nel mondo “la sete dell’Assoluto”...
“…non permettendo
che prevalga una visione della persona umana ad una sola dimensione, secondo cui l’uomo
si riduce a ciò che produce e a ciò che consuma: è questa una delle insidie più pericolose
per il nostro tempo”.
Il Papa ha ricordato, infine, il valore di testimoniare
“l’originaria apertura alla trascendenza che è insita nel cuore dell’uomo”:
“In
ciò sentiamo vicini anche tutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi
appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, si sentono tuttavia in ricerca della
verità, della bontà e della bellezza, di Dio, e che sono nostri preziosi alleati nell’impegno
a difesa della dignità dell’uomo, nella costruzione di una convivenza pacifica fra
i popoli e nel custodire con cura il creato”.