Colombia: le Farc presentano "proposte minime" per un accordo di pace
“Smilitarizzare le aree rurali, la società e lo Stato, il che implica l’abbandono
della dottrina della ‘sicurezza nazionale’ imposta dal Pentagono”: è la prima delle
“nove proposte minime di giustizia sociale territoriale e politica macroeconomica
per la pace” divulgata dalle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) dall’Avana.
A formularla è stato il capo negoziatore delle Farc, Iván Márquez, al suo arrivo,
al Palazzo delle Convezioni della capitale cubana che ospita il processo di pace tra
la guerriglia e il governo all’inizio del settimo ciclo di colloqui. Insieme alla
delegazione dell’esecutivo, guidata dall’ex vice presidente Humberto de la Calle,
la guerriglia è impegnata nel dibattito sul primo punto dell’agenda delle trattative,
il problema della terra. Di fronte ai giornalisti, Márquez ha inoltre deplorato l’uccisione,
il 5 marzo, di almeno 16 militari in un’imboscata dei ribelli nella regione del Cauca,
confermata ieri dal segretariato delle Farc: “Vorremmo che questi dialoghi di pace
si realizzassero in uno scenario tranquillo…e con una tregua bilaterale” ha detto
il comandante delle Farc reiterando la proposta di un cessate-il-fuoco concordato,
finora sempre esclusa dal governo che ha continuato a condurre l’offensiva militare
anche nel corso del negoziato infliggendo peraltro gravi perdite al gruppo armato.
Nonostante il contesto difficile, Márquez si è detto ottimista sul raggiungimento
di un’intesa sul tema agrario. Appena lunedì il presidente Juan Manuel Santos aveva
espresso l’auspicio di poter firmare la pace con le Farc prima della fine dell’anno.
(R.P.)