Cipro: oggi il voto sulla ratifica del piano di salvataggio da 10 miliardi
Slitta a oggi a Cipro il voto del parlamento sulla ratifica del piano di salvataggio
negoziato con l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale, inizialmente previsto
per ieri. Si tratta di un prestito da 10 miliardi di euro al fronte del quale è prevista
una tassazione forzosa sui depositi bancari. La banche saranno chiuse fino a giovedi
e il governo cipriota mira ad esentare i conti più modesti, per la Bce la tassazione
dovrebbe partire dai 100 mila euro. Ma quanto è alto il rischio contagio? Eugenio
Bonanata lo ha chiesto all’economista Francesco Carlà:
R. – Il primo
commento che mi viene istantaneamente è che si fa qualsiasi cosa per salvare le banche,
in qualsiasi condizione. Questo sia per ragioni evidentemente di contagio, dopo l’esperienza
del 2008 di Lehman Brothers, ma anche perché i rapporti tra banche e politica sono
sempre più evidenti.
D. – Quanto è alto il rischio di contagio in Europa?
R.
– Dal punto di vista delle dimensioni di Cipro, il rischio dovrebbe essere basso,
perché parliamo dello 0.2 per cento, ma poi abbiamo imparato che minimizzare l’idea
che il contagio possa arrivare anche da una regione, una nazione molto piccola all’interno
dell’euro, è sempre un grave errore. Paul Krugman, l’economista premio Nobel, stamattina
diceva che quello che è accaduto a Cipro è come fosse un cartello che manda flash,
scritto in greco e in italiano.
D. - Quindi i risparmiatori italiani, i cittadini
italiani, devono stare attenti, si devono preoccupare?
R. – Io penso che siano
già preoccupati almeno dalla metà del 2011. In più, le condizioni politiche in cui
versiamo e le alchimie politiche per cercare di dare un governo al Paese non migliorano
lo scenario. Tutto sommato, però, trovo confortante e positiva dal punto di vista
degli italiani, l’idea che, comunque, uno scenario catastrofico per le banche potrebbe
e dovrebbe essere evitato, visto come viene risolta la questione a Cipro. In sostanza,
detto fra noi, la cosa fondamentale è tenere pochi soldi nel conto corrente.
D.
– Le conseguenze più pesanti rischiano di ricadere sulle spalle dei cittadini ciprioti
per il momento...
R. – Sì, perché vengono trasformati forzosamente da correntisti
depositari in azionisti delle banche, perché per questi soldi che gli vengono prelevati,
vengono dati “in cambio” dei titoli azionari delle banche che molto probabilmente
saranno privi di dividendo e privi di possibilità di essere venduti per un periodo
determinato, evidentemente.
D. – Questo prelievo forzoso ha dei precedenti?
R.
– Ha un precedente italiano, purtroppo: Giuliano Amato, nel 1992, all’epoca della
crisi valutaria che coinvolse anche l’Italia. La vicenda si concluse con un prelievo
forzoso nottetempo dai conti correnti, di entità enormemente più piccola rispetto
alle percentuali che circolano per questo scenario cipriota. Comunque il precedente
c’è.
D. – Qual è il ruolo della Russia nella questione?
R. – Il ruolo
della Russia è che Cipro è stata ed è spesso usata come salvadanaio dei magnati russi,
che da sempre si fidano ben poco delle loro banche, attratti anche dalle tasse sulle
imprese molto basse che ci sono a Cipro e che comunque adesso saranno leggermente
rialzate - a quanto pare - all’interno di questa manovra. Infatti, le banche cipriote
sono assolutamente oversize, troppo grandi per la realtà economica cipriota
medesima, e sono state anche portate a fare operazioni di trading eccessive che poi
le hanno ridotte in questo stato.
D. – Concretamente cosa può fare la Russia
in questa partita?
R. – Io credo che la Russia stia progettando un prestito
di due miliardi e mezzo ai ciprioti, insieme all’Unione Europea che invece ne fornirà
dieci, appunto per puntellare questo scenario cipriota abbastanza drammatico, da una
parte. Dall’altra, però, mi risulta che solo i residenti a Cipro saranno oggetto del
prelievo forzoso. In più, l’altra incognita è se questo prelievo forzoso riguarderà
soltanto le persone fisiche o anche le aziende.