Giappone. A due anni da tsunami e disastro di Fukushima la situazione resta grave
L’11 marzo scorso ricorrevano i due anni dal terribile tsunami che colpì gravemente
il Giappone, provocando anche il disastro della centrale nucleare di Fukushima, e
causando circa 19mila vittime. Nonostante il tempo trascorso, la situazione nelle
aree maggiormente coinvolte del Paese è ancora drammatica: il lavoro della diocesi
di Sendai, coordinato da Caritas Giappone, per la popolazione colpita prosegue senza
sosta, soprattutto nelle città di Kamaisgi, Yonekawa, Minami, Sanriku, Ishinomaki,
Miyako, Osuchi, Ofunato, Haramachi e Iwaki, dove si prende in carico la ricostruzione
delle abitazioni e si occupa del sostegno psicologico e spirituale alle vittime. La
lentezza del programma di ricostruzione – precisa AsiaNews - ha causato l’esodo di
migliaia di persone: al dicembre 2012 erano circa 150mila gli abitanti delle province
di Myagi e Iwate migrati altrove e anche l’area intorno a Fukushima, dove i livelli
di radiazioni sono particolarmente alti e pericolosi per l’uomo, è completamente spopolata.
La maggior parte delle persone fuggite, però, lo hanno fatto a proprie spese e senza
alcun rimborso da parte del governo: ciò ha creato problemi specialmente alle giovani
coppie con figli. Entro il 2013, infine, la popolazione spera che il governo inizi
a costruire centri ricreativi per spingere le famiglie e le persone sole a uscire
dall’isolamento forzato. (R.B.)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LVII no. 76