Papa Francesco ai cardinali: non cediamo al pessimismo, doniamo ai giovani la speranza
della vita
Non cediamo al pessimismo, doniamo ai giovani la sapienza della vita. E’ uno dei passaggi
forti del discorso che Papa Francesco ha rivolto ai cardinali ricevuti in udienza
alla Sala Clementina. Un incontro all’insegna della giovialità e dell’amicizia, davvero
fraterno. Il Papa ha anche detto scherzosamente che qualcuno definisce i cardinali
“i preti del Santo Padre”. Si tratta della prima udienza del nuovo Pontefice che,
nel suo intervento più volte integrato da riflessioni a braccio, ha ricordato il “gesto
coraggioso e umile” di Benedetto. Papa Francesco ha inoltre offerto due affascinanti
meditazioni: la prima sullo Spirito Santo, la seconda sui doni della vecchiaia, citando
anche il poeta tedesco Hölderlin. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Con il suo stile
semplice e gioviale che tutto il mondo sta imparando a conoscere ed amare, Papa Francesco
si è rivolto anche ai cardinali, come fratelli, nella prima udienza dopo il Conclave.
Un incontro che, nelle sue stesse parole, testimonia “un prolungamento dell’intensa
comunione ecclesiale sperimentata in questo periodo”. Quindi, ha messo l’accento sul
clima di grande cordialità che ha fatto crescere “la reciproca conoscenza e la mutua
apertura”:
“Noi siamo fratelli e qualcuno mi diceva: i cardinali sono i
preti del Santo Padre. Ma noi siamo quella comunità, quell’amicizia, quella vicinanza
che ci farà bene a tutti”.
Il Santo Padre ha ringraziato quanti
hanno collaborato alla conduzione della Chiesa durante la Sede Vacante ed ha rivolto
un pensiero affettuoso al cardinale Mejia, colpito da un infarto. Papa Francesco è
tornato così con la memoria ai primi istanti del suo Pontificato confidando la sua
emozione nel vedere la suggestiva “immagine del popolo orante e gioioso” in piazza
San Pietro. Il Papa ha anche parlato dell’“affetto e la solidarietà della Chiesa universale”
come anche dell’attenzione di chi, “pur non condividendo la nostra fede” guarda con
ammirazione alla Chiesa. Papa Francesco ha, dunque, rivolto un pensiero “colmo di
grande affetto e di profonda gratitudine” al suo venerato predecessore, a Papa Benedetto:
“…che
in questi anni di Pontificato ha arricchito e rinvigorito la Chiesa con il Suo magistero,
la Sua bontà, la Sua guida, la Sua fede, la sua umiltà e la sua mitezza che rimarranno
un patrimonio spirituale per tutti”.
Ed ha soggiunto che “il ministero
petrino, vissuto con totale dedizione, ha avuto in Lui un interprete sapiente e umile,
con lo sguardo sempre fisso a Cristo". E ha proseguito:
“Sentiamo che Benedetto
XVI ha acceso nel profondo dei nostri cuori una fiamma: essa continuerà ad ardere
perché sarà alimentata dalla Sua preghiera, che sosterrà ancora la Chiesa nel suo
cammino spirituale e missionario”.
Papa Francesco ha quindi rivolto il
suo pensiero allo Spirito Santo, all’azione del Paraclito che è il “supremo protagonista
di ogni iniziativa e manifestazione di fede”:
“E’ curioso: a me fa pensare,
questo. Il Paraclito fa tutte le differenze nelle Chiese, e sembra che sia un apostolo
di Babele. Ma dall’altra parte, è quello che fa l’unità di queste differenze non nella
ugualità, ma nell’armonia”.
Ed ha soggiunto che lo Spirito Santo dà a ciascuno
di noi “carismi diversi, ci unisce in questa comunità di Chiesa”. Papa Francesco ha
sottolineato dunque la volontà di servire il Vangelo “con rinnovato amore aiutando
la Chiesa a diventare sempre più in Cristo e con Cristo”, stimolati anche dalla celebrazione
dell’Anno della Fede. Del resto, ha detto ancora, lo stesso Papa Benedetto, con il
suo “gesto coraggioso e umile” ci ha ricordato che è “Cristo che guida la Chiesa per
mezzo del suo Spirito”. E lo Spirito Santo è “l’anima della Chiesa con la sua forza
vivificante”
“Non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo
ci offre ogni giorno: non cediamo al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la
ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente,
il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per
portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra”
Nella parte finale
del suo discorso, quindi, ha osservato che la metà dei cardinali è ora nell’età della
vecchiaia, ma "la vecchiaia - ha detto - è la sede della sapienza della vita" e gli
anziani "possono donare tanto anche ai giovani":
“Cari Fratelli, forza!
(…) I vecchi hanno la sapienza di avere camminato nella vita, come il vecchio Simeone,
la vecchia Anna al Tempio. E proprio quella sapienza ha fatto loro riconoscere Gesù.
Doniamo questa sapienza ai giovani: come il buon vino, che con gli anni diventa più
buono, doniamo ai giovani la sapienza della vita”.
Papa Francesco
ha dunque concluso il suo discorso prima di salutare i cardinali uno ad uno con quella
genuinità e spontaneità che da sempre caratterizza la sua persona:
“Con
questi sentimenti - sono veri, eh? – con questi sentimenti, vi imparto di cuore la
Benedizione Apostolica”.