2013-03-14 14:40:51

L'elezione di Papa Francesco, in 100 mila in piazza pregano con lui per la fratellanza a Roma e nel mondo


In ginocchio davanti alla Vergine. È iniziato così, in semplicità e preghiera, il Pontificato di Papa Francesco. La visita di giovedì mattina alla Basilica di Santa Maria Maggiore è stato il primo atto compiuto dal 265.mo Successore di Pietro, eletto mercoledì sera al quinto scrutinio, dopo due giorni di votazioni. Davanti a una folla di oltre 100 mila persone, il Papa si è affacciato dalla Loggia centrale della Basilica alle 20.26, un’ora e 20 minuti dopo la fumata bianca. “Cominciamo un cammino di fratellanza” per il mondo e la città di Roma, ha detto il nuovo Pontefice, che ha voluto pregare per il Papa emerito Benedetto XVI, chiedendo prima della benedizione la preghiera per sé da parte dei fedeli. Riviviamo la cronaca di quegli istanti nel servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Un inchino davanti alla folla che ammutolisce disarmata. È la scena cui il mondo ha assistito incredulo di fronte all’atto di straordinaria umiltà di Papa Francesco, che ha subito offerto la misura della sua persona e un indizio di ciò che sarà il suo Pontificato. Il nuovo Successore di Pietro, chino in avanti, ha appena chiesto di ricevere su di sé la preghiera del popolo di Dio. In un attimo, le grida ritmate vengono ricacciate all’indietro, le mani esultanti ammainate assieme agli striscioni, mentre tante si intrecciano nel gesto universale di chi prega. Sono più di 100 mila da mezzo mondo, parlano lingue diverse, e in pochi secondi sembrano soprattutto i fedeli di una gigantesca parrocchia, che rispondono concordi alla semplicità, in quel frangente inedita e inaudita, del loro nuovo Pastore:

“E adesso vorrei dare la benedizione, ma prima, prima vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo che chiede la benedizione per il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me”.

La richiesta che stupisce la Chiesa, e non solo, non è l’unica sorpresa di questo inatteso esordio. Le prime parole pronunciate da Papa Francesco alle 20.26 – un accenno discreto alle proprie origini – riportano in Piazza San Pietro l’eco lontana di un altro “Papa venuto da lontano”, che ugualmente si presentava alla folla in un’analoga serata d’ottobre di 35 anni fa:

“Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo… Ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie!”.

La città di cui è il nuovo capo spirituale è tra i primi pensieri di Papa Francesco. Adesso, dice, “incominciamo questo cammino: vescovo e popolo”. Un cammino, soggiunge, della Chiesa di Roma, “che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese”:

“Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio cardinale vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella!”.

La natura semplice e profonda del Pontefice appena eletto, già nota ai latinoamericani, si svela anche a chi lo conosce solo da pochi istanti nel momento in cui Papa Francesco fa idealmente spazio accanto a lui sulla Loggia della Basilica – con un gesto di grande finezza spirituale e umana – a chi da 13 giorni si è ritirato in preghiera e nascondimento, per consentire alla Chiesa di vivere un nuovo inizio:

“Vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”.

E qui, nel ricordo del predecessore, Papa Francesco intona in italiano il Padre Nostro, l’Ave Maria, il Gloria, in una atmosfera di raccoglimento che sembra lontana anni luce, ma sono passati solo pochissimi minuti, dal boato di gioia esploso, alle 19.06, all’apparire della fumata bianca, e poi ancora all’affacciarsi del cardinale protodiacono, Jean-Louis Tauran, alle 20.12, per l’annuncio all’Urbe e all’Orbe che la Chiesa universale aveva un nuovo Papa:

“Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!...”

Infine, impartita la sua prima benedizione apostolica, Papa Francesco non si ritrae all’interno della Basilica. Anzi, riprende con gentilezza il microfono e con spontaneità porge alla gente un ultimo arrivederci. Di fronte a quello che forse passerà alla storia come uno dei discorsi più lunghi – pronunciato in un luogo in cui prima il protocollo concedeva solo un solenne segno di Croce – la gente appare già conquistata dai tratti di bonomia e genuinità che il Papa ha saputo donare al primo approccio:

“Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo!”.

Ultimo aggiornamento: 17 marzo







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