L'elezione di Papa Francesco, in 100 mila in piazza pregano con lui per la fratellanza
a Roma e nel mondo
In ginocchio davanti alla Vergine. È iniziato così, in semplicità e preghiera, il
Pontificato di Papa Francesco. La visita di giovedì mattina alla Basilica di Santa
Maria Maggiore è stato il primo atto compiuto dal 265.mo Successore di Pietro, eletto
mercoledì sera al quinto scrutinio, dopo due giorni di votazioni. Davanti a una folla
di oltre 100 mila persone, il Papa si è affacciato dalla Loggia centrale della Basilica
alle 20.26, un’ora e 20 minuti dopo la fumata bianca. “Cominciamo un cammino di fratellanza”
per il mondo e la città di Roma, ha detto il nuovo Pontefice, che ha voluto pregare
per il Papa emerito Benedetto XVI, chiedendo prima della benedizione la preghiera
per sé da parte dei fedeli. Riviviamo la cronaca di quegli istanti nel servizio di
Alessandro De Carolis:
Un inchino davanti
alla folla che ammutolisce disarmata. È la scena cui il mondo ha assistito incredulo
di fronte all’atto di straordinaria umiltà di Papa Francesco, che ha subito offerto
la misura della sua persona e un indizio di ciò che sarà il suo Pontificato. Il nuovo
Successore di Pietro, chino in avanti, ha appena chiesto di ricevere su di sé la preghiera
del popolo di Dio. In un attimo, le grida ritmate vengono ricacciate all’indietro,
le mani esultanti ammainate assieme agli striscioni, mentre tante si intrecciano nel
gesto universale di chi prega. Sono più di 100 mila da mezzo mondo, parlano lingue
diverse, e in pochi secondi sembrano soprattutto i fedeli di una gigantesca parrocchia,
che rispondono concordi alla semplicità, in quel frangente inedita e inaudita, del
loro nuovo Pastore:
“E adesso vorrei dare la benedizione, ma prima, prima
vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi pregate
il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo che chiede la benedizione per
il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me”.
La
richiesta che stupisce la Chiesa, e non solo, non è l’unica sorpresa di questo inatteso
esordio. Le prime parole pronunciate da Papa Francesco alle 20.26 – un accenno discreto
alle proprie origini – riportano in Piazza San Pietro l’eco lontana di un altro “Papa
venuto da lontano”, che ugualmente si presentava alla folla in un’analoga serata d’ottobre
di 35 anni fa:
“Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo
a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine
del mondo… Ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di
Roma ha il suo vescovo: grazie!”.
La città di cui è il nuovo capo spirituale
è tra i primi pensieri di Papa Francesco. Adesso, dice, “incominciamo questo cammino:
vescovo e popolo”. Un cammino, soggiunge, della Chiesa di Roma, “che è quella che
presiede nella carità tutte le Chiese”:
“Un cammino di fratellanza, di amore,
di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto
il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa,
che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio cardinale vicario, qui presente,
sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella!”.
La
natura semplice e profonda del Pontefice appena eletto, già nota ai latinoamericani,
si svela anche a chi lo conosce solo da pochi istanti nel momento in cui Papa Francesco
fa idealmente spazio accanto a lui sulla Loggia della Basilica – con un gesto di grande
finezza spirituale e umana – a chi da 13 giorni si è ritirato in preghiera e nascondimento,
per consentire alla Chiesa di vivere un nuovo inizio:
“Vorrei fare una preghiera
per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché
il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”.
E qui, nel ricordo
del predecessore, Papa Francesco intona in italiano il Padre Nostro, l’Ave Maria,
il Gloria, in una atmosfera di raccoglimento che sembra lontana anni luce, ma sono
passati solo pochissimi minuti, dal boato di gioia esploso, alle 19.06, all’apparire
della fumata bianca, e poi ancora all’affacciarsi del cardinale protodiacono, Jean-Louis
Tauran, alle 20.12, per l’annuncio all’Urbe e all’Orbe che la Chiesa universale aveva
un nuovo Papa:
Infine,
impartita la sua prima benedizione apostolica, Papa Francesco non si ritrae all’interno
della Basilica. Anzi, riprende con gentilezza il microfono e con spontaneità porge
alla gente un ultimo arrivederci. Di fronte a quello che forse passerà alla storia
come uno dei discorsi più lunghi – pronunciato in un luogo in cui prima il protocollo
concedeva solo un solenne segno di Croce – la gente appare già conquistata dai tratti
di bonomia e genuinità che il Papa ha saputo donare al primo approccio:
“Fratelli
e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci
vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta
Roma. Buona notte e buon riposo!”.