I Francescani di Assisi invitano Papa Francesco ad andare nei luoghi del poverello
Grande gioia tra i frati di Assisi per la scelta da parte del Papa Bergoglio di chiamarsi
Francesco. Giovedì sera, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, si è tenuta una
veglia ed un momento di preghiera davanti alla tomba del santo poverello. Al microfono
di Benedetta Capelli ascoltiamo padre Mauro Gambetti, custode del Sacro
Convento di Assisi:
R. – Eravamo
già pieni di gioia quando abbiamo visto la fumata bianca. Eravamo tutti raccolti davanti
alla televisione. Avevamo anticipato la preghiera. Dopo siamo rimasti in attesa trepidante
davanti alla tv per sapere chi era il nuovo Pontefice e un po’ ci aspettavamo una
sorpresa da parte del Signore. Quando abbiamo sentito che era il cardinale Bergoglio
con il nome Francesco c’è stato un sussulto da parte di tutti. E’ stato come un moltiplicarsi
della letizia e dell’ammirazione per questa scelta, anche coraggiosa, credo, che ha
fatto il Papa. Ammirazione mista anche ad un senso di responsabilità. Sentiamo che
anche per noi questo è un appello ad essere sempre più coerenti, fedeli a quel carisma,
che è stato dato alla Chiesa attraverso San Francesco.
D. – Un tratto del Papa
molto evidente, almeno dalle sue prime parole, è quello dell’umiltà e della dolcezza,
che forse sono le vie per fare grandi cose. Qual è il vostro auspicio nei confronti
del nuovo Papa?
R. – Che lui riesca davvero a conservare quei tratti che ha
mostrato ieri sera nelle sue prime parole, nei primi gesti, molto forti, ma di una
semplicità estrema. Noi lo sosteniamo con la nostra preghiera e vorremmo davvero partecipare
a questa missione che lui sta abbracciando e che in qualche modo s’intuisce dal nome
che ha scelto: quello di portare nella Chiesa e nel mondo questa semplicità evangelica
che lascia trasparire sempre meglio il volto di Cristo, per avvicinare ogni uomo,
di ogni cultura, razza ed anche religione, a Dio.
D. – Oggi Assisi come si
è svegliata?
R. – Si è svegliata con un sole che fa capolino fra le nubi, una
fresca brezza leggera, che in qualche modo è un presagio, un presagio di primavera.
Credo che sia il modo in cui la città, e la Chiesa che è qui in Assisi, sta vivendo
questa elezione. Proprio così: si sente che ci aspettiamo tutti una primavera nuova
dello Spirito.
D. – C’è un messaggio che vuole lanciare al Papa dai microfoni
della sua radio?
R. – Questo è un onore grandissimo, potere in qualche modo
raggiungere Sua Santità, dirgli i sentimenti di profondo affetto e di profonda riverenza
che abbiamo nei suoi confronti noi frati del Sacro Convento, assieme alle altre famiglie
francescane, che ho sentito. Esprimiamo veramente questi sentimenti di affetto, di
riverenza, obbedienti ed anche profondamente grati a lui, per avere accettato e per
avere scelto anche il nome di Francesco. E poi, a braccia aperte, lo aspettiamo quando
lui vuole venire. Il Sacro Convento, la città di Assisi, i santuari che sono qui sono
casa sua. Quando vuole venire, noi veramente saremo ben lieti di accoglierlo.