Associazioni cattoliche in festa: Pontefice semplice che fa pregare il mondo
Una calorosa accoglienza per il Papa arriva dall’Azione cattolica italiana, che stringe
il Santo Padre in un “commosso e amorevole abbraccio, con l’affetto e la gratitudine
dei figli”. Ac sarà al fianco del Santo Padre per proporre al mondo “il volto di una
Chiesa evangelizzatrice e missionaria”. Papa Francesco esprime un’aria di rinnovamento
“nel solco delle linee dettate dal Concilio Vaticano II”, per costruire “una Chiesa
liberata dai ‘fardelli e dai privilegi materiali e politici’ – secondo l’espressione
di Benedetto XVI – in grado di dimostrare nelle sue opere, che annunciano la salvezza,
il volto nitido dell’umiltà e della povertà di Cristo”. L’Associazione accompagnerà
il Pontefice anche nella realizzazione della “più ampia sinodalità”, per essere “non
destinatari, ma soggetti della missione della Chiesa”. Il profilo del Santo Padre
è molto apprezzato anche dall’Opera Don Orione. “Il nome Francesco, certo, indica
la scelta di una ripartenza della Chiesa dalla semplicità ed essenzialità evangelica.
Anche a questo Papa viene detto ‘Va’ e ripara la mia Chiesa’. Francesco, uomo semplice,
non ha riparato la Chiesa con altisonanti progetti e con attività vistose, ma con
la testimonianza del Vangelo vissuto ‘sine glossa’, nella povertà e nella fiducia
della Divina Provvidenza, andando all’essenziale dell’amore e della fraternità”. Don
Flavio Peloso, direttore generale dell’Opera Don Orione, esprime così la gioia per
l’elezione del nuovo Pontefice: “Un anti-protagonista, un uomo di fede e di preghiera
che prega e fa pregare la folla di San Pietro e del mondo”. Il suo stile sarà “semplice,
popolare, di comunicazione immediata” e per comprenderlo, bisogna risalire alla figura
di Papa Giovanni Paolo I. Recita con la folla il Padre Nostro e l’Ave Maria, ha sottolineato
don Peloso, come “fanno i buoni cristiani”. A nome di tutta l’opera, si rallegra anche
che il Santo Padre conosca e sia devoto a San Luigi Orione: “Noi sappiamo che l’ex
arcivescovo di Buenos Aires, primo gesuita della storia a diventare Pontefice, ha
manifestato una particolare sensibilità per la giustizia sociale e per il riscatto
dei ceti più poveri: dalla crisi argentina ora tale sensibilità è chiamato a esprimerla
sui problemi posti dalla crisi globale”. Così il presidente dell’Acli, Gianni Bottalico,
si è espresso sull’elezione a Papa del cardinale Jorge Maria Bergoglio. A sua Santità,
“Padre, Pastore e Maestro”, “le Acli confermano la loro fedeltà e il loro affetto
nella preghiera e nell’attenzione al suo Magistero. Radicati da sempre nella triplice
fedeltà al Vangelo, alla causa dei lavoratori e alla democrazia, gli aclisti intendono
continuare nella loro esperienza quotidiana il sforzo di dare carne, sangue e sostanza
agli insegnamenti sociali della Chiesa, con attenzione ai problemi concreti delle
persone”, ha concluso Bottalico. L’elezione di Papa Francesco è “un regalo del mondo
dell’emigrazione italiana”, ha commentato infine mons. Giancarlo Perego, direttore
generale della fondazione Migrantes. Ha ricordato che la famiglia Bergoglio era arrivata
in Argentina dal Piemonte, dalla zona di Asti, negli ultimi decenni dell’Ottocento.
L’emigrazione piemontese ha messo in cammino due milioni di persone, che, con gli
oriundi, hanno raggiunto oltre i sei milioni. “L’elezione di Papa Francesco diventa,
quindi, un motivo in più per guardare alle migrazioni come una ‘risorsa’, un luogo
teologico, un segno dei tempi attraverso il quale la famiglia umana si riconosce e
si rinnova. Papa Francesco, figlio di emigranti, ci aiuterà a leggere in profondità
‘un fenomeno straordinario del nostro tempo’, come ricordava Benedetto XVI nell’enciclica
‘Caritas in veritate’, con i suoi drammi e le sue speranze”. (V.C.)