2013-03-13 21:18:57

Un Papa semplice, umile e povero: la testimonianza di un amico sacerdote


Don Lorenzo Vecchiarelli, parroco della Chiesa romana di San Timoteo, conosce il nuovo Papa da quando era giovane: abitavano nello stesso quartiere di Buenos Aires. Il cardinale Bergoglio lo ha chiamato per telefono, prima di entrare in conclave, per salutarlo. Sergio Centofanti ha intervistato don Lorenzo:

R. - Quello che ricordo di lui, quando eravamo giovani, era la sua semplicità e una profonda serietà. Quando in un particolare momento ci siamo incontrati, io ho sentito l’impulso del suo spirito che voleva entrare in seminario. Questo ha spinto anche me ad entrare in seminario: solo che lui è entrato dai gesuiti e io dai salesiani. Quello che posso dire è che si è presentato fermamente davanti alle autorità civili con la sapienza del Vangelo, una sapienza umile, chiara, ferma, davanti alla quale non retrocedeva un millimetro. Quello che impressionava è anche la sua umiltà, perché non viaggiava mai con macchina di rappresentanza, ma sui mezzi pubblici. Una persona che si è sempre distinto anche per la sua mortificazione, molto grande, e per la semplicità con cui ha operato. Un uomo che può diventare un faro per la nostra Chiesa: un faro non di parole, quanto di testimonianza viva.

D. - Quindi anche il nome di Francesco che ha scelto…

R. - Si addice proprio alla sua scelta di povertà, perché è un uomo che vive molto poveramente. Questo lo sanno tutti. Non so se ha notato dalle parole che ha detto: è un uomo che non si spreca in chiacchiere e che ha un cuore aperto agli altri.







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