Save The Children: due milioni di bambini vittime in Siria
Oltre due milioni di bambini sono vittime del conflitto in Siria. Lo denuncia Save
the Children nel rapporto, diffuso oggi, “Bambini Sotto Tiro”. Secondo i dati dell’organizzazione
un bambino su tre ha subito aggressioni, a causa del conflitto in cui sono morte,
finora, oltre 70 mila persone. Al microfono di Roberta Calderazzo, Marco
Guadagnino del Programma internazionale Save The Children.
R. – Sono due
anni che i bambini della Siria subiscono sofferenze terribili: in tantissimi sono
morti, molti sono stati gravemente feriti, traumatizzati. Tantissimi sono stati costretti
a fuggire dalle loro case. Io sono al campo di Zaatari, dove Save the Children sta
sostenendo le famiglie e i bambini, che stanno scappando dalla Siria. Il campo si
trova a 15 km dal confine con la Siria ed ospita adesso più di 100 mila persone. La
maggior parte scapp di notte per cercare di evitare il fuoco dei cecchini. Fino a
qualche giorno fa era pieno inverno, ma in questi giorni e in particolare oggi, che
è una giornata caldissima, le tende cominciano ad essere roventi. Save the Children
sta distribuendo cibo nel campo per quasi 100 mila persone. Questi numeri continueranno
purtroppo ad aumentare, perché le notizie che abbiamo dall’altra parte del confine
sono notizie di continui combattimenti. La guerra non sta finendo e diventa un problema
per noi, per i bambini che sono ancora intrappolati lì dentro. Il nostro obiettivo
in questo momento è agire per assicurarci che tutti questi bambini siano protetti
e che le agenzie umanitarie, in qualche modo, abbiano la possibilità di raggiungerli,
che si apra quindi un corridoio umanitario, che consenta di raggiungere le decine
di migliaia di bambini che sono intrappolati in Siria senza nulla.
D. – Qual
è l’appello internazionale che lancia Save the Children all’Onu per fermare le violenze?
R.
– I nostri team stanno rischiando la vita per fornire aiuti all’interno. Innanzitutto
c’è un urgente bisogno di fondi per raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno.
Abbiamo bisogno di un libero accesso al territorio. Abbiamo poi il dovere, come cittadini
italiani, di non dimenticare che in questo momento c’è una guerra molto vicino a noi,
con bambini che stanno vivendo sofferenze inimmaginabili. Senza un aiuto, tutto questo
non può andare avanti per molto. Abbiamo un numero verde – 800988810 – e con pochissimi
euro riusciamo a fornire cibo di buona qualità ad un bambino rifugiato nel campo dove
in questo momento stiamo lavorando. E’ un impegno piccolo, ma davvero importante.