2013-03-13 18:12:07

5 anni fa moriva Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Tante le iniziative per ricordarla


In Italia e in tutto il mondo il Movimento dei Focolari ricorda in questi giorni la propria fondatrice, Chiara Lubich, scomparsa 5 anni fa, esattamente il 14 marzo 2008. Tante le iniziative promosse per l’occasione. All’Università “La Sapienza “di Roma, si terrà oggi un Convegno internazionale dal titolo: “Chiara Lubich. Carisma, Storia, Cultura” che intende esplorare la dimensione culturale del suo carisma. Inoltre l’Amministrazione Capitolina ha voluto dedicare alla Lubich la stazione della metro B1 di viale Libia, con lo scoprimento di una targa in cui, tra l’altro, si legge: “da qui ha diffuso nel mondo l’ideale della fraternità universale”. Ma torniamo al Convegno: Adriana Masotti ha chiesto a padre Fabio Ciardi, membro del Movimento e Professore di Teologia della Vita Consacrata alla Pontificia Università Lateranense di Roma, se è vero che la valenza culturale delle intuizioni di Chiara Lubich è un aspetto ancora poco conosciuto:RealAudioMP3

R. – In effetti, ciò che viene in luce, quando si pensa a Chiara Lubich è soprattutto la sua spiritualità, ma ha una tale profondità il suo pensiero, come in genere quello dei grandi fondatori, dei grandi carismatici della Chiesa, che di fatto da questo carisma si può enucleare una dottrina e questo convegno sarà uno sguardo alle varie discipline – dall’economia, alla politica, al diritto, alla sociologia – che traggono dal pensiero di Chiara, appunto, dei valori, dei principi che possono dare un contributo notevole ai loro rispettivi campi.

D. – Può farci un paio di esempi, appunto, sulla luce che questa dottrina getta sulle discipline umane?

R. – Bè, innanzitutto nel campo dell’economia: per esempio, l’economia di comunione. Cioè, tante aziende, legate tra di loro, si ispirano ai principi di Chiara Lubich per una nuova forma di economia. Lo stesso nel campo della politica: ci sono operatori, a vari livelli della politica, che insieme si lasciano ispirare da questo pensiero di Chiara, della fratellanza universale. In questi giorni si tiene all’Università Sophia di Loppiano, proprio un seminario internazionale in cui si riflette su questa categoria della fraternità dal punto di vista politico, spesso ignorata o sottovalutata.

D. – Il convegno di Roma è promosso dal Centro Studi Scuola Abbà, dei Focolari, che da oltre 20 anni riflette, appunto, sulla valenza dottrinale del pensiero di Chiara. Questo vuol dire, quindi, che non tutto di Chiara è stato già detto e capito?

R. – Io penso che siamo soltanto all’inizio, perché dietro al carisma di Chiara c’è veramente un’esperienza mistica di cui si conosce ancora molto poco. A lei, Dio si è manifestato in una maniera tutta particolare, e nel periodo luminoso che risale agli anni ’49 – ’50, in cui appunto Dio le ha mostrato qualcosa di più, profondamente – come ha fatto con tutti i grandi mistici – della sua vita interiore, di quel periodo abbiamo tanti appunti di Chiara. Molte volte lei ha raccontato quello che ha vissuto, quello che ha capito di quel periodo. E lei stessa, ad un certo momento della sua vita, si è resa conto della valenza di questo suo pensiero e allora ha voluto attorno a sé dei professori, degli studiosi delle varie discipline, perché insieme potessero scavare questa sua esperienza e farne scaturire tutta una nuova dottrina.

D. – Padre Ciardi, c’è una regola della Chiesa che prevede che, salvo rare eccezioni, si debba aspettare cinque anni per avviare il processo di beatificazione di una persona di cui sia nota una particolare vita secondo il Vangelo – cinque anni dalla morte. Ecco: questo è il quinto anniversario dalla scomparsa di Chiara Lubich. C’è qualcosa che si sta muovendo nel Movimento, in questo senso?

R. – Il desiderio di tutti è che venga riconosciuta la santità di Chiara. Lei ha voluto lasciare al Movimento come eredità proprio la sua santità. Una volta ha detto: “Ma se io non vi lascio la mia santità, che cosa vi lascio?”. Ora, da parte dei membri del Movimento c’è questa consapevolezza che lei è veramente uno strumento dello Spirito, che si è lasciata lavorare da Dio, per cui, da parte del Movimento, c’è questo desiderio che si avvii anche tutto il lavoro di studio perché tutta la Chiesa prenda coscienza di questa santità. Siccome Chiara è morta a Rocca di Papa, quindi in diocesi di Frascati, sarà però compito del vescovo di Frascati avviare – eventualmente – questo processo di beatificazione. Il Movimento dei Focolari si farà presente e già lo ha fatto, già ha manifestato a mons. Raffaello Martinelli, il desiderio di aprire la causa.

D. – Questo anniversario cade nel primo giorno di pontificato di Papa Francesco. Le vorrei chiedere, allora, di dirci qualcosa sul rapporto tra Chiara Lubich e i Papi che lei ha incontrato sul suo cammino …

R. – Lei si è incontrata con tutti i Papi, da Pio XII fino a Benedetto XVI; non ha incontrato Giovanni XXIII, che di fatto però è stato quello che ha approvato il suo Movimento. Specialmente con Giovanni Paolo II, Chiara diceva che ogni volta che si incontrava con lui le accadeva qualcosa che non succedeva nel rapporto con nessun’altra persona: cioè, provava una profonda unione con Dio, unica nel suo genere. Quindi, quando finiva l’udienza, lei usciva e le rimaneva soltanto questa profonda unione con Dio: le sembrava di aver toccato il Cielo con un dito! E lì trovava la forza e la gioia e il conforto per continuare il suo lavoro. Quindi, questo penso che anche per noi sia un segnale, cioè: del Papa non chiedersi tanto se è un italiano, non è un italiano, sa le lingue, non sa le lingue, è aperto, è meno aperto … Queste sono cose secondarie! Lei vedeva nel papato il carisma petrino, e quindi con questo sguardo limpido di fede, ogni incontro con il Papa le faceva aprire come una finestra sul Cielo. E il Papa faceva la sua funzione di mediazione, fino a scomparire, e alla fine rimaneva non il Papa, non l’incontro con il Papa, ma l’incontro di Chiara con Dio.

D. – Questo fatto di vivere giorni così particolari nella Chiesa influenzerà un po’ il clima del convegno?

R. – Sicuramente! Infatti, questo convegno non è chiuso in sé: vuole essere anche una risposta alle attese della Chiesa. Quindi, vivremo in piena sintonia con l’evento che si svolge in Vaticano.

Ultimo aggiornamento: 14 marzo







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