Veni Creator Spiritus: l'invocazione dei cardinali in processione per il Conclave
La processione dei cardinali dalla Cappella Paolina alla Sistina ha segnato l’inizio
del Conclave, un transito nel quale i porporati hanno cantato le Litanie dei Santi
ed il “Veni Creator Spiritus”, inno liturgico dedicato allo Spirito Santo. Di questo
inno ci parla Benedetta Capelli:
Un passo dietro
l’altro predisponendo, con la preghiera, il cuore all’ascolto. Un incedere lento e
solenne scandito dalle Litanie ma soprattutto dal “Veni Creator Spiritus”; un inno
liturgico che è invocazione dello Spirito Santo solitamente cantato nell’ufficio delle
Lodi e dei Vespri della festa di Pentecoste ma anche in particolari occasioni come
l’inizio del Conclave. Ed è nell’incipit di questo inno, attribuito all’arcivescovo
di Magonza Rabano Mauro e risalente al IX secolo, che si racchiude la potenza dell’invocazione:
“Vieni,
o Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i
cuori che hai creato”.
Mente e cuore: il Signore parla così ai cardinali
riuniti in Sistina. Nell’inno sono molte le immagini evocate per descrivere il “dono
del Padre altissimo” come “l’acqua viva” che purifica e disseta in eterno ma anche
il fuoco che brucia e trasforma. Dolce ardore che scalda quindi la fiamma dell’amore.
Spirito Santo che è “crisma dell’anima” un balsamo che ne conserva il candore e poi
l’evocazione di quel “dito della mano di Dio” che lì’, nella Cappella Sistina, trova
nel capolavoro di Michelangelo la sua espressione più alta con il passaggio della
scintilla vitale tra Dio e Adamo. E poi la richiesta di irradiare i sette doni che,
secondo il profeta Isaia, sono “lo spirito di sapienza e di intelletto, di consiglio
e fortezza, di scienza e pietà e lo spirito del tuo santo timore”. Dopo aver evocato
il potere rigenerante dello Spirito Santo che “reca in dono la pace” e ci preserva
dal male, l’inno chiede di svelare il grande mistero della Trinità:
“Sia
gloria a Dio Padre, al Figlio, che è risorto dai morti e allo
Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli”.
Si conclude così
l’invocazione dello Spirito Santo, in questo suo rimanere nella Cappella Sistina,
albergando nei cuori dei 115 cardinali, fermento nel lievito dei loro pensieri e argilla
nelle mani dell’unico vasaio in grado di scegliere. E’ lo Spirito Santo infatti il
vero elettore del Successore di Pietro.