Mons. Nosiglia: i cristiani facciano sentire la loro voce quando la verità viene stravolta
L’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha introdotto i lavori della Conferenza
episcopale piemontese con una riflessione sull’attuale situazione sociale ed ecclesiale.
Tra i temi al centro del suo intervento l'attesa per l'elezione del nuovo Papa, l'incertezza
per la politica italiana. Ma anche un forte richiamo alla speranza, nella prospettiva
della Pasqua. “Da sempre – ha osservato il presule – i momenti cruciali della comunità
cristiana sono segnati da una grande attenzione popolare, che tocca tutte le persone,
ben al di là del recinto dei credenti”. “Non possiamo dunque spaventarci né stupirci
troppo se, in tempi di globalizzazione, anche le vicende del Conclave diventano oggetto
di dibattito nell’infinita serie di parole e immagini che popolano la Rete e i mass
media di tutto il mondo”. “Ma abbiamo il preciso diritto e il dovere di indignarci
e di protestare, facendo sentire in ogni modo la nostra voce, quando la verità dei
fatti viene stravolta ad arte e le persone strumentalizzate o processate da chi non
ha alcun titolo per esercitare giustizia”. “Abbiamo il diritto di ricordare che i
cammini, le procedure, la storia della Chiesa non sono stati né scritti né inventati
oggi dai mass media”. Il presule si è anche soffermato sulle vicende politiche italiane:
“Ritengo doveroso come vescovo e come cittadino – ha ricordato – chiedere ai responsabili
della politica di agire nella prospettiva del bene comune, cercando dunque rapide
e credibili soluzioni per affrontare le sempre più complesse e difficili condizioni
del nostro Paese”. Cristo è risorto, ha concluso l’arcivescovo di Torino, e “questa
è la gioia che ci tiene desti e pronti a vedere in mezzo alle intemperie della storia
la luce di Dio che illumina il cammino dei credenti”. “Quando tutto sembra incupirsi
e le tenebre si fanno più oscure, allora alziamo il capo e guardiamo all’alba del
nuovo giorno che sta per sorgere”. (A.L.)