2013-03-11 16:35:01

Brasile: conclusa la fase diocesana del processo di beatificazione di Ginetta Calliari, tra le prime compagne di Chiara Lubich


“Oggi è una giornata molto importante. Attraverso la sua testimonianza, annunciamo al mondo Gesù, via non solo di salvezza personale, ma per la costruzione di una società fraterna”. Così mons. Ersilio Turco, vescovo di Osasco, in Brasile, ha concluso venerdì' sera la solenne celebrazione in chiusura del processo di Beatificazione di Ginetta Calliari, una delle prime compagne di Chiara Lubich, da lei riconosciuta confondatrice dei Movimento dei Focolari in Brasile, dove ha vissuto per più di 40 anni. In un messaggio, il cardinale Odilo Schrerer, arcivescovo di San Paolo, ha auspicato che la santità di vita di Ginetta possa essere riconosciuta quanto prima per il bene della Chiesa. Ma ascoltiamo da Osasco, il servizio di Carla Cotignoli:RealAudioMP3

Ieri sera, nella cattedrale di Osasco si respirava un clima di grande gioia e commozione. Quel volto luminoso di Ginetta che campeggiava a lato, sull’altare maggiore, rendeva visibile la forza di attrazione che continua ad esercitare una vita radicata, senza riserve, nel Vangelo. Forte la testimonianza di Norma Curti, che aveva vissuto con Ginetta per più di 30 anni:

“Con Ginetta si viveva lo straordinario nell’ordinario. Sempre lei ci comunicava le sue esperienze, sia a noi sia ai giovani, alle famiglie, ai politici, agli imprenditori … Posso dire che comunicava il fascino di Dio. Non c’era ostacolo, imprevisto o contrarietà che la fermasse, e la sua forza era la fede nella Parola. La fede – diceva – è la nostra partecipazione all’onnipotenza di Dio”.

Più voci ieri, come quella del postulatore della Causa, l’avvocato Carlo Fusco, hanno ricordato questa sua fede adamantina nell’attuare quell’ispirazione di Chiara Lubich, nata proprio qui, in Brasile: l’Economia di Comunione, entrata ora nel Magistero della Chiesa. La consegna era quella di far sorgere un polo imprenditoriale che ne mostrasse l’attuazione, fatto che pareva impossibile negli anni in cui il Brasile viveva una forte recessione economica. Ma per la fede di Ginetta diventò possibile. Ieri sera il suo volto è apparso sul grande schermo situato sopra l’altare. Lei stessa ha comunicato i momenti in cui si è accesa nel suo cuore questa fede, quando nel 1944 ha incontrato Chiara Lubich e la sua vita è stata trasformata dalla luce del Vangelo. Le sue parole sono avvertite da tutti come una consegna:

“Capivo che la Parola costruisce … la Parola è il Verbo, è la sapienza. E allora, io ho fatto questa esperienza: che la Parola di Dio ha un fascino che trasforma, che tocca. Come ha toccato me, se poi è vissuta – non letta o commentata, ma se è trasmessa con la vita, veramente opera cose grandi nelle persone!”.

Ma ascoltiamo ora la testimonianza di Gehilda Calvancanti, co-responsabile della cittadella dei Focolari in Brasile che ora porta il nome di Ginetta. Il suo primo incontro con lei era avvenuto a Recife, nei primi anni dell'approdo di Ginetta nel Paese latinoamericano. Al microfono di Carla Cotignoli ci racconta un episodio avvenuto in quegli anni che ha cambiato la sua vita e non solo: RealAudioMP3
R. – Ginetta, non solo viveva con radicalità il Vangelo, ma faceva sì che gli altri lo vivessero. Io avevo 12 anni quando mio padre fu ucciso, e tutta la famiglia ha fatto una sorta di patto: mai più avrebbe messo i piedi in quella città, per non vedere i nemici, per non avere contatto con loro. Poi io ho conosciuto il Movimento dei Focolari. Una volta, ero ad un incontro e vicino a me c’era una giovane, membro di quella famiglia. Quando l’ho vista, sono rimasta sconvolta; sono uscita e mi sono trovata di fronte Ginetta che mi ha chiesto il motivo per cui ero così agitata. Io glielo ho detto, e lei mi ha chiesto: “Ma tu, vuoi vivere secondo i tuoi sentimenti, la tua mentalità, o secondo il Vangelo?”. Risposi: “Vorrei vivere secondo il Vangelo”. E lei: “Ecco: il Vangelo dice: ama i tuoi nemici, fa del bene a chi ti fa del male …” … Mi ha ricordato tutte le parole di Gesù, quando parla dell’amore verso il nemico. E mi ha convinto, tanto che sono tornata in quella riunione, ma quella giovane era uscita. Un’altra volta ero nella casa dove abitavano dei focolarini; suonarono al campanello, andai ad aprire e mi trovai di fronte due sorelle degli uccisori e una zia, che erano venute a conoscere il Movimento. Quando le ho viste, mi sono ricordata che il Vangelo dice: “Tutto quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me”. Allora mi sono detta: “Sono Gesù”: le ho abbracciate, le ho fatte sedere; la zia mi ha chiesto perché le trattassi così. E io ho risposto che avevo conosciuto questo Movimento che porta l’unità. E anche loro hanno iniziato a partecipare, e ogni volta che c’era un incontro Ginetta mi metteva nello stesso gruppo per vedere come ci saremmo rapportate. Ma dopo quel giorno sentivamo che questa unione era più forte di tutti i sentimenti che potessimo nutrire le une verso le altre. Ho sentito poi una grande liberazione, il desiderio vero di donare la mia vita per l’unità. E poi, un loro fratello che abitava a Recife e viveva con una rivoltella ed un pugnale, perché se avesse incontrato qualcuno della mia famiglia, nel terrore che volesse vendicarsi, avrebbe sparato, ha conosciuto il Movimento: la prima cosa che ha fatto è stato consegnare ai focolarini le sue armi. Sono andata in Italia per approfondire la spiritualità, e alcuni mesi dopo è arrivato anche questo ragazzo; quando mi ha visto mi ha detto: “Noi dobbiamo testimoniare al mondo che il testamento di Gesù può essere realizzato: è possibile viverlo!”. Ho risposto: “Siamo d’accordo per vivere questa unità”. E abbiamo già avuto molte occasioni di stare insieme, di rapportarci. Io ho constatato che questa spiritualità ha fatto sì che il nostro rapporto fosse da Gesù a Gesù, dimenticando tutto.








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