Brasile: conclusa la fase diocesana del processo di beatificazione di Ginetta Calliari,
tra le prime compagne di Chiara Lubich
“Oggi è una giornata molto importante. Attraverso la sua testimonianza, annunciamo
al mondo Gesù, via non solo di salvezza personale, ma per la costruzione di una società
fraterna”. Così mons. Ersilio Turco, vescovo di Osasco, in Brasile, ha concluso venerdì'
sera la solenne celebrazione in chiusura del processo di Beatificazione di Ginetta
Calliari, una delle prime compagne di Chiara Lubich, da lei riconosciuta confondatrice
dei Movimento dei Focolari in Brasile, dove ha vissuto per più di 40 anni. In un messaggio,
il cardinale Odilo Schrerer, arcivescovo di San Paolo, ha auspicato che la santità
di vita di Ginetta possa essere riconosciuta quanto prima per il bene della Chiesa.
Ma ascoltiamo da Osasco, il servizio di Carla Cotignoli:
Ieri sera, nella
cattedrale di Osasco si respirava un clima di grande gioia e commozione. Quel volto
luminoso di Ginetta che campeggiava a lato, sull’altare maggiore, rendeva visibile
la forza di attrazione che continua ad esercitare una vita radicata, senza riserve,
nel Vangelo. Forte la testimonianza di Norma Curti, che aveva vissuto con Ginetta
per più di 30 anni:
“Con Ginetta si viveva lo straordinario nell’ordinario.
Sempre lei ci comunicava le sue esperienze, sia a noi sia ai giovani, alle famiglie,
ai politici, agli imprenditori … Posso dire che comunicava il fascino di Dio. Non
c’era ostacolo, imprevisto o contrarietà che la fermasse, e la sua forza era la fede
nella Parola. La fede – diceva – è la nostra partecipazione all’onnipotenza di Dio”.
Più
voci ieri, come quella del postulatore della Causa, l’avvocato Carlo Fusco, hanno
ricordato questa sua fede adamantina nell’attuare quell’ispirazione di Chiara Lubich,
nata proprio qui, in Brasile: l’Economia di Comunione, entrata ora nel Magistero della
Chiesa. La consegna era quella di far sorgere un polo imprenditoriale che ne mostrasse
l’attuazione, fatto che pareva impossibile negli anni in cui il Brasile viveva una
forte recessione economica. Ma per la fede di Ginetta diventò possibile. Ieri sera
il suo volto è apparso sul grande schermo situato sopra l’altare. Lei stessa ha comunicato
i momenti in cui si è accesa nel suo cuore questa fede, quando nel 1944 ha incontrato
Chiara Lubich e la sua vita è stata trasformata dalla luce del Vangelo. Le sue parole
sono avvertite da tutti come una consegna:
“Capivo che la Parola costruisce
… la Parola è il Verbo, è la sapienza. E allora, io ho fatto questa esperienza: che
la Parola di Dio ha un fascino che trasforma, che tocca. Come ha toccato me, se poi
è vissuta – non letta o commentata, ma se è trasmessa con la vita, veramente opera
cose grandi nelle persone!”. Ma ascoltiamo ora la testimonianza
di Gehilda Calvancanti, co-responsabile della cittadella dei Focolari in Brasile
che ora porta il nome di Ginetta. Il suo primo incontro con lei era avvenuto a Recife,
nei primi anni dell'approdo di Ginetta nel Paese latinoamericano. Al microfono di
Carla Cotignoli ci racconta un episodio avvenuto in quegli anni che ha cambiato
la sua vita e non solo: R. – Ginetta,
non solo viveva con radicalità il Vangelo, ma faceva sì che gli altri lo vivessero.
Io avevo 12 anni quando mio padre fu ucciso, e tutta la famiglia ha fatto una sorta
di patto: mai più avrebbe messo i piedi in quella città, per non vedere i nemici,
per non avere contatto con loro. Poi io ho conosciuto il Movimento dei Focolari. Una
volta, ero ad un incontro e vicino a me c’era una giovane, membro di quella famiglia.
Quando l’ho vista, sono rimasta sconvolta; sono uscita e mi sono trovata di fronte
Ginetta che mi ha chiesto il motivo per cui ero così agitata. Io glielo ho detto,
e lei mi ha chiesto: “Ma tu, vuoi vivere secondo i tuoi sentimenti, la tua mentalità,
o secondo il Vangelo?”. Risposi: “Vorrei vivere secondo il Vangelo”. E lei: “Ecco:
il Vangelo dice: ama i tuoi nemici, fa del bene a chi ti fa del male …” … Mi ha ricordato
tutte le parole di Gesù, quando parla dell’amore verso il nemico. E mi ha convinto,
tanto che sono tornata in quella riunione, ma quella giovane era uscita. Un’altra
volta ero nella casa dove abitavano dei focolarini; suonarono al campanello, andai
ad aprire e mi trovai di fronte due sorelle degli uccisori e una zia, che erano venute
a conoscere il Movimento. Quando le ho viste, mi sono ricordata che il Vangelo dice:
“Tutto quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me”.
Allora mi sono detta: “Sono Gesù”: le ho abbracciate, le ho fatte sedere; la zia mi
ha chiesto perché le trattassi così. E io ho risposto che avevo conosciuto questo
Movimento che porta l’unità. E anche loro hanno iniziato a partecipare, e ogni volta
che c’era un incontro Ginetta mi metteva nello stesso gruppo per vedere come ci saremmo
rapportate. Ma dopo quel giorno sentivamo che questa unione era più forte di tutti
i sentimenti che potessimo nutrire le une verso le altre. Ho sentito poi una grande
liberazione, il desiderio vero di donare la mia vita per l’unità. E poi, un loro fratello
che abitava a Recife e viveva con una rivoltella ed un pugnale, perché se avesse incontrato
qualcuno della mia famiglia, nel terrore che volesse vendicarsi, avrebbe sparato,
ha conosciuto il Movimento: la prima cosa che ha fatto è stato consegnare ai focolarini
le sue armi. Sono andata in Italia per approfondire la spiritualità, e alcuni mesi
dopo è arrivato anche questo ragazzo; quando mi ha visto mi ha detto: “Noi dobbiamo
testimoniare al mondo che il testamento di Gesù può essere realizzato: è possibile
viverlo!”. Ho risposto: “Siamo d’accordo per vivere questa unità”. E abbiamo già avuto
molte occasioni di stare insieme, di rapportarci. Io ho constatato che questa spiritualità
ha fatto sì che il nostro rapporto fosse da Gesù a Gesù, dimenticando tutto.