2013-03-09 14:21:38

Chiese in Europa: lavorare per sradicare "povertà e disuguaglianza"


“Discutere di austerità economica” non deve essere disgiunto dal prevedere “misure per la coesione sociale”. È il messaggio che arriva dall’incontro tra le Chiese europee e la presidenza irlandese dell’Ue avvenuto ieri a Dublino. Esponendo i temi presentati dalle Chiese in “un incontro cordiale e aperto”, il comunicato stampa diffuso alla conclusione del dialogo e ripreso dall'agenzia Sir, afferma che “sradicare la povertà strutturale e la disuguaglianza” dovrebbero essere due elementi da considerare “per misurare il progresso economico”. Le Chiese europee, rappresentate dai delegati delle principali comunità cristiane in Irlanda, sono state ricevute dal primo ministro irlandese, Taoiseach Enda Kenny, secondo una tradizione consolidata e prevista dall’art. 17 del Trattato europeo. La preoccupazione delle Chiese si rivolge alla “pesante crisi” e “alle sue conseguenze su piano sociale” nell’Ue, evidenti nelle “comunità locali” e in particolare “all’impatto dell’austerità sulle generazioni presenti e future e sui più deboli della società”. Le Chiese sostengono che “l’occupazione e la creazione di posti di lavoro in Europa sono necessità prioritarie”, ma hanno anche messo in luce “l’aumento dei lavoratori poveri”. Queste persone in Europa hanno un “urgente bisogno di un giorno settimanale di riposo”, visto come segno “di riconciliazione della vita personale, familiare e professionale, da includere nella revisione della Direttiva sull’orario di lavoro”. I rappresentanti delle Chiese europee hanno inoltre sottolineato che “l’aiuto allo sviluppo continua a trasformare le vite” e hanno messo in luce l’importanza che i Paesi membri dell’Ue “riprendano i propri impegni per favorire gli obiettivi di sviluppo internazionali entro il 2015”. Laddove l’aiuto non è più necessario, le Chiese chiedono che “le autorità fiscali dei Paesi in via di sviluppo abbiano la possibilità di riscuotere le tasse dalle compagnie multinazionali che operano nei loro territori”. Tra i punti all’ordine del giorno nell’agenda europea, le Chiese ritengono che sia particolarmente urgente “difendere l’accordo raggiunto sulla riforma bancaria (Crd) tra il Consiglio, il Parlamento e la Commissione”; riformare le direttive sulla trasparenza e responsabilità perché “includano un maggior numero di settori”; “lavorare contro l’impatto insidioso dei paradisi fiscali”; verificare che le politiche fiscali nazionali nei Paesi Ocse “non abbiano conseguenze negative sui Paesi in via di sviluppo”. L’incontro è stato organizzato dal Consiglio delle Chiese irlandesi, su incarico della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) e dalla Commissione Chiesa e società della Conferenza delle Chiese europee. Vi hanno partecipato rappresentanti della Chiesa cattolica, anglicana, ortodossa, metodista, oltre che i segretariati generali dei due organismi europei. (R.P.)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 68







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