Chiese in Europa: lavorare per sradicare "povertà e disuguaglianza"
“Discutere di austerità economica” non deve essere disgiunto dal prevedere “misure
per la coesione sociale”. È il messaggio che arriva dall’incontro tra le Chiese europee
e la presidenza irlandese dell’Ue avvenuto ieri a Dublino. Esponendo i temi presentati
dalle Chiese in “un incontro cordiale e aperto”, il comunicato stampa diffuso alla
conclusione del dialogo e ripreso dall'agenzia Sir, afferma che “sradicare la povertà
strutturale e la disuguaglianza” dovrebbero essere due elementi da considerare “per
misurare il progresso economico”. Le Chiese europee, rappresentate dai delegati delle
principali comunità cristiane in Irlanda, sono state ricevute dal primo ministro irlandese,
Taoiseach Enda Kenny, secondo una tradizione consolidata e prevista dall’art. 17 del
Trattato europeo. La preoccupazione delle Chiese si rivolge alla “pesante crisi” e
“alle sue conseguenze su piano sociale” nell’Ue, evidenti nelle “comunità locali”
e in particolare “all’impatto dell’austerità sulle generazioni presenti e future e
sui più deboli della società”. Le Chiese sostengono che “l’occupazione e la creazione
di posti di lavoro in Europa sono necessità prioritarie”, ma hanno anche messo in
luce “l’aumento dei lavoratori poveri”. Queste persone in Europa hanno un “urgente
bisogno di un giorno settimanale di riposo”, visto come segno “di riconciliazione
della vita personale, familiare e professionale, da includere nella revisione della
Direttiva sull’orario di lavoro”. I rappresentanti delle Chiese europee hanno inoltre
sottolineato che “l’aiuto allo sviluppo continua a trasformare le vite” e hanno messo
in luce l’importanza che i Paesi membri dell’Ue “riprendano i propri impegni per favorire
gli obiettivi di sviluppo internazionali entro il 2015”. Laddove l’aiuto non è più
necessario, le Chiese chiedono che “le autorità fiscali dei Paesi in via di sviluppo
abbiano la possibilità di riscuotere le tasse dalle compagnie multinazionali che operano
nei loro territori”. Tra i punti all’ordine del giorno nell’agenda europea, le Chiese
ritengono che sia particolarmente urgente “difendere l’accordo raggiunto sulla riforma
bancaria (Crd) tra il Consiglio, il Parlamento e la Commissione”; riformare le direttive
sulla trasparenza e responsabilità perché “includano un maggior numero di settori”;
“lavorare contro l’impatto insidioso dei paradisi fiscali”; verificare che le politiche
fiscali nazionali nei Paesi Ocse “non abbiano conseguenze negative sui Paesi in via
di sviluppo”. L’incontro è stato organizzato dal Consiglio delle Chiese irlandesi,
su incarico della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) e dalla
Commissione Chiesa e società della Conferenza delle Chiese europee. Vi hanno partecipato
rappresentanti della Chiesa cattolica, anglicana, ortodossa, metodista, oltre che
i segretariati generali dei due organismi europei. (R.P.)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 68