Sono migliaia i giornalisti accreditati presso il Media Center, all’interno dell’Aula
Paolo VI, per seguire gli eventi legati alla Sede Vacante, al Conclave e all’inizio
del nuovo Pontificato. La struttura - allestita dallo Stato della Città del Vaticano,
dalla Sala Stampa della Santa Sede, dalla Radio Vaticana, dal Centro Televisivo Vaticano
e con la collaborazione del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e dell’Unione
Europea Radio Diffusione (Ebu) – permette di soddisfare diverse esigenze operative.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’Aula Paolo
VI, come già accaduto in occasione della morte di Giovanni Paolo II e della sua Beatificazione,
torna ad ospitare migliaia di giornalisti e assume, in questi giorni cruciali, la
fisionomia di un villaggio mediatico globale. Il Media Center occupa, in gran parte,
gli spazi della superficie dell’Atrio dell’Aula Paolo VI ed è suddiviso in quattro
settori: la sezione per la mondovisione, con 18 postazioni per i cronisti televisivi,
il Centro Servizi Stampa, con postazioni dotate tra l’altro di connessione Internet
e telefono, l’area Tv, con 21 cabine, e quella Radio, dotata di 28 postazioni e 11
cabine. Sono diverse migliaia, finora, le richieste di accredito pervenute da tutto
il mondo. Domenico Cinque, assistente al controllo nel Media Center:
“Abbiamo
5.256 richieste di accredito, tra cui 4.812 andate a buon fine, dopo i dovuti controlli.
In totale, comprendiamo più di 1.400 testate giornalistiche, divise in 24 lingue,
con 65 nazioni presenti. La maggior parte dei giornalisti pervengono dalle stesse
località da dove arrivano i cardinali. Per ovvi motivi, all’ingresso troviamo la gendarmeria
che permette l’accesso solo alle persone accreditate. Poi c’è il controllo con il
metal detector per evitare che vengano introdotti strumenti non idonei. Noi invece
abbiamo il compito di valutare che l’accredito sia reale ed indirizzare la persona
verso il settore per cui ha richiesto l’accredito”.
L’area riservata alla
stampa fornisce postazioni di lavoro per giornalisti e fotografi. Marzia Pellegrino,
coordinatrice del Centro Servizi Stampa:
“Abbiamo quattro file di tavoli:
l’ultima è riservata a coloro cui è garantita una connessione internet molto veloce
– 100 mega – e i servizi di telefonia; mentre, nella seconda fila ci sono i computer
connessi con il cavo lan, le altre due file sono senza computer ma hanno comunque
possibilità di connessione. Quindi, anche durante le Congregazioni, quando i telefonini
erano schermati e non c’era il Wi Fi, i giornalisti hanno avuto la possibilità di
collegarsi via internet - con il cavo Lan – o altrimenti usare i computer che sono
a loro disposizione”.
Per la sezione riservata alle emittenti radiofoniche
è primario, in particolare, il contributo fornito dalla Radio Vaticana. Giacomo
Ghisani, responsabile dell’ufficio Relazioni Internazionali della nostra emittente:
“Essendo
la Radio Vaticana l’emittente ‘nazionale’ del luogo in cui il Conclave e l’elezione
del nuovo Papa si svolgeranno, ha il dovere di predisporre in base agli standard internazionali
e ai principi di cooperazione internazionale, quanto necessario per dare modo alle
emittenti estere di poter garantire, dal Vaticano, un’intera copertura. Quindi, la
Radio vaticana ha predisposto spazi di lavoro e cabine per trasmissioni radiofoniche
a beneficio proprio di tutti questi partner internazionali. Sono circa 30 open space
- spazi di lavoro - più 15 cabine attrezzate per radiocronache, per un totale quindi
di una cinquantina di disponibilità a favore delle emittenti radiofoniche”.
Molte
delle postazioni, all’interno del Media Center, offrono ai giornalisti la possibilità
di utilizzare le immagini del Centro Televisivo Vaticano e l’audio diffuso dalla Radio
Vaticana.