Nuove sanzioni Onu contro la Corea del Nord che rompe l’accordo di non aggressione
con Seul
Crisi Nordcoreana. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu approva all'unanimità una nuova
tornata di sanzioni contro Pyongyang, che ha minacciato di sferrare un attacco nucleare
"preventivo" contro gli Stati Uniti e qualsiasi altra potenza ostile e ha abrogato
''tutti gli accordi di non aggressione con la Corea del Sud''. Il servizio di Massimiliano
Menichetti:
Sale la tensione
sul nucleare nordcoreano. Pyongyang ha abrogato “tutti gli accordi di non aggressione
con la Corea del Sud”, tagliando la linea rossa di collegamento telefonico con Seul.
La decisione a poche ore dal nuovo giro di vite deciso dal Consiglio di Sicurezza
dell'Onu, che ha varato, all’unanimità, nuove sanzioni contro il Paese, dopo che Pyongyang
ha effettuato, senza ascoltare il “no” della Comunità internazionale, il terzo test
nucleare il 12 febbraio scorso. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha ribadito
che la decisione dei 15 è ''un messaggio inequivocabile'' e che non verranno tollerati
nuovi test nucleari. ''E' necessario invertire la rotta – ha evidenziato – e puntare
sulla costruzione della fiducia con i Paesi vicini''. La risoluzione Onu aggiunge
tre individui e due entità alla lista nera delle Nazioni Unite e ha imposto un giro
di vite sulle attività bancarie e ai trasferimenti di denaro legati al programma nucleare
di Pyongyang. Ieri, la Corea del Nord ha minacciato un attacco nucleare "preventivo"
contro gli Stati Uniti e qualsiasi altra potenza ostile. Martedì scorso, aveva già
manifestato la volontà di strappare l'armistizio che chiuse la guerra di Corea del
1950-'53. Dichiarazioni, quelle di ieri, bollate dalla Casa Bianca come “provocazioni”,
“minacce vane: "Abbatteremo ogni missile”, è stata la risposta statunitense. In questo
scenario, il portavoce del Ministero della difesa sudcoreano, Kim Min-seok, ha detto
che la Corea del Nord continua le sue esercitazioni militari ''a un livello aumentato'',
mentre Seul ha rafforzato la sua vigilanza ''nella convinzione che le esercitazioni
in corso possano portare a provocazioni di tipo militare''.
Sulla crisi nordcoreana,
Massimiliano Menichetti ha intervistato Maurizio Simoncelli di Archivio Disarmo:
R. - A oggi,
ci troviamo ancora in una situazione di forte polemica politica, non di vero pericolo
militare. Gli esperti ritengono che la Corea del Nord non abbia ancora un arsenale
tale da poter minacciare una super potenza nucleare come gli Stati Uniti. Rimane certamente
una situazione di tensione fortissima, e soprattutto la pressione nei confronti della
Corea del Sud, che non è analogamente amata come gli Stati Uniti, pur avendo “un ombrello
protettivo” da parte di Washington. Ricordiamo però che da 60 anni tra la Corea del
Nord e la Corea del Sud non corrono rapporti di pace, tra loro c’è solo un armistizio.
Adesso, la Corea del Nord ha colto l’occasione per rialzare la "temperatura" tra le
due capitali.
D. - Finora, si è assistito anche a un gioco delle parti. La
Nord Corea, molto povera, minaccia aggressioni, quindi punizioni di taglio economico
o sostegni per aiutare il governo…
R. - Noi ci troviamo di fronte a una Corea
del Nord che da anni si trova in una forte crisi economica. Tanto è vero che parte
delle sanzioni sono relative alle attività bancarie, finanziarie, esportazioni di
valuta… Ma, ad esempio, c’è - anche all’interno di queste sanzioni - un bando dettagliato
relativo alla vendita di prodotti di lusso come gioielli, yatch, auto da corsa… Comprendiamo
bene: sono sanzioni che non possono colpire duramente l’economia, sono segnali evidentemente
politici.
D. - Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha votato all’unanimità:
significativo, anche per quanto riguarda l’isolamento, che la Cina abbia voltato contro
la Corea del Nord...
R. - Bene o male, la Cina è sempre stata il grande alleato
di riferimento. Certamente, il Paese è importantissimo sul piano economico e finanziario,
ma ormai Pechino ha preso posizioni abbastanza nette nei confronti di Pyongyang. Addirittura,
poco tempo fa, il 27 febbraio, il vicedirettore del giornale della scuola centrale
del Partito comunista cinese ha ipotizzato - in un’intervista rilasciata al Financial
Times - di abbandonare la Corea del Nord. Questi sono segnali moto chiari. Il
fatto che la Russia e la Cina siano schierate chiaramente, palesemente a favore di
queste sanzioni, è un indice di crescente isolamento. Ora, la speranza è che il regime
della Corea del Nord sia in grado di recepire questi segnali di avvertimento. Certo,
è una partita lunga, che dura purtroppo da molti anni, e che ancora non vede dei passi
in avanti.