Centrafrica. Leader religiosi: "Nelle zone occupate dai ribelli, paura e desolazione"
Le condizioni dei civili nei territori sotto occupazione dei ribelli del Seleka sono
“deplorevoli”: a denunciarlo, in un messaggio redatto dopo una missione sul posto,
sono i rappresentanti religiosi del Centrafrica che chiedono alla Comunità internazionale
un “maggiore impegno” per cercare di risolvere la crisi in atto. Nel corso del loro
viaggio a tappe - riferisce l'agenzia Misna - i religiosi hanno soggiornato nelle
località di Grimari, Bambari, Alindao e Mobaye, dove hanno riscontrato “un clima di
rassegnazione e desolazione” ha spiegato mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo
di Bangui. “Quando si vedono tutti questi giovani armati, i palazzi e le case distrutti,
la paura sui volti della gente…si viene presi da un sentimento di desolazione” aggiunge
il prelato, rappresentante della comunità cattolica che si è detto “molto toccato”
da quest’esperienza. Gli fa eco l’imam Kobir Layama, della comunità musulmana, secondo
cui esiste un rischio di conflitto tra le comunità cristiane e musulmana a causa del
comportamento di alcuni membri della ribellione. “Queste cose – ha detto l’imam –
ci fanno venire le lacrime agli occhi”. Ma non tutto è perduto, ha precisato il reverendo
delle chiese protestanti Nicolas Guerekoyame-Gbangou, secondo cui c’è ancora un barlume
di speranza e l’aiuto della comunità internazionale è fondamentale “per riportare
la pace e la riconciliazione nel Paese”. I religiosi hanno annunciato che organizzeranno
una marcia interreligiosa per chiedere la pace in Centrafrica. (R.P.)