Otto anni di udienze generali con Benedetto XVI: Cristo al centro della nostra vita
Ieri è stato il primo mercoledì senza udienza generale di Benedetto XVI dalla fine
del suo pontificato: un appuntamento dedicato principalmente alla catechesi. Diversi
gli argomenti trattati nei suoi 348 incontri del mercoledì con i fedeli, oltre 5 milioni,
in quasi 8 anni di ministero petrino: dal ciclo degli apostoli e dei testimoni della
fede all’Anno Paolino per arrivare alla catechesi sulla preghiera e infine all’Anno
della fede. Ripercorriamo, in questa sintesi curata da Sergio Centofanti, i
momenti principali di questi appuntamenti:
Nella sua prima
udienza generale del 27 aprile 2005, Benedetto XVI spiega il perché del suo nome:
un richiamo a Benedetto XV, Papa della riconciliazione, prima e durante la prima guerra
mondiale, ma soprattutto a San Benedetto da Norcia, patrono del suo pontificato, “fondamentale
punto di riferimento per l’unità dell’Europa” che ai suoi monaci raccomandava di non
anteporre nulla a Cristo:
“All’inizio del mio servizio come Successore di
Pietro chiedo a San Benedetto di aiutarci a tenere ferma la centralità di Cristo nella
nostra esistenza. Egli sia sempre al primo posto nei nostri pensieri e in ogni nostra
attività!”. (27 aprile 2005)
Nelle udienze successive completa le catechesi
sui Salmi iniziate da Giovanni Paolo II, per poi iniziare nel 2006 un nuovo ciclo
sul rapporto tra Cristo e la Chiesa che continua a riflettere la luce del suo Signore
nonostante i limiti e i peccati degli uomini:
“E’ pertanto del tutto inconciliabile
con l’intenzione di Cristo uno slogan di moda alcuni anni fa: Gesù sì, Chiesa no!
(applausi) Questo Gesù scelto in modo individualistico è un Gesù di fantasia. Non
possiamo avere Gesù senza la realtà che ha creato e nella quale si comunica. E questa
sua presenza nella comunità nella quale Egli stesso si dà sempre a noi, è motivo della
nostra gioia. Sì, Cristo è con noi. Il Regno di Dio viene”. (15 marzo 2006)
Nel
2007, dopo aver parlato degli apostoli e dei primi testimoni della fede, inizia un
ciclo di catechesi sui Padri dei primi secoli cristiani di Occidente e Oriente. Con
San Clemente Romano, Papa, mostra come già nei primi secoli i cristiani chiariscano
il rapporto tra Stato e Chiesa, tra Cesare e Dio. Occorre rispettare le legittime
autorità ma …
“Cesare non è tutto. Emerge un’altra sovranità, la cui origine
ed essenza non sono di questo mondo, ma «di lassù»: è quella della Verità, che vanta
anche nei confronti dello Stato il diritto di essere ascoltata”. (7 marzo 2007)
Parlando
di Sant’Agostino, uno dei Padri della Chiesa da lui più amati, ricorda che fede e
ragione vanno insieme:
“Credi per comprendere: il credere apre la strada
per entrare nelle porte della verità (…) ma anche, inseparabilmente, comprendi, vedi
la verità per poter trovare Dio e credere”. (30 gennaio 2008)
Nel 2008
inizia le sue 20 intense catechesi su San Paolo, in occasione dell’Anno Paolino. Densa
in particolare quella che richiama il Concilio di Gerusalemme e il confronto tra Pietro
e Paolo ad Antiochia sulla fine dell’obbligo della circoncisione per i credenti. Un
confronto dai toni forti, ma guidato sempre dallo Spirito di libertà e carità. “Una
lezione – afferma Benedetto XVI - che dobbiamo imparare anche noi”:
“Con
i carismi diversi affidati a Pietro e a Paolo, lasciamoci tutti guidare dallo Spirito,
cercando di vivere nella libertà che trova il suo orientamento nella fede in Cristo
e si concretizza nel servizio ai fratelli. Essenziale è essere sempre più conformi
a Cristo. E’ così che si diventa realmente liberi, così si esprime in noi il nucleo
più profondo della Legge: l’amore per Dio e per il prossimo”. (1 ottobre 2008)
Nel
2009, dopo alcuni interventi sull’Anno sacerdotale, c’è la stupenda catechesi sulle
grandi cattedrali romaniche e gotiche del Medioevo. L’arte, la via della bellezza,
ci porta al Mistero di Dio:
“Cari fratelli e sorelle, ci aiuti il Signore
a riscoprire la via della bellezza come uno degli itinerari, forse il più attraente
ed affascinante, per giungere ad incontrare ed amare Dio”. (18 novembre 2009)
Nel
2010, svolge una bellissima catechesi su San Francesco che rinnova la Chiesa non “contro
il Papa” ma insieme a lui:
“Il Poverello di Assisi aveva compreso che ogni
carisma donato dallo Spirito Santo va posto a servizio del Corpo Mistico, che è la
Chiesa; pertanto agì sempre in piena comunione con l’autorità ecclesiastica. Nella
vita dei Santi non c’è contrasto tra carisma profetico e carisma di governo e, se
qualche tensione viene a crearsi, essi sanno attendere con pazienza i tempi dello
Spirito Santo”. (27 gennaio 2010)
Sempre nel 2010 inizia un ciclo di catechesi
sulle donne cristiane, sottolineando il contributo fondamentale del genio femminile
alla storia della Chiesa. Nel 2011 parla della preghiera che ci richiama al primato
di Dio. Pregare – afferma – non è un optional, è essenziale per vivere. Ma è Dio stesso
che misteriosamente ci attrae:
“L’uomo porta in sé una sete di infinito,
una nostalgia di eternità, una ricerca di bellezza, un desiderio di amore, un bisogno
di luce e di verità, che lo spingono verso l’Assoluto; l’uomo porta in sé il desiderio
di Dio. E l’uomo sa, in qualche modo, di potersi rivolgere a Dio, sa di poterlo pregare”.
(11 maggio 2011)
Nel 2012 inizia l’ultimo ciclo delle sue catechesi, dedicato
all’Anno della fede, auspicando che aiuti a rinnovare l’entusiasmo di credere in Gesù:
“Si
tratta dell’incontro non con un’idea o con un progetto di vita, ma con una Persona
viva che trasforma in profondità noi stessi, rivelandoci la nostra vera identità di
figli di Dio. L’incontro con Cristo rinnova i nostri rapporti umani, orientandoli,
di giorno in giorno, a maggiore solidarietà e fraternità, nella logica dell’amore
(...) è un cambiamento che coinvolge la vita, tutto noi stessi: sentimento, cuore,
intelligenza, volontà, corporeità, emozioni, relazioni umane”. (17 ottobre 2012)
Il
27 febbraio scorso, l’ultima udienza generale del pontificato. Queste le sue ultime
parole:
“Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e
soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è
l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore
di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto,
non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!” (27 febbraio
2013)