Il Pil dell'Eurozona è sceso dello 0,6% nel 2012, mentre quello dell'Ue 27 è diminuito
l'anno scorso dello 0,3%: è quanto risulta dalla seconda stima di Eurostat sul Pil
in Europa. Il servizio di Alessandro Guarasci:
Tutta Europa
ha viaggiato letteralmente col freno tirato nel 2012. Il Pil dell’Eurozona è sceso
dello 0,6% negli ultimi tre mesi dell’anno e anche la Germania, locomotiva del Vecchio
Continente, è arretrata dello 0,6%. Male, molto male, per l’Italia che ha avuto un
calo dello 0,9% nel quarto trimestre ma il dato annuale è stato catastrofico, con
-2,7%. Eurostat ricorda che nello stesso periodo il pil degli Stati Uniti è rimasto
stabile rispetto al terzo trimestre. A far scendere il dato sono stati soprattutto
la flessione delle spese di consumo delle famiglie e il calo di importazioni ed esportazioni.
Ma c'è dell'altro secondo l’economista Alberto Quadrio Curzio:
R. -
Sono calati molto anche gli investimenti e quindi tutta la domanda aggregata e di
conseguenza la stessa ha trascinato il pil verso il basso. Io ritengo che se l'Europa
non cambia politica e non rilancia la crescita, ci metteremo parecchi anni a uscire
da questa crisi.
D. - Un problema di rilancio della crescita che riguarda tutti,
meno che la Germania che continua a creare posti di lavoro ...
R. - Sì, la
Germania si sta finanziando a tassi di interesse zero, a causa della crisi e questo
le da un vantaggio competitivo enorme. Vantaggio competitivo che l'Europa non considera
nei suoi parametri di asimmetrie tra i vari Paesi, ma che di fatto esiste. Ma non
durerà a lungo per la Germania, perché il crollo della domanda interna degli altri
Paesi rallenta di molto le sue esportazioni.