Un incontro di riflessione sul decadimento morale nell’ambiente scolastico, con l’obiettivo
di realizzare un progetto formativo etico che parta innanzitutto dalla corretta comunicazione:
questo, in sintesi, il seminario che si è tenuto in questi giorni a Libreville, in
Gabon, su iniziativa del Vicario generale dell’arcidiocesi, mons. Jean-Clair Patrick
Nguéma Edou. “La disarticolazione dell’ambiente scolastico – informa una nota della
Conferenza episcopale del Gabon – e la decadenza dei costumi costituiscono una minaccia
evidente per il valore educativo dei ragazzi e per la specificità della scuola cattolica,
basata sulla massima professionalità e sugli ideali cristiani”. Per queste ragioni,
“la direzione nazionale dell’insegnamento cattolico sta cercando una risposta adeguata
a questa situazione”. In futuro, si pensa quindi ad un piano d’azione specifico nell’ambito
della comunicazione, così da indirizzare correttamente i giovani. Nel corso del seminario,
si è riflettuto sulla legislazione attualmente in vigore in materia di tutela dei
minori, con particolare attenzione – evidenziata dallo stesso mons. Nguéma Edou –
ai legami tra Chiesa e scuola cattolica. Infine, il vicario generale ha concluso l’incontro
ribadendo che “le autorità della Chiesa cattolica non sono affatto lontane da quello
che i docenti ed i responsabili dell’insegnamento vivono nel quotidiano; essi perciò
non devono aver paura, bensì sentirsi rassicurati, perché la Chiesa è sempre con loro
ed è in questo modo che costruiremo un mondo vero, forte, giusto, fraterno, in cui
dimorino l’amore e la pace”. Da ricordare che già il 30 giugno scorso la Conferenza
episcopale del Gabon aveva tenuto un incontro sullo stesso tema. In quell’occasione,
mons. Nguéma Edou aveva condannato i casi di prostituzione, il traffico di droga,
le pratiche esoteriche, mettendo in luce che la missione dell’insegnamento cattolico
è il saper trasmettere un’educazione di qualità e far apprendere agli studenti i valori
morali. “Lasciar correre – aveva detto il presule – non può che condurci a temere
che, a breve termine, le nostre istituzioni di formazione saranno davvero in pericolo
e che l’avvenire dei nostri giovani sarà ormai compromesso”. (A cura di Isabella
Piro)