2013-03-05 09:08:36

Vescovi vietnamiti: la sovranità appartiene al popolo e non al Partito


La sovranità appartiene al popolo e non al Partito unico (comunista), che esercita il potere senza vincoli e il cui segretario ha "più poteri" dello stesso presidente o premier del Paese. È quanto afferma il Comitato permanente della Conferenza episcopale del Vietnam, in una riflessione pubblicata dal sito VietCatholic News che ne ha curato la traduzione in inglese. Con coraggio e determinazione - riporta l'agenzia AsiaNews - i prelati puntano il dito contro l'articolo 4 dell'attuale Costituzione, che affida "senza condizioni" la leadership al Partito comunista; la norma è considerata "tabù" nel Paese e ogni tentativo di emendamento o modifica è costata decenni di prigione al promotore. In queste settimane in Vietnam è circolata una petizione on-line per la fine del Partito unico e innovazioni sostanziali, che prevedono anche diritti personali quali la proprietà privata, oltre che il riconoscimento effettivo dei diritti umani. Per i critici si sarebbe trattato di uno "show democratico", sfruttato prima di tutto dai vertici comunisti per incanalare l'insoddisfazione dei cittadini e per contenere il malcontento sociale. E una sorta di "purificazione interna", per risolvere le battaglie intestine al partito e i vari conflitti di interesse. I prelati mostrano di affrontare con estrema serietà il capitolo riguardante possibili modifiche alla Costituzione, all'interno della quale affondano e proliferano i mali endemici della società vietnamita. Il primo punto riguarda l'articolo 4, del quale ne chiedono la cancellazione immediata perché fonte di abusi, vessazioni e carcerazioni arbitrarie. "Per rispettare la sovranità del popolo - afferma il Comitato permanente dei vescovi vietnamiti - la Costituzione non può e non deve prevedere in modo categorico la leadership di alcun partito politico, perché il soggetto dell'autorità politica è il popolo stesso". E gli eletti all'Assemblea, aggiungono i prelati, devono assumersi "la responsabilità di quanto fanno davanti al popolo". L'articolo 4 è il primo punto dal quale partire per introdurre un vero cambiamento, altrimenti anche l'eventuale introduzione della libertà di parola (articolo 26 nella bozza di revisione), di creatività artistica (articolo 43) e di religione (25) vengono a decadere o sono, di fatto, inapplicabili. Infine, va rivisto il rapporto fra le alte cariche dello Stato - su tutti il presidente e il premier - e il segretario generale del Partito comunista che, in realtà, è il vero centro del potere. La riflessione dei prelati viene apprezzata anche all'estero, fra i vietamiti della diaspora. Padre Paul Van Chi, sacerdote dell'arcidiocesi di Sydney, in Australia, ringrazia "i vescovi vietnamiti per la loro autentica e credibile testimonianza di fede e di coraggio, volta a difendere i diritti del popolo del Vietnam. (R.P.)







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