2013-03-05 15:42:31

Usura: sempre più famiglie nella trappola di slot machine, videopoker e scommesse


Il 50% dell’usura è riconducibile al "mondo delle scommesse". E’ la denuncia del cartello “Insieme contro l’azzardo” realtà nata in seno alla Consulta nazionale antiusura. Per l’associazione, slot machine, poker on-line, scommesse legali e clandestine stanno impoverendo le famiglie italiane, provate duramente dalla crisi economica. Il cartello punta il dito contro le pubblicità ingannevoli che mostrano vincite facili e diffuse, parla di immoralità costituzionale del gioco d’azzardo e chiede leggi che tutelino le famiglie. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento dell’avvocato Attilio Simeone, coordinatore nazionale del cartello “Insieme contro l’azzardo”:RealAudioMP3

R. – Secondo i nostri dati, su 10 casi di usura accertata 4,6 sono da ricondurre al gioco d’azzardo. Quando parlo di usura accertata, mi riferisco a procedimenti penali che sono in corso nei confronti degli usurai. Per cui, il fenomeno non può che preoccuparci tantissimo.

D. – Paradossalmente, in un momento di crisi economica si ricorre di più a queste strategie per tentare di far fronte a difficoltà…

R. – Certamente. Accade anche che gli utenti siano continuamente tartassati dalla pubblicità, che noi definiamo ingannevole, che induce alle scommesse, a tentare la "dea bendata", che 99,9 volte su 100 però non bussa all’uscio della propria porta. Questo fenomeno è diventato una malattia collettiva, una malattia sociale. Basti pensare che oggi in Italia ci sono un milione e mezzo di giocatori d’azzardo patologici e, per ogni giocatore d’azzardo, ci sono altri 6 soggetti tra familiari, amici, colleghi di lavoro, che soffrono i riflessi negativi del gioco d’azzardo. Quindi ci sono 9 milioni di italiani che sono seriamente coinvolti in questa realtà. Italiani che vivono di un’economia domestica - l’unica che oggi ha la capacità di reggere la crisi economica - seriamente compromessa.

D. – Un altro aspetto che voi ribadite è quello dell’immoralità, un criterio che è desunto dalla stessa Costituzione?

R. - La Costituzione quando parla di impresa sottolinea che essa deve avere una sua utilità sociale. Con queste parole, “utilità sociale”, di matrice prettamente cattolica, cristiana, lo Stato italiano, in maniera però del tutto laica, riconosce dignità a quel di tipo di attività. Questo elemento costitutivo invece con il gioco d’azzardo viene seriamente compromesso. La Corte costituzionale, in usa sentenza del 1975, affermò che l’impresa del gioco d’azzardo è priva di utilità sociale, per cui non può essere presa in considerazione dalla nostra Carta costituzionale. Ora, sembra che tutto questo si sia sovvertito.

D. – Il decreto Balduzzi, nel 2012, per la prima volta, ha avuto il coraggio di scrivere in una legge sul “gioco d’azzardo patologico”. Ma la strada è ancora lunga…

R. – E’ altrettanto vero che non ha avuto il coraggio fino in fondo di affrontare tutti i temi che sono connessi al gioco d’azzardo. Mi riferisco alla pubblicità, parlo del collegamento con una legge efficace per risolvere il sovraindebitamento delle famiglie… In pratica, secondo la legislazione attuale le famiglie che cadono nell’usura oggi non possono godere di aiuti, perché la norma prevede che i proventi previsti dallo Stato sono a disposizione solo delle imprese vittime del fenomeno. Questa è naturalmente un’aberrazione giuridica, nonché presenta un forte profilo di illegittimità costituzionale dell’articolo 14 della legge 108 del ’96, la legge antiusura, che necessariamente oggi deve essere rivista.







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