Congo: i vescovi chiedono a tutti il rispetto dell'ordine costituzionale
I vescovi congolesi si dicono contrari alla revisione dell’articolo 220 della Costituzione
che vieta mutamenti della forma dello Stato. In un Memorandum al Presidente della
Repubblica, il Comitato permanente della Conferenza episcopale della Repubblica Democratica
del Congo (Cenco) afferma che “il rispetto dell’ordine costituzionale deve essere
osservato da tutti. È la premessa della coesione e dell’unità nazionale”. L’articolo
220 afferma: “La forma repubblicana dello Stato, il principio del suffragio universale,
la forma rappresentativa del governo, il numero e la durata dei mandati del Presidente
della Repubblica, l’indipendenza del potere giudiziario, il pluralismo politico e
sindacale non possono essere oggetto di nessuna revisione costituzionale”. I vescovi
si impegnano a “sensibilizzare la popolazione perché comprenda l’importanza di quest’articolo
per la stabilità del Paese”. Il Memorandum sintetizza l’opinione della Cenco sulla
situazione politica, economica e sociale del Paese. I vescovi lodano l’iniziativa
presa dal Presidente Kabila di avviare un dialogo nazionale “per uscire dalla crisi
che scuote il nostro Paese dopo la pubblicazione dei risultati delle elezioni di novembre
2011”, ma lamentano il persistere di gravi problemi che ancora affliggono la popolazione.
Sul piano economico, per esempio, non sono stati effettuati sforzi adeguati per metter
in valore le enormi risorse naturali del Paese creando industrie di trasformazione
e un moderno sistema agricolo. “Di conseguenza - afferma il documento - il grado di
povertà della popolazione ha raggiunto proporzioni che ci angosciano e ci preoccupano
come Pastori. Nel frattempo continuiamo ad assistere a un’economia predatrice”. I
vescovi chiedono inoltre serie riforme del sistema giudiziario, delle forze armate
e di polizia, ed un’efficace lotta alla corruzione, anche per garantire la sicurezza
dell’est del Paese, minacciato dalla presenza di diversi gruppi armati. (R.P.)