Egitto: cristiani e musulmani chiedono la fine delle violenze contro le minoranze
Migliaia di persone, cristiani e musulmani, hanno manifestato domenica davanti alla
sede della Nazioni Unite del Cairo per denunciare i continui casi di violenza e soprusi
contro le minoranze. In un comunicato, la Maspero Youth Union, organizzazione che
si batte per i diritti dei cristiani e dei giovani della Primavera araba, denuncia
che da gennaio i salafiti hanno assaltato ben quatto villaggi e quartieri cristiani.
In tutti i casi gli islamisti hanno incendiato chiese e abitazioni. I fatti riguardano
il quartiere cairota di Shubra al-Kheima, Sarsena (sobborgo di Tamiya, Fayoum, Egitto
centrale), Bani Suef (115 km a sud del Cairo) e Kom Ombo nella provincia meridionale
di Aswan (Alto Egitto). Gli attivisti - riferisce l'agenzia AsiaNews - denunciano
la posizione del governo dei Fratelli Musulmani, che permette ad imam e autorità islamiche
locali di "fomentare l'odio anticristiano e ai salafiti di attaccare indisturbati
persone ed edifici". Il caso più grave è avvenuto lo scorso 23 febbraio a Borg el
Arab, nella periferia di Alessandria dove alcuni uomini armati hanno ucciso quattro
cristiani e un musulmano, mentre presidiavano un terreno, destinato alla costruzione
di un edificio. Raymon Malak Zaki, cristiano e fratello di una delle vittime, spiega
che lo spazio in questione era di proprietà della sua famiglia. Per evitare furti
e attacchi suo fratello e ad altri quattro amici avevano deciso di presidiare il cantiere.
Nei mesi scorsi gli islamisti avevano occupato l'area accusando i cristiani di voler
costruire una chiesa. La diatriba si era risolta dopo la firma di un documento in
cui i proprietari garantivano che sul terreno non sarebbe sorta alcuna chiesa. "Abbiamo
acquistato il terreno e abbiamo anche pagato una somma di denaro agli islamisti della
zona per fermare le minacce - afferma Zaki - ma i soprusi non si sono fermati". Egli
racconta che il commando di uomini ha fatto irruzione nelle abitazioni di tre dei
quattro cristiani sparando a bruciapelo. Il quinto guardiano, di religione musulmana,
è stato invece ucciso sul cantiere. Il tutto è avvenuto nella più completa impunità.
"Il giorno dell'omicidio ho atteso all'obitorio una giornata intera - dichiara- prima
di veder giungere un medico legale". La polizia ha prima ispezionato il luogo dell'incidente,
ma deve ancora fare l'autopsia sulle vittime. L'uomo teme che le autorità stiano coprendo
gli autori del gesto per evitare ulteriori dissidi fra le due comunità. Da decenni
gli islamisti utilizzano la fumosa legge sulla costruzione di edifici religiosi, risalente
al regime di Mubarak, per bloccare qualsiasi attività delle comunità cristiane, che
spesso attendono anni per ricevere l'autorizzazione anche solo per restaurare un edificio.
Tale situazione, si è però aggravata con la salita al potere dei Fratelli Musulmani,
che ha dato nuova forza agli islamisti che ora impediscono ai cristiani anche la realizzazione
di normali abitazioni. I soprusi contro i copti-ortodossi e le altre denominazioni
cristiane, non avvengono solo per mano dei radicali islamici. Da tempo anche i tribunali
hanno iniziato ad accanirsi contro la minoranza, soprattutto nelle regioni dell'Alto
Egitto, dove è più potente la lobby di giudici affiliati ai Fratelli Musulmani. La
scorsa settimana la Corte di Beni Suef ha rifiutato gli appelli per la liberazione
di due bambini di 9 e 10 anni al processo per "dissacrazione al Corano" e in carcere
dall'ottobre 2012. Lo scorso 14 gennaio la medesima Corte ha condannato una donna
cristiana ed i suoi 7 figli a 15 anni di prigione per essersi convertiti al cristianesimo.
(R.P.)