Sede vacante: riflessione di Carlo Cardia, esperto di diritto ecclesiastico
Dalle 20.00 di giovedì scorso, la Chiesa è entrata nella cosiddetta Sede vacante.
Sul significato di questo particolare periodo della vita della Chiesa, ascoltiamo
il prof. Carlo Cardia, docente di Diritto ecclesiastico all'Università Roma
Tre, al microfono di Luca Collodi:
R. – Quando
manca il titolare dell’ufficio si parla di Sede vacante. È evidente che di fronte
al Romano Pontefice, la Sede vacante ha un significato diverso: più ristretto e più
ampio al tempo stesso. Più ristretto, perché, non c’è dubbio, che si tratta di Sede
vacante anche per il sovrano dello Stato della Città del Vaticano, ma questo è un
aspetto assolutamente secondario. Molto più importante, è invece la mancanza di quella
guida universale della Chiesa, che fa del Papa un unicum rispetto a qualunque altra
realtà, non solo mondana, ma anche religiosa. Il Papa rappresenta non soltanto la
guida che ha quella potestà immediata e universale su tutta la Chiesa, ma la guida
spirituale che identifica e rappresenta l’unità della Chiesa universale in tutto il
mondo, perché nel Papa si riassumono quei poteri di unità del magistero, di sicurezza
della dottrina, dei dogmi, della fede, della spiritualità. Questo fa sì che quando
si crea la Sede vacante per qualsiasi ragione, in questo caso per una rinuncia, vi
sia quasi un momento di vuoto, di sospensione nella vita della Chiesa.