Usa: intervento di Obama a favore del riconoscimento delle unioni gay
Controversa presa di posizione della Casa Bianca a favore del matrimonio tra persone
dello stesso sesso. Il presidente, Barack Obama, ha chiesto alla Corte Suprema di
dichiarare incostituzionale la messa al bando delle nozze gay in California, in quanto
violerebbe il 14.mo emendamento della Costituzione sull'uguaglianza. Questa iniziativa
spiana la strada alle unioni omosessuali anche negli Stati che non le riconoscono.
I vescovi americani in più occasioni si sono detti contrari al matrimonio tra persone
dello stesso sesso. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Carlo Cardia,
docente di Storia dei Rapporti tra Stato e Chiesa all’Università Roma Tre:
R. - Verifichiamo
una pressione della Casa Bianca su questioni che dovrebbero essere lasciate quantomeno
alla dialettica democratica. Non dimentichiamo che in molti Stati è stata consentita
l'unione tra persone dello stesso sesso, però vi sono stati dei referendum che hanno
poi abrogato queste norme. L’intervento di Obama tende proprio a bloccare l’esito
di questi referendum, perché chiede alla Corte di dichiarare ogni legge che neghi
il diritto a queste uinioni incostituzionale. Quindi, una pressione forte, quella
di Obama, che si interpone anche nelle scelte popolari. Questo è un po' il vulnus
dell’intervento presidenziale, perché mette tutto il suo peso su queste questioni.
Questo non fa che accentuare un dissidio, un contrasto, un conflitto con chiese e
con organizzazioni che vogliono mantenere, invece, il carattere naturale del matrimonio,
come unione fra uomo-donna. A questo punto, vediamo che non si tratta più di riconoscimento
dei diritti, ma dell’inserimento di una realtà del tutto diversa alla convivenza all’interno
del matrimonio naturale. Questo è un cammino che appare in qualche modo programmato,
che con insistenza ha cominciato a smantellare, piano piano, quello che era l’orizzonte
della famiglia naturale. Purtroppo, questo avviene non solo negli Stati Uniti, ma
anche in altri Paesi occidentali.
D. - Una decisione, quella di Obama, che
a questo punto alza i toni del dibattito con la Chiesa cattolica?
R. - Sì.
Teniamo presente che a difesa della famiglia naturale non c'è solo la Chiesa cattolica,
ma anche diverse comunità ebraiche e le comunità protestanti, che hanno chiesto di
rivedere queste conclusioni. Si tratta quindi di un’ulteriore lacerazione di quello
che dovrebbe essere un sentire comune, tradizionale, e non perché è legato alla tradizione,
ma perché legato a tutta la storia dell’uomo. In questo senso, la decisione di Obama
è molto preoccupante.